Il G7 si impegna per il clima

Dal G7 arriva l’impegno di contenere le temperature entro i 2° C. Sarà concreto?

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Dal G7 arriva l’impegno di contenere le temperature entro i 2° C. Sarà concreto? ultima modifica: 2015-06-13T08:30:48+02:00 da Silvia Faletto
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Il G7 si impegna a contenere l’aumento delle temperature entro i 2°C facendo ben sperare per un accordo globale alla COP21. Sarà vero?

Come affronteremo l’aumento di oltre 2°C della temperatura del Pianeta?

Solo qualche anno fa, rispondendo a questa domanda avremmo citato qualche film scientifico–apocalittico, apparentemente fuori dalla realtà in cui siamo inseriti.

Oggi, invece, l’aumento della temperatura terrestre di 2 gradi risulta uno degli argomenti principali del G7 – gruppo non istituzionale nato nel 1975 con l’obiettivo di coordinare le decisioni più importanti dei sette paesi membri –, in corso in questi giorni a Schloss Elmau, in Germania.

Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e USA hanno infatti deciso di contenere il surriscaldamento globale entro 2 gradi centigradi, attraverso una massiccia decarbonizzazione entro il 2050, ed una rinnovata attenzione verso i programmi di salvaguardia delle zone di rischio, come si evince dalla dichiarazione congiunta pubblicata lo scorso 8 giugno dai sette grandi leader dei paesi coinvolti, che riguardo al tema trattato mandano messaggi molto forti e concretiÈ necessaria un’azione urgente e concreta per affrontare il cambiamento climatico di cui parla il Quinto Rapporto di Valutazione dell’IPCC“.

“Affermiamo – continuano- la nostra forte determinazione ad adottare alla Conferenza sul clima in dicembre a Parigi quest’anno (COP21) un protocollo, un equivalente strumento giuridico o un concordato risultante con adeguata forza giuridica ai sensi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) che sia applicabile a tutte le parti coinvolte e che risulti ambizioso, robusto, inclusiva e che rifletta l’evolversi delle circostanze nazionali. (…) Continueremo i nostri sforzi per fornire e mobilitare un maggiore finanziamento da fonti pubbliche e private, e per dimostrare il nostro impegno effettivo in tale ambito mobilitiamo 100 miliardi di dollari per raggiungere l’obiettivo, e restiamo pronti ad impegnarci attivamente nei negoziati finanziari che avverranno a seguito delle decisioni di Parigi (COP21). (…)”  

Un impegno sensibile, quindi, che non manca di contemplare nuove modalità di finanziamento dei progetti rivolti all’obiettivo, che finora rischiavano di risultare inefficaci a causa dell’impegno richiesto ai privati, spesso troppo gravoso per essere affrontato. Sempre nella dichiarazione d’intenti promulgata durante questo ultimo G7, i leader mondiali affermano di impegnarsi per trovare nuovi modi per coinvolgere l’intera comunità in questa battaglia, divenuta centrale per l’Agenda politica mondiale.

“Per superare le barriere degli investimenti presenti attualmente sono necessari modelli che abbiano un effetto di forte mobilitazione.  A tal fine, noi:

a) intensificheremo il nostro sostegno in particolare per gli sforzi dei paesi vulnerabili rivolti alla gestione del cambiamento climatico ed alla costruzione della resilienza. (…)

b) accelereremo l’accesso alle energie rinnovabili in Africa e nelle aree in via di sviluppo presenti in altre regioni al fine di ridurre la povertà energetica e mobilitare sostanziali risorse finanziarie da parte di investitori privati, istituzioni pubbliche e tramite banche multilaterali rivolte allo sviluppo entro il 2020, basandosi sui lavori esistenti e iniziative già presenti (…) .”

Una dichiarazione d’intenti che sembra soddisfare anche Greenpeace, che afferma pubblicamente: “Al G7 sul clima impegno serio”.

Tuttavia, restano ancora forti dubbi sulla possibilità di riuscire effettivamente a mantenere questo impegno, in particolare riguardo alla parte relativa alla riduzione dell’impatto delle economie basate su petrolio e carbone.

industria petrolifera

Prima di tutto, bisogna che il presidente Obama convinca la maggioranza repubblicana del congresso ad applicare politiche non vantaggiose per l’industria carbonifera e petrolifera, che continua ad essere uno dei pilastri economici del paese.

In seconda battuta, un accordo tra sette paesi, per quanto importanti per l’equilibrio globale, non garantiscono che questo atteggiamento sia comune anche tra le nazioni che interverranno alla COP21, tra cui figurano giganti come Cina e Russia.

Infine, resta da delineare la posizione italiana: a causa delle sanzioni attuate nei confronti della Russia, tra i principali partner commerciali della nostra economia, le imprese sono in difficoltà.

Durante la visita a EXPO 2015, Vladimir Putin ha infatti affermato che tali mancati accordi creano un danno di 1 miliardo di euro.Tra i nostri due Paesi – ha dichiarato – ci sono rapporti culturali, commerciali e politici strettissimi, da oltre 500 anni; in virtù di questo chiediamo ufficialmente un aiuto a far uscire Mosca dall’isolamento dettato dalle sanzioni economiche europee. A farne le spese è anche Roma, con la quale gli scambi si sono ridotti del 10% (del 25% nell’ultimo trimestre): le imprese italiane vedono un miliardo di euro bloccato pur avendo contratti già siglati.”

Parlare di clima, quindi, significa più che mai contemplare l’economia globale, muovendosi in uno scenario senza precedenti nella storia dell’Uomo. Come affronteremo queste nuove sfide globali? Nel bene e nel male, a dirlo sarà la COP21 prevista nel dicembre prossimo a Parigi.

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25 anni, vive a Torino, dove studia geografia e lavora presso la scuola del Cottolengo con bambini meno fortunati di lei. Orgogliosamente eporediese (abitante di Ivrea, per i neofiti), la battaglia delle arance è un nervo scoperto del suo carattere: a coloro che la definiscono "poco ecologista" è in grado di rispondere argomentando il contrario! Ama andare in montagna, nuotare, viaggiare, conoscere ed aiutare gli altri. Curiosa ed attenta al mondo, odia i pregiudizi ed il "è impossibile!". Ritiene che l'esperienza e il confronto siano il fondamento della civiltà e della cultura, e per questo... Fa molti errori. Ama scrivere, sorridere e prova ogni giorno a lasciare il mondo un po' migliore di come l'ha trovato. Oltre a lavorare a scuola e studiare all'università, parla 4 lingue ed è un' europrogettista. Ultimamente si sta appassionando alla fotografia. Il suo motto? "la geografia salverà il mondo!".

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