One Third di Klaus Pichler punta l’attenzione in modo prorompente sullo spreco di cibo con le sue potenti immagini. Ammirazione o disgusto?
Mai la definizione “natura morta“, o se volete “still life“, è stata più adatta a descrivere tecnica e soggetto di queste opere artistiche. Parleremo di cibo andato a male, di muffa e di come tutto questo possa essere di ispirazione per uno spirito creativo. Ma partiamo dal principio e facciamo la stessa strada che lui stesso, l’artista, ha percorso prima di realizzare i suoi lavori. Un terzo del totale del cibo coltivato in tutto il mondo si butta via. Nei paesi più ricchi come gli Stati Uniti, il numero è più vicino al 40%. Questi dati rivelano un problema enorme di cui forse cominciamo ad accorgerci solo ora. Come comunicare l’emergenza e l’urgenza dello spreco di cibo? Ne abbiamo parlato spesso anche noi, ma il veicolo trovato da Klaus Pichler, artista e fotografo viennese, con il suo One Third è davvero unico! Ma soprattutto è sorprendente e dirompente per la sua efficacia comunicativa.
Un approccio totalmente diverso dal solito lavoro fotografico: fotografare i rifiuti alimentari sì, ma come se fossero un bene di lusso, per la pubblicità di un gioiello o di un orologio costoso. Per Pichler infatti il cibo deve essere considerato un lusso.
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Lui stesso dichiara “Siamo abituati alla disponibilità di cibo in qualunque momento; lo troviamo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non ci rendiamo conto di quanto questo sia un privilegio”.
La prima reazione di fronte ai suoi lavori è di meraviglia: si sta osservando qualcosa che ha tutta l’aria di essere bellissimo, luccicante e splendente come una pietra preziosa. Al secondo sguardo però la reazione è quasi di disgusto perché piano piano l’occhio mette a fuoco ciò di cui si tratta realmente.
Un cibo ammuffito, in uno stato avanzato di decomposizione. Proprio su questa reazione contrastante si basa il lavoro di Klaus Pichler.
Inoltre il fotografo ha accostato a ogni scatto alcuni dati importantissimi: il prezzo di quel cibo, dove e come è stato coltivato, quanto ha viaggiato e quanto impatto ha avuto sul Pianeta.
Cinquantacinque sono i cibi immortalati da Pichler; spesso ha fotografato le etichette di nascosto oppure si è appoggiato ad alcune organizzazioni no profit per ottenere i dati che gli occorrevano.
L’artista ha dichiarato di aver cambiato completamente il suo modo di rapportarsi al cibo, dopo questo lungo progetto. Non solo la sua sensibilità nei confronti dello spreco alimentare è aumentata, ma sostiene che difficilmente getterà via qualcosa da mangiare.
Klaus Pichler è rappresentato dalla Anzenberger Agency di Vienna. Tutte le foto sono del progetto One Third tratte dal sito del fotografo.