Dovrà ricredersi chi pensa al punto croce come a una pratica d’altri tempi, cui dedicarsi in solitaria fra le mura domestiche. Si chiama urban cross stitch ed è l’ultima frontiera in fatto di street art: si tratta di un particolare tipo di “ricamo urbano” (street embroidery per gli esperti e gli appassionati) che, servendosi di matasse di lana o ritagli di stoffa colorati, utilizza appunto la tecnica del punto croce su reti metalliche, recinzioni, cancelli e qualunque elemento dell’arredo urbano che risulti traforato.

Il risultato? Decori dalle tinte forti di ogni tipo e dimensione che, in qualche ora e a bassissimo impatto, prendono forma giungendo a rallegrare aree metropolitane degradate, anonime o monocolore.
Vanessa e Stephane, in arte “Urban X Stitch”, sono due creativi che hanno trasformato la loro città, Lione, in una personale tela bianca su cui riprodurre in scala i classici modelli di punto croce e dei lavori di ricamo. Ed ecco che le reti metalliche lungo parchi o edifici privati del capoluogo francese si sono popolati di improbabili ospiti come personaggi dei fumetti, gufi e paperelle in formato gigante che di certo hanno strappato più di un sorriso in giornate che non promettevano altro che grigio.

Le idee brillanti, si sa, prendono facilmente piede perché accostano alla genialità dell’intuizione quella semplicità di realizzazione che spinge al imitarle. Anche in questo frangente, le storie degli artisti che, con le loro opere, rallegrano strade e spazi pubblici si diffondono, ispirano e spingono all’azione.
È il caso dell’originale azione di protesta del Barrio de la Mina a Sant Adrià del Besòs, Barcellona: per manifestare contro l’amministrazione territoriale che ha disatteso le promesse di riqualificazione del quartiere, i residenti si sono uniti al collettivo Desdelamina.net, organizzazione comunitaria di zona. Nonni e bambini in testa, si sono armati di stoffa e hanno dimostrato con i fatti che buona volontà e partecipazione spesso bastano a creare un effettivo miglioramento.

MissCrossStitch ha invece trasformato la sua arte-passione-abilità (scegliere un sostantivo sarebbe riduttivo) in un viaggio decorativo che oltrepassa i confini nazionali e contamina di colore l’arredo urbano di molte città europee. Tutto ha avuto inizio da un ricamo floreale su una sedia nel villaggio tedesco di Vaihingen an den Enz: la prima tappa di un percorso descritto minuziosamente con mappe, foto ed etichette sul blog dedicato. Colonia e il suo coniglio in corsa, Amburgo con il suo stemma a cuore, Milano con i suoi coloratissimi mostriciattoli in stile pacman, Zurigo e la sua coppia di uccellini: il linguaggio di questa tecnica è universale e immediato, e la resa è assicurata.

Tanto più che l’unico limite è davvero l’immaginazione, perché pretesti e occasioni per mettersi alla prova non mancano di certo, e nessun contesto è da considerarsi fuori luogo: né i cestini della spazzatura, né tanto meno le impalcature davanti a una chiesa in ristrutturazione.

Certo, magari dovremo adattare il nostro estro allo spazio prescelto, ma si tratta di un compromesso che, visto il risultato, vale la pena di trovare.
E allora cosa aspettiamo? Adocchiamo angoli della città che hanno bisogno del nostro intervento, srotoliamo i gomitoli e non abbiamo paura di usarli!
