Lo Tsunami insegna, di cambiamenti climatici si deve parlare

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Lo Tsunami insegna, di cambiamenti climatici si deve parlare ultima modifica: 2015-03-13T08:30:34+01:00 da Silvia Faletto
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L’11 marzo 2011, in Giappone, uno Tsunami uccideva 18.500 persone e causava il disastro nucleare di Fukushima. Occorre ripensare alla politica energetica, impostandola sulle scienze naturali, prima che sia tardi.

L’11 marzo 2011 un terremoto di magnitudo 9 scala Richter scuoteva il fondale oceanico e provocava lo Tsunami destinato ad allagare la centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, provocando oltre 18500 morti e la devastazione di tutta la costa nord – orientale del paese.

Questa volta non è stata colpa dell’uomo: i terremoti sono causati da movimenti naturali della crosta terrestre. Distruttivi quanto imprevedibili, questi eventi tellurici in mare aperto causano onde anomale, proporzionate per altezza, velocità e forza d’impatto alla dimensione della massa d’acqua in cui avvengono. Lo Tsunami costituisce un perfetto esempio di quanto la fisica influenzi la vita quotidiana sul nostro pianeta: non conoscerla non ci permette di affrontare e vincere le sfide che ogni giorno ci vengono poste, e nemmeno di prepararci per quelle più gravi che potrebbero avvenire in tempi futuri.

tsunami schema
Schema dello Tsunami di Fukushima

Il mondo di oggi, più che dalle scienze naturali, è gestito dalla matematica finanziaria e dall’economia sociale: ogni governante si preoccupa esclusivamente di far quadrare i conti, garantendo la soddisfazione dei bisogni dei propri cittadini e lasciando che del futuro, prevedibile solo tramite leggi fisiche, si occupi chi vi si troverà.

Questo concetto è valido soprattutto riguardo alla politica energetica: meglio consumare i fossili oggi, mantenendo gli investimenti dove sono e affrontandone di nuovi solo dove si può massimizzare il guadagno – come l’energia nucleare – rispetto a investire in fonti alternative e cercare soluzioni a lungo termine.

Così, capita che le onde anomale investano un’enorme centrale nucleare posta sulla Linea di Fuoco del Pacifico, causando disastri cui il risparmio effettuato in precedenza non può sopperire. Se un evento come questo non può essere evitato, certamente si possono limitare i danni, diversificando gli investimenti ed utilizzando ciò che non viene speso in combustibili fossili su ricerche di natura fisica ed energetica: lo sfruttamento del moto ondoso, del vento e del sole non avvelena per centinaia di anni mare e suolo, e non è pericoloso quanto quello dell’uranio, esposto ai venti e posto proprio tra due placche terrestri in movimento.

Giornata Mondiale per la Sensibilizzazione dello Tsunami, la metà della popolazione sarà a rischio entro il 2030

Anche i cambiamenti climatici avvengono per causa puramente scientifica, spiegabile analizzando dal punto di vista fisico, chimico e biologico l’impatto dello sviluppo umano sul sistema terrestre.

Se Cartesio, secoli fa, affermava: “Cogito ergo sum”, oggi politici meno saggi pensano “Se non ne parlo, vuol dire che non esiste”.

Infatti, in Florida è vietato parlare o scrivere riguardo ai cambiamenti climatici: non devono nemmeno essere nominati. Gli ambientalisti, come gli scienziati, sono quindi visti come streghe del ‘300: portatori d’infauste notizie, da isolare ed estirpare, in modo che non possano profetizzare delle chiare falsità ed ottenebrare le menti dei cittadini.

Peccato che, in Florida, la siccità sia in continua espansione, con incendi che devastano il territorio e si espandono ogni anno di più. Certamente risulta più conveniente continuare ad inquinare, affermando che tali questioni non esistono, ma rimane il fatto che non nominare qualcosa non fa sì che non avvenga, anzi: oltre ad aumentare la paura in modo irragionevole, fa sì che gli effetti dell’ignoranza ne rendano ancora più catastrofiche le conseguenze.

florida fire
Incendi in Florida

In Italia, per fortuna, lo stiamo imparando. Finalmente in prima serata di parla di questi argomenti: il sabato sera, su RAITRE, Luca Mercalli conduce il programma “Scala Mercalli”, trasmesso dalla sede della FAO di Roma. La trasmissione sta avendo un buon successo, merito dell’argomento attuale e interessante, del conduttore capace e del pubblico interessato ad approfondire quegli argomenti che determineranno il futuro.

L’acqua contaminata di Fukushima finirà in mare

Inoltre, il 12 marzo è stato consegnato il premio “Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai” presso la Sala del Carroccio, in Campidoglio, alle personalità femminili distintesi in campo ambientale. In particolare, i casi scelti per questa IV edizione sono legati alla battaglia contro i cambiamenti climatici, in vista dell’appuntamento con il Vertice ONU di Parigi, che dovrà decidere su un nuovo accordo globale in tale ambito.

premio wangari maathai

C’è da sperare che il nostro paese diventi all’avanguardia in questo ambito, e che, invece di pensare alle trivellazioni nel mar Mediterraneo, ascolti con attenzione i suoi esperti, valutando come accordare nel miglior modo possibile matematica finanziaria, scienza sociale e le scienze naturali.

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Lo Tsunami insegna, di cambiamenti climatici si deve parlare ultima modifica: 2015-03-13T08:30:34+01:00 da Silvia Faletto

25 anni, vive a Torino, dove studia geografia e lavora presso la scuola del Cottolengo con bambini meno fortunati di lei. Orgogliosamente eporediese (abitante di Ivrea, per i neofiti), la battaglia delle arance è un nervo scoperto del suo carattere: a coloro che la definiscono "poco ecologista" è in grado di rispondere argomentando il contrario! Ama andare in montagna, nuotare, viaggiare, conoscere ed aiutare gli altri. Curiosa ed attenta al mondo, odia i pregiudizi ed il "è impossibile!". Ritiene che l'esperienza e il confronto siano il fondamento della civiltà e della cultura, e per questo... Fa molti errori. Ama scrivere, sorridere e prova ogni giorno a lasciare il mondo un po' migliore di come l'ha trovato. Oltre a lavorare a scuola e studiare all'università, parla 4 lingue ed è un' europrogettista. Ultimamente si sta appassionando alla fotografia. Il suo motto? "la geografia salverà il mondo!".

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