I souvenir da non comprare in vacanza

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I souvenir da non comprare in vacanza ultima modifica: 2015-06-23T08:00:06+02:00 da Federica Gemma
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Souvenir da non comprare in vacanza, cosa non riportare da un viaggio e cosa invece si può comprare per essere turisti ecosostenibili.

Un bel viaggio programmato, la vacanza tanto agognata durante l’anno. Partiamo e quando siamo in ferie ci rilassiamo, pensiamo positivo e vorremmo riportarci a casa queste sensazioni di benessere e felicità magari comprando sul posto le tipiche specialità alimentari e perché no, qualche ricordino per gli amici e i familiari. È proprio nell’ambito souvenir che dobbiamo ricordarci che né animali vivi, né morti, né parti di essi sono da comprare e pensare di portare a casa come ricordo.

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Essere un viaggiatore sostenibile, che ha a cuore il mondo che lo circonda passa anche da piccoli gesti di buon senso come questi. Perché portarsi a casa un pezzo di barriera corallina, strappandolo al suo habitat per poi tenerlo a casa impolverato?

Anche la legislazione ci viene in soccorso e stimola la riflessione su quanto sia permesso e su quanto non lo sia; la Carta doganale del viaggiatore è un’utile guida a tutto ciò che è consentito portare con sé in viaggio e riportare al termine di questo. La legislazione è chiara e precisa: “Gli animali elencati nella Convenzione di Washington (quali, ad esempio, pappagalli, lucertole, serpenti, tartarughe acquatiche, pesci ornamentali, alcune specie di uccelli e scimmie) costituiscono “specie protette” dalla Convenzione stessa. Il viaggiatore che volesse importare tali animali deve esibire, oltre al certificato sanitario, il certificato CITES di autorizzazione all’esportazione, rilasciato dalle autorità del Paese di provenienza. Sono assolutamente vietate le importazioni di alcune specie di animali gravemente minacciate di estinzione ed iscritte all’appendice I della Convenzione di Washington, come ad esempio gli animali con pelliccia maculata (leopardi, ghepardi e ocelot)“.

souvenir illegali
Alcuni souvenir illegali

Anche alcuni esemplari di piante sono state riconosciute “specie protette”. Quindi, l’importazione di questi esemplari sarà consentita solo dietro presentazione di un certificato di autorizzazione rilasciato dalle autorità del Paese di provenienza. La Convenzione di Washington prevede, inoltre, l’assoluto divieto di importazione o esportazione per alcune particolari specie di piante, come, ad esempio, i cactus Ariocarpus e le orchidee Papiotelinum.

La sopra citata Convenzione di Washington o C.I.T.E.S. – Convention on International Trade of Endangered Species, il cui logo ricorda un elefante con le sue zanne, regolamenta “il commercio, in termini di esportazione, riesportazione, importazione, transito, trasbordo o detenzione a qualunque scopo, di talune specie di animali e piante minacciate di estinzione, nei 130 Paesi che hanno aderito a tale Accordo”.

L’Unione Europea ha recepito la Convenzione attraverso il Regolamento CEE n.338/97 e sue relative modifiche nel corso del tempo. Questo significa che chi viene trovato in dogana con oggetti, piante o animali non consentiti ne avrà la confisca e la sua relativa sanzione pecuniaria, fino all’arresto nei casi più gravi.

marocco souvenir
Souvenir marocchino

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Fotografie, cartoline, libri del luogo, artigianato locale di stoffe e arredi per la casa, manufatti senza parti animali.

Sono tutti esempi di oggetti che aiutano le economie locali senza distruggerne l’ambiente e le risorse.

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Laureata in Scienze della comunicazione, con una specializzazione in sociologia ambientale, è curiosa di tutto e tutti. Tiene corsi, legge, scrive, comunica. Adora la cucina e vivere in modo sostenibile. Il suo motto è: "Ogni posto è buono per fare la raccolta differenziata, non ci sono scuse"

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