10 billion – What’s on your plate? Come nutrire il pianeta nel 2050

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10 billion – What’s on your plate? Come nutrire il pianeta nel 2050 ultima modifica: 2015-10-07T08:00:48+02:00 da Irene Messina
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10 billion, il documentario che affronta il tema dell’emergenza alimentare. Cosa e come mangeremo quando saremo 10 miliardi?

È molto probabile che tra qualche anno staremo tutti un po’ più stretti. Si prevede che entro il 2050 infatti, la popolazione mondiale raggiungerà i dieci miliardi di persone. Un dato per certi versi inquietante che ci costringe a una riflessione: quale sarà l’impronta ecologica di un popolo così vasto? Quanti pianeti “Terra” saranno necessari per far fronte ai bisogni di tutti? E soprattutto, quanto cibo dovremo produrre? Con il documentario 10 Billion –What’s on Your Plate?, il regista Valentin Thurn cerca possibili soluzioni in tutto il mondo e si inserisce nell’acceso dibattito sulla possibilità di garantire cibo per tutti.

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Dopo il successo di Taste the Waste del 2011 dove Thurn affronta la piaga dello spreco alimentare praticato in buona parte del mondo occidentale con conseguenze sociali e ambientali disastrose, quest’anno il regista tedesco si pone una nuova domanda: come impedire lo sfruttamento sfrenato delle già scarse risorse per sfamare dieci miliardi di persone?

10 billion poster

Un viaggio che esplora i fondamenti della produzione alimentare, tra le industrie, le “fabbriche di cibo” e l’agricoltura contadina. Il documentario fornisce un’attenta analisi che spazia dagli allevamenti intensivi alle monoculture, dall’agricoltura biologica alle piccole produzioni delle comunità in via di sviluppo.

Uno sguardo all’assurdità del sistema di produzione e distribuzione alimentare che sfrutta sempre di più il nostro pianeta ma non garantisce cibo per tutti. Thurn ci mostra come la produzione industriale sempre più esasperata arricchisca solo le tavole di un’unica fetta di popolazione, spesso compromettendo etica e salute di chi ne gode. Si produce cibo in quantità maggiore rispetto ai bisogni del pianeta, eppure intere popolazioni soffrono di malnutrizione e tonnellate di cibo finiscono nella pattumiera.

10-billion

Stiamo perdendo la nostra cultura alimentare, che non si limita solo a ciò che troviamo nel piatto, ma che inizia dalla produzione sul campo, dal nostro rapporto con la natura e con la terra. Abbiamo trattato il cibo, fonte di vita e sostentamento, come una merce qualsiasi, dimenticandone il vero significato. Thurn cerca una soluzione a tutto questo, una via che ci salvi da noi stessi.

Tra testimonianze e interviste provenienti da diverse parti del mondo, un sentimento comune sembra farsi strada verso un modo sostenibile che garantisca la produzione di cibo dando spazio all’innovazione e alla salvaguardia della nostra salute e dell’ambiente.

Praticare un’agricoltura e un allevamento in accordo coi ritmi della natura, approvvigionarsi dalla propria regione e dal proprio paese valorizzando il lavoro e la produzione locale. Queste le basi da cui partire per affrontare un aumento della popolazione, per assicurare un’alimentazione adeguata a dieci miliardi di persone senza che sia la Terra a pagarne le conseguenze in modo irrimediabile. “Tutti noi abbiamo un sacco di opportunità per fare la differenza, se lo vogliamo!”.

Spreco alimentare, milioni di tonnellate di cibo nella spazzatura

Il documentario 10 Billion –What’s on Your Plate? è stato proiettato in anteprima mondiale martedì 6 ottobre al Cinema Massimo di Torino per CinemAmbiente, accompagnato da un ecotalk, il dibattito dal titolo “Cibo di oggi, cibo di domani” in cui Andrea Segrè, professore di politica agraria internazionale all’Università di Bologna, ha fornito un’anticipazione in merito ai dati Waste Watcher 2015 sullo spreco alimentare. In linea con gli argomenti caldi di quest’anno e il tema centrale di Expo, è davvero giunto il momento di riflettere su come “nutrire il pianeta”!

 

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Classe 1986, vive a Torino, metà Piemontese e metà Siciliana. Dopo un master sulla Comunicazione per la Sostenibilità Ambientale, si butta a capofitto in quelle che sono le sue passioni: ambiente, educazione e scrittura. Tutto comincia con la pubblicazione di un libro di favole a tema green che diffonde nelle scuole con uno spettacolo. Da lì, il passo è breve per diventare educatrice ambientale, in collaborazione con un’associazione che sviluppa percorsi di educazione alla sostenibilità e fattoria didattica. In costante ricerca di posti nuovi da scoprire, meglio se naturali e incontaminati, ha una vera ossessione per il viaggio che non le impedisce mai di trovare un momento per partire, zaino in spalla e taccuino in tasca.

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