Una mostra fotografica, un progetto lungo vent’anni: fotografare gli scarti dei famosi, la spazzatura delle celebrities, per riflettere sulla distribuzione della ricchezza sul Pianeta.
“Dimmi cosa butti via e ti dirò chi sei“. Questo è stato il punto focale di tutto il lavoro artistico di Bruno Mouron e Pascal Rostain, i due celebri fotografi fondatori nel 1986 dell’agenzia stampa Sphinx , e collaboratori di rinomate testate quali Vanity Fair, Sunday Times, Le Figaro e Paris Match.

Un progetto mica da poco: per oltre vent’anni i due hanno sistematicamente catalogato e immortalato nei loro scatti l’immondizia delle celebrities, attori di Hollywood, protagonisti del cinema e della musica. Può sembrare curiosità morbosa nei confronti di persone famose, in realtà è molto di più. Si tratta infatti di un progetto di ricerca dalla forte valenza sociale.

In un primo momento la loro attenzione si era focalizzata sulla spazzatura di personaggi come Brigitte Bardot, Marlon Brando, Charlize Theron, Andy Garcia, Madonna, Ronald Reagan, Mick Jagger. Ma poi l’interesse dei due artisti si è spostata anche sugli artisti più quotati al mondo: Damien Hirst, Sophie Calle, Anish Kapoor e Jeff Koons.
7 days of garbage, ovvero quanta spazzatura produciamo in una settimana
Osservando le fotografie, tutte abilmente studiate, con composizioni geometriche e ordinate in cui ogni oggetto occupa il suo spazio pregevolmente, si scoprono abitudini, ossessioni e manie, frutto di un certo benessere.
La riflessione nasce spontanea ed è sorprendente come, partendo dai rifiuti prodotti da un individuo, sia possibile disegnare -o quanto meno abbozzare- una sorta di ritratto psicologico e caratteriale, oltre che del suo stile di vita.
Ripartiamo da Zero, la nuova campagna del Consorzio rifiuti Covar 14
La mostra, dal titolo “Autopsie“, è allestita nella sede milanese di Artcurial, la prima casa d’aste in Francia ed è stata pensata in occasione di Expo Milano 2015. E’ visitabile dal 28 maggio al 27 luglio presso Artcurial Milano, palazzo Crespi, corso Venezia 22.

[Foto: http: milano.repubblica.it]
