Campagne abbandoni insoliti: cosa fare (ma soprattutto NON FARE) quando non possiamo più tenere il nostro animale domestico esotico
D’estate spesso capita di vedere giustamente campagne contro l’abbandono dei cani. Tuttavia, non possiamo esimerci dal segnalare altri abbandoni che potremmo definire “insoliti”. Ma prima vediamo qualche dato…
Nonostante la crisi economica si ripercuota anche sulla possibilità delle famiglie di tenere un animale domestico – adozioni in calo al 33% rispetto al 39,4% del 2014 (dati Eurispes 2015) – il 63% degli italiani è stato conquistato dagli occhioni dolci dei cani, il 41% dai gatti, il 7,3% da pesci e tartarughe, il 6.7% da uccelli e il 2.9% dai conigli. Abbiamo parlato qualche tempo fa delle Terme di Merano e del suo centro di recupero per le tartarughe abbandonate nei laghi montani ma, secondo quanto rileva l‘Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali), i più abbandonati sono gatti, conigli, cavie e animali esotici, anche se non sono disponibili dati ufficiali sul fenomeno dell’abbandono degli animali, in quanto di molti fra loro si perde ogni traccia.
Abbandonare gli animali, oltre ad essere punito dalla legge con l’arresto fino a un anno o con un’ammenda fino a 10.000 euro (in base alla Legge 189/2004) e ad essere ovviamente contro il buon senso e l’etica, comporta conseguenze gravi su diversi fronti:
- alta mortalità degli animali abbandonati;
- circa 4mila incidenti stradali all’anno provocati dagli animali vaganti (dati 2012 del Ministero della Salute);
- proliferazione incontrollata e presenza di animali non autoctoni.
Facciamo qualche esempio: nel 1800 in Australia vennero introdotti 24 esemplari di conigli (inizialmente per poterli cacciare): da quel momento si sono moltiplicati a dismisura mettendo in pericolo l’ecosistema, costringendo le autorità governative a lanciare l’allarme invasione e studiare strategie di contenimento.
A Toronto, invece, sono stati pescati e ritrovati “pesciolini” rossi giganti. Rispetto alla quantità di acqua e alle dimensioni della “vasca”, i pesci rossi possono crescere in lunghezza e peso: il comune pesce rosso – il cui nome scientifico è Carassius auratus – arriva in pochi anni a superare i 30 cm di lunghezza, per 2-3 kg di peso; le Carpe Koi invece possono raggiungere fino ai 120 cm di lunghezza. Dopo alcuni ritrovamenti di pesci cresciuti a dismisura e che rischiano di alterare l’intero ecosistema, le autorità del Parco nazionale di Alberta, in Canada, hanno avviato una campagna per invitare i proprietari di pesci rossi a non buttarli nel wc, neppure da morti.
Abbandonare un coniglio o un pesciolino rosso può quindi essere molto dannoso per l’ambiente. Ma cosa fare e a chi rivolgersi se non si può più tenere il proprio animale domestico esotico?
L’AAE (Associazione Animali Esotici, che con “esotico” intende tutte le specie legalmente detenute nelle case italiane con l’eccezione di cani e gatti) nel corso del tempo ha sviluppato sei distinte sezioni dedicate ai conigli, alle cavie, ai piccoli roditori, ai furetti, agli uccelli e alle tartarughe, che informano con passione i proprietari di animali esotici. In particolare, nel 2006, la sezione Conigli della AAE è stata riconosciuta come Chapter (il primo in Europa) della House Rabbit Society. È stata inoltre lanciata una petizione per riconoscere i conigli come animali domestici, creata da Feder F.I.D.A. e A.A.E. CONIGLI.
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I nostri amici pelosi, piumati o ancora squamati non ci abbandonerebbero mai, cerchiamo di non deluderli… proteggeremo anche l’ambiente e l’ecosistema!