Ice Watch, un enorme orologio di ghiaccio nella piazza principale di Copenhagen per dire al mondo che il cambiamento climatico è un’emergenza e bisogna agire
Un enorme orologio di ghiaccio, una lotta contro il tempo che inesorabilmente lo scioglierà. Diverrà acqua.
Non è un incubo, ma un’opera d’arte, una gigantesca installazione posizionata nella piazza davanti al municipio di Copenhagen. Come spesso accade, quando si parla di sensibilizzazione per i grandi problemi climatici a cui il mondo va incontro, occorre guardare a Nord. Quei Paesi, frangia settentrionale del vecchio continente, sembrano più attenti e consci di quello che realmente sta accadendo e dei rischi che corriamo.
Questi enormi blocchi di neve ghiacciata sono stati prelevati da un fiordo in Groenlandia, gli è stata data la forma di un orologio e sono stati semplicemente abbandonati al loro destino imminente.
Dal 2013 al 2 novembre 2014, il Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC) ha lavorato alacremente alla presentazione del quinto “Rapporto di Valutazione”, il più completo rapporto su ciò che la scienza sa sul cambiamento climatico dal 2007. Per tutto il mese di novembre, pertanto, un centinaio di leaders delegati da tutto il pianeta si riuniranno a Copenhagen per stilare un documento, una specie di riassunto il più chiaro e comprensibile possibile, una “guida scientifica” per il COP 21 di Parigi. Tale documento dovrebbe contenere tutte le informazioni della relazione dell’IPCC.
Probabilmente, e purtroppo, nessuno di noi avrà gli strumenti per accedervi o per comprenderlo. E’ troppo distante da noi la scienza dei trattati, delle ricerche e delle scoperte, salvo quelle che fanno notizia e affascinano il grande pubblico. Pochi scienziati riescono a comunicare con la gente, probabilmente anche perché ostacolati nei loro intenti.
Chi dunque, meglio dell’arte, che “mette in scena” anche i concetti più incomprensibili toccando profondamente la nostra sensibilità e facendo vibrare le nostre emozioni, può fare da portavoce alla scienza? L’arte ci fa fare esperienze fisiche e tangibili: l’orologio si scioglie così come i ghiacciai: il cambiamento climatico li dissolverà con le conseguenze disastrose che purtroppo ignoriamo, ma che ci riguardano, eccome!
Gli artisti (Olafur Eliasson e Minik Rosing) che hanno posizionato queste grandi masse gelate proprio di fronte al palazzo del municipio hanno provocatoriamente scelto blocchi per un totale 100 tonnellate: la quantità di ghiaccio che si scioglie in un centesimo di secondo. “I delegati dovrebbero sbrigarsi”, esortano gli scultori con la loro installazione.
Ma questo Ice Watch esorta anche noi: ci ricorda che siamo parte del sistema, abbiamo un impatto su di esso e possiamo decidere di cambiarlo, di sostenere chi vuole portare avanti tutto ciò che è possibile fare per contrastare l’aumento delle temperature e tutti gli altri problemi che incombono. Le energie alternative, per esempio.
Quel grande orologio di neve ha i minuti contati e ci dice di cambiare le cose, di cambiare il mondo e di cominciare dal nostro stile di vita familiare, individuale. L’arte e la cultura, forse, nel 2014 dovrebbero occuparsi anche di trasmettere e tradurre le ermetiche teorie degli scienziati, aprendo a tutti noi le porte dei summits e toccando le corde del nostro sopito “spirito di sopravvivenza”.
Il sito degli artisti e performers è da visitare, anche per vedere le immagini del processo di montaggio, le reazioni delle persone e il rumore che fa il ghiaccio quando si scioglie…
[Credits foto: Olafur Eliasson e Minik Rosing studio]