A Zara, Nikola Bašić ha progettato l’Organo marino e il Saluto al sole, due installazioni che combinano elementi creativi con l’armonia della natura
A Zara, principale centro urbano della Dalmazia settentrionale, dove lo stile romano e quello veneziano si fondono con la modernità, è possibile vivere un’esperienza unica: sentire il mare che dialoga con il vento.
Se si percorrono i vicoli a ovest della cattedrale di Sant’Anastasia, risalente al XII-XIII sec., si sbuca sul lungomare ornato di palme, artisti di strada, turisti e famiglie.
Il mare è lo sfondo perfetto. Suggestivo, potente e pieno di vita, da sempre permette l’esistenza su questo pianeta. E se potesse parlare? Se potesse esprimere i suoi stati d’animo?
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Nel 2005 l’architetto zaratino Nikola Bašić ha ideato e progettato l’Organo marino e il Saluto al sole, due installazioni che, oltre a conferire al lungomare l’aspetto di una mostra d’arte contemporanea a cielo aperto, combinano insieme elementi creativi e scienze della fisica con la bellezza e l’armonia della natura.
L’organo marino è realizzato nella parte sommersa della riva cittadina, dove le onde del mare, infrangendosi e fluendo attraverso le canne installate sott’acqua, producono un suono incredibilmente suggestivo, detto a ragion veduta “musica del mare”, che si diffonde poi attraverso dei buchi disposti su 70 metri lungo il marmo bianco del lungomare.
È difficile poter descrivere la musica che si stente, ma la sensazione è quella di poter dialogare con il mare, di poter origliare i discorsi tra lui e il vento tramite note che, come le onde, non sono mai uguali. Più rilassanti nelle giornate serene e più forti in quelle ventose e quando passa una barca eccolo, il mare che alza la voce per salutare i naviganti.
E a soli duecento metri di distanza anche il sole ha trovato un modo per far compagnia alle numerose persone che passano il tempo sul lungomare di Zara accompagnati dalla musica del mare.
Nikola Bašić, con il Saluto al sole ha dato un’altra dimostrazione di come la natura di per sé è un’opera d’arte.
Realizzato con trecento lastre di vetro fotosensibile, poste al medesimo livello della pavimentazione della riva, di forma circolare con 22 metri di diametro, accumula l’energia del sole durante il giorno, per poi dar vita a un gioco di luci colorate in simbiosi con il ritmo delle onde del mare la sera.
Probabilmente aveva ragione il maestro del cinema Alfred Hitchcock quando definì il tramonto di Zara “the most beautiful sunset in the world” (il più bel tramonto al mondo). Perché quando gli elementi naturali e l’arte riescono a fondersi, quando l’uomo dà voce al mare, al vento e al sole e quando la natura riesce a incantare milioni di persone, allora nasce la speranza. Una sensazione diffusa che ci fa pensare che forse non è troppo tardi. Forse l’attenzione per il nostro pianeta può diventare davvero una priorità.
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Chissà se i leader politici che si riuniranno a Parigi in occasione della COP21 hanno mai fatto una rilassante passeggiata sul lungomare di Zara.