Soluzioni che invogliano a pedalare: a Massarosa (LU) un rimborso chilometrico a chi usa la bici per recarsi a lavoro. Siviglia, invece, punta sulla sicurezza e sulle ciclabili
Quando si sente parlare di iniziative “illuminate” per promuovere l’uso della bicicletta come principale mezzo di trasporto, tutti pensano quasi automaticamente a città come Copenhagen, Bruxelles o Amsterdam. E a ragione, dato che sono esempi di un’ottima cultura alla mobilità sostenibile. Ma questa volta anche l’Italia potrà diventare un esempio da seguire con due soluzioni che invogliano a pedalare.
Il comune di Massarosa (LU) ha deciso, in collaborazione con la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, di riprendere una lodevole iniziativa realizzata non molto tempo fa in Francia: un rimborso chilometrico di 25 centesimi, per un massimo di 50 euro al mese e quindi 600 euro all’anno, a chi utilizza la bici per recarsi a lavoro.
Bike to work, progetto sperimentale e della durata di un anno, coinvolgerà cinquanta persone, non più di dieci dipendenti comunali e non più di dieci lavoratori della stessa azienda; l’ordine di arrivo della domanda sarà fondamentale per poter rientrare nel gruppo dei cinquanta.
Chi rientrerà nell’esperimento avrà a disposizione una app per smartphone che permetterà di monitorare i percorsi, così da poter stabilire i chilometri percorsi e il rimborso corrispondente. I fondi utilizzati per rimborsare i fortunati e virtuosi lavoratori fanno parte di un fondo di 30mila euro provenienti da multe e contravvenzioni.
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Nel caso in cui, come si spera, l’iniziativa dovesse funzionare, l’idea dell’assessore alla Mobilità di Massarosa Stefano Natali è quella di allargare il bonus a più persone nei prossimi anni. “Considerando il fatto che è l’Unione Europea a chiedere ai Paesi membri di agire in tal senso”, spiega l’assessore riferendosi agli obiettivi fissati per il 2020 per contrastare il riscaldamento globale, la speranza è di poter contare su un aiuto da parte dell’Europa.
Senza dubbio, puntare al portafogli è un metodo che ha tutte le carte in regola per incentivare le persone a lasciare l’auto in garage; a volte, però, non è per forza il lato puramente venale che deve essere solleticato.
A Siviglia, per esempio, è bastato creare delle piste ciclabili sicure per far scendere in strada più ciclisti di quelli che si sarebbe potuti immaginare. Secondo le statistiche europee infatti, solo 1,6% degli spagnoli considerano la bicicletta come principale mezzo di trasporto. Gli spostamenti su due ruote a Siviglia sono stati per molti anni irrisori (0,5 per cento) ma, dopo la costruzione di 120 chilometri di piste ciclabili, le cose sono cambiate. Il risultato effettivo non è una circolazione di biciclette ai livelli dei Paesi Bassi o della Danimarca, ma è comunque impressionante.
Il numero medio di biciclette usate ogni giorno in città è salito da poco più di seimila a oltre settantamila. Dall’ultima verifica, circa un anno fa, è emerso che il 6% di tutti viaggi avveniva in bicicletta, una cifra che sale al 9 per cento se si escludono i pendolari.
Oggi il capoluogo dell’Andalusia è diventato un esempio da seguire, tanto che le città andaluse con più di 100mila abitanti si sono impegnate a costruire corsie protette per facilitare e rendere più sicuri gli spostamenti su due ruote.
E se questo non dovesse bastare, allora si può sempre riproporre l’idea del Comune di Massarosa!
