Jason deCaires Taylor e le sculture che dal fondo del mare ci mettono in guardia sul cambiamento climatico e altri gravi problemi ambientali.
Meraviglia e commozione. Poi smarrimento e ancora empatia. Impossibile restare indifferenti di fronte al lavoro dell’artista Jason deCaires Taylor.
Immaginatevi di immergervi nelle acque del mare, di nuotare verso il fondale circondati dal silenzio e di addentrarvi nel blu profondo. Improvvisamente vi imbattete in una schiera di individui, persone colte in atteggiamenti incredibilmente reali, espressive.
Si tratta di sculture: le loro dimensioni sono quelle naturali così come pare naturale quel loro sostare sul fondale marino. La natura si è “presa” parte dei volti, ha ricoperto le braccia, ha avvolto dolcemente i loro corpi. Queste figure sono ora a metà strada tra uomini ed esseri soprannaturali, fatti di acqua, di mare, di alghe. I pesci li sfiorano e li accarezzano.
Le sculture di Taylor sono molto di più che opere d’arte. Sono un punto di collegamento tra noi e l’ambiente naturale e se ci ammaliano e ci affascinano, d’altra parte ci invitano a riflettere in modo piuttosto violento, immediato. Lo scultore, di madre Guianese e padre inglese, ha trovato una maniera unica per mettere in relazione uomo e natura: le sue opere sono realizzate in modo tale da divenire, con il passare del tempo, parte del fondale oceanico, marino e acquatico.
Sono realizzate con materiali speciali: un misto di cemento per uso marino, sabbia e microsilice. Il risultato è un particolare tipo di calcestruzzo a pH neutro, fatto per durare centinaia d’anni. Poi, con l’aiuto di supporti artificiali viene stimolato l’attecchimento alle statue di coralli, alghe e spugne. In questo modo si favorisce la formazione di nuove barriere coralline (Underwater Living Installations).
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Proprio la distruzione delle barriere coralline ha ispirato Jason quando diede vita al primo museo sottomarino al mondo: si chiama Underwater Sculpture Park di Moliniere Bay e si trova a Grenada (mar dei Caraibi sudorientale). Un progetto monumentale, tra arte e scienza. I calchi delle sculture che popolano questo parco sommerso sono stati presi dagli abitanti del luogo. Dal 2004 ad oggi, molte di quelle statue si stanno trasformando grazie alla vegetazione acquatica che le sta ricoprendo. E’ sorprendente come i colori, le forme e la vita stiano prendendo il sopravvento su qualcosa di inerte e immobile. Le tonalità sono sgargianti e vivaci: sculture, pesci e visitatori che si avvicinano nuotando incuriositi, creano a loro volta un’opera d’arte. Contribuiscono a rendere queste installazioni qualcosa di unico e di sorprendente.
Non per nulla questi complessi sottomarini sono stati catalogati da National Geographic come una delle “Wonders of the World“. Oltre alla fusione opera/ambiente, all’annullamento dell’opera d’arte che soccombe sotto la forza inesorabile della natura, l’artista vuole attirare i sub lontano dalla barriera corallina, salvaguardandola e proteggendola.
A Taylor sta a cuore in particolare il destino degli oceani, dei mari e delle acque e il difficile destino a cui va incontro questo ecosistema se si dovessero avverare le previsioni degli esperti riguardo ai cambiamenti climatici. Sappiamo che questa è una dura realtà e purtroppo ne abbiamo già esempi macroscopici che peggiorano di giorno in giorno.
A questo proposito i cavalieri che emergono dalle acque del Tamigi nei pressi del ponte Vauxhall a Londra, sono un vero e proprio monito, un campanello d’allarme piuttosto potente: ogni volta che si abbassa la marea queste figure imponenti si ergono con tutta la loro perentoria mole. L’opera si intitola “The Rising Tide” e vista la vicinanza con il Parlamento britannico, il fine provocatorio è ben chiaro. I cavalieri sono quelli dell’Apocalisse e i loro cavalli hanno il muso rappresentato dallo scultore sotto forma di pompa di benzina: un riferimento chiaro al drammatico impatto dei combustibili fossili sul nostro pianeta.
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Secondo Taylor, l‘arte ha un ruolo fondamentale: deve essere cassa di risonanza per molti dei problemi che affliggono l’umanità. La sua è una vita artistica spesa per la denuncia ambientale e per la tutela dell’ecosistema.
I parchi artistici acquatici di Jason continuano a espandersi nei fondali atlantici. L’ultimo in progetto sarà parzialmente visitabile probabilmente nel 2016: si trova a Lanzarote nelle Isole Canarie e ospiterà 10 nuove installazioni e 300 sculture.
Ma come è possibile visitare questi “musei sommersi”? Per quelli in profondità è necessario munirsi di bombole. Le opere più vicine alla superficie dell’acqua si possono vedere in snorkeling oppure con apposite barche dal fondo di vetro.
Per ora accontentiamoci di vedere questo suggestivo video.