Un’occhiata al calendario e ci siamo: il 29 novembre è la Giornata Mondiale del Clima. Un clima malato, che dobbiamo salvare per salvare noi stessi, e che si trova ora sotto i riflettori come non mai. Nell’anno delle pubbliche ammissioni illustri in materia di surriscaldamento globale (Barak Obama e il Dalai Lama sono due esempi su tutti), a Parigi sta infatti per iniziare la ventunesima conferenza mondiale dedicata all’argomento.
La COP21, ormai lo sappiamo, è confermata in barba ai tragici attentati dello scorso 13 novembre: “Non c’è simbolo migliore e migliore risposta” ha commentato il Presidente François Hollande, mentre nella capitale vengono potenziate le misure di sicurezza.
Ma fuori dal Grand-Palais Bourget, dove si riuniranno i delegati, c’è di più: deve esserci di più. Al di là dei negoziati ufficiali, al di là delle sessioni plenarie, c’è una società civile in fermento, desiderosa di esprimersi e di far sentire la propria voce in merito a questioni che riguardano la salute di tutto e di tutti, senza eccezioni.
Cosa possiamo fare, dunque, per avere voce in capitolo e influenzare l’esito di una partita che mette in palio la possibilità di delineare un nuovo scenario energetico, socio-economico, agro-alimentare orientato alla difesa del bene comune?
1. Marciare: la Marcia per il Clima– è vero- a Parigi è stata annullata per ragioni di sicurezza. Ma nel resto nel mondo no, e domani 29 novembre cittadini, organizzazioni della società civile, studenti, sindacati, movimenti pacifisti, gruppi religiosi si riuniranno nelle strade di oltre 150 paesi per dare vita a una grande marcia globale (qui tutti gli eventi, grandi e piccoli, in programma) e chiedere, tutti insieme, un accordo vincolante per un nuovo modello che, entro il 2050, sia alimentato al 100% da energia rinnovabile. Una bella risposta all’appello lanciato dagli organizzatori transalpini, che hanno invitato il mondo a marciare anche in nome degli assenti parigini. In Italia, la principale Marcia per il Clima è organizzata a Roma dalla Coalizione italiana clima (Partenza alle ore 14 da Piazza Campo de’ Fiori e arrivo in Via dei Fori Imperiali) e terminerà con un grande concerto gratuito.
2. Pedalare: per chi tiene, invece, a consegnare il proprio messaggio ai potenti della Terra dalla sella di una bicicletta, la partenza per l’evento romano “In bici per il Clima” è fissata per le ore 14 da Largo Tacchi Venturi (Parco della Caffarella). La pedalata confluirà nella Marcia per il Clima in Piazza Venezia, per poi terminare il cammino comune in Via dei Fori Imperiali.
3. Firmare: gli appelli per chiedere misure legislative orientate a una rivoluzione energetica sono molte (qui la petizione del Wwf e l’appello di Coalizione Clima), tutte mirate ad anteporre il futuro di Pianeta e persone agli interessi di lobby multimiliardarie. Stesso intento, stessa urgenza e importanza, ma focus differente per l’appello dell’associazione Slow Food “Non mangiamoci il clima”, rivolto ai rappresentanti dei Paesi e delle istituzioni riuniti a Parigi per sottolineare come il modello agro-alimentare industriale, con il suo impatto devastante su ambiente, salute ed ecosistemi, non possa essere ignorato.
“L’attenzione si sta concentrando sul settore dell’energia, dell’industria pesante e dei trasporti, mentre è rimasto ai margini della discussione il rapporto tra cibo e clima” si legge nel testo dell’appello. “Per arrestare il cambiamento climatico, dobbiamo cambiare il modello agroalimentare industriale, basato sul profitto e sullo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, e restituire valore al cibo”. Come non essere d’accordo? Un sistema che non passi per i campi e le scelte a tavola è non solo irresponsabile, ma insostenibile e destinato inevitabilmente a fallire.
E allora attiviamoci: tiriamo fuori le scarpe comode dall’armadio, la bicicletta dal garage o prendiamoci un momento per firmare le petizioni che vediamo circolare online da settimane. Il clima ci ringrazierà, e noi sapremo di non aver gettato via un’occasione importante per farci sentire.