Cherche zone blanche dèsespèrèment: avremo una via di fuga?

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Cherche zone blanche dèsespèrèment: avremo una via di fuga? ultima modifica: 2014-06-29T09:00:18+02:00 da Vincenzo Veni
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Elettrosmog e EHS la sindrome di ipersensibilità ai campi elettromagnetici. Ecco i temi del documentario Cherche zone blanche dèsespèrèment

Tra tutti i documentari presentati in quest’edizione di CinemAmbiente Cherche zone blanche dèsespèrèment è senza dubbio il più claustrofobico.

L’inquietante protagonista del film è la tecnologia, il nemico letale che aleggia nell’etere è il campo elettromagnetico.

cherche zone blanche desesperement
Cherche zone blanche dèsespèrèment, la locandina

Vittime delle onde elettromagnetiche sono i malati di EHS (Elettromagnetic Hypersensibility), una patologia che provocherebbe nei soggetti esposti ai campi energetici dei telefoni cellulari, modem wi-fi, e altri apparecchi emittenti “elettrosmog”, alcuni sintomi terribili e altamente invalidanti quali mal di testa, tremore e perdita di memoria.

Coloro che sono affetti da questo morbo sono spesso costretti ad andare in giro con un apparecchio in grado di misurare la potenza del segnale elettromagnetico in modo tale da starne alla larga il più possibile, molti di loro hanno fatto la scelta drastica di andare a vivere lontani dalla città e dalle diavolerie che procurerebbero loro tanta sofferenza, le cosiddette zone bianche, piccoli villaggi situati su colline, a ridosso di boschi e giungle, in cui nessuno utilizza cordless, telefonini e internet senza fili.

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Un’immagine tratta da Cherche zone blanche dèsespèrèment

In ordine di importanza, il secondo problema che affligge gli elettrosensibili è il fatto di non essere creduti dalla comunità scientifica, la quale non riconosce la loro patologia e classifica questi individui come ipocondriaci, ansiosi, malati immaginari.

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Un’ingiustizia terribile agli occhi delle associazioni che riuniscono queste persone e, a quanto pare, agli occhi del regista, il quale lascia intendere che lo scetticismo generale con cui  sono accolti i malati di EHS, è qualcosa di sbagliato e profondamente meschino.

Lo spettatore invece si rende subito conto che qualcosa non quadra, che  l’impianto logico del film è duramente messo alla prova da evidenze, peraltro non celate.

Gli studiosi, dopo vari esperimenti “a doppio cieco”, hanno decretato che i presunti infermi, che spesso dichiarano di non sopportare nemmeno una telecamera accesa nella stessa stanza in cui si trovano, non sono in grado di riconoscere se un telefonino posto dietro di loro è acceso o spento.

Basta cercare EHS su Google per trovare informazioni riguardo gli studi effettuati in merito.

Marc Khanne, il regista, parla di EHS inspiegata dalla comunità scientifica, la realtà sembra essere che l’EHS, più che una patologia inspiegata, non presenta alcuna connessione con l’esposizione ai campi elettromagnetici, dunque non esisterebbe se accettiamo la definizione che ne viene data.

Tutto sommato però questo film ci lascia con una domanda aperta e uno spunto di riflessione: qualora questi campi elettromagnetici risultassero in qualche modo effettivamente dannosi, ipotesi ancora non dimostrata, quanto difficile sarebbe liberarcene e salvare noi stessi?

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Forse un giorno, oltre che preoccuparci dei gas tossici che soffocano il pianeta, con tutti gli esseri viventi che la popolano, dovremo anche pensare a come difenderci da quest’altra gabbia che stiamo costruendo intorno a noi.

Cherche zone blanche dèsespèrèment: avremo una via di fuga? ultima modifica: 2014-06-29T09:00:18+02:00 da Vincenzo Veni
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Cherche zone blanche dèsespèrèment: avremo una via di fuga? ultima modifica: 2014-06-29T09:00:18+02:00 da Vincenzo Veni

Nato a Torino nel 1990, studente di filosofia, amante della cucina naturale e della letteratura. Cerca, imprigionato dal cemento torinese, spazi urbani più naturali e autentici per respirare.

4 Commenti

  1. Purtroppo l’elettrosensibilità (EHS, in inglese) è una malattia NEGATA.
    La negazione ha una valenza estremamente economica e quindi come tale viziata da immensi conflitti di interesse, cominciando dalla ricerca scientifico medica che in questi anni ha prodotto decine di migliaia di articoli scientifici, che relazionano la causalità tra ad es. radiofrequenze ed effetti a livello cellulare e quindi funzionale degli esseri umani (e non solo).
    Le sole prove che il mondo medico-legale riconosce sono etsremamente inaffidabili in quanto il corpo umano non ha un interruttore on/off! nel sito indicato trova delle review che riportano le patways che spiegano le possibile relazioni tra le (varie) onde elettromagnetiche ed i sistemi del ns corpo umano.

  2. Purtroppo in questi casi ci troviamo di fronte ad evidenze che confutano chiaramente la tesi degli elettrosensibili, evidenze che vengono supportate dal fatto che nei soggetti sunti EHS vengono spesso apprezzate condizioni psichiatriche preesistenti (ansia specifica, stress).
    La nostra società ha eletto il metodo scientifico/sperimentale ad autorità per quanto riguarda questioni del genere, leggendo come sono stati condotti gli esperimenti mi sembra ragionevole il fatto che l’EHS non venga riconosciuta come diagnosi.
    Il giorno in cui mi verranno sottoposti studi affidabili che affermano il contrario rivaluterò immediatamente la mia posizione a riguardo.
    Cordialmente

  3. Vincenzo Veni sei un genio. L’elettrosensibilità non esiste. Tu hai capito tutto. Perché ragioni bene. Si capisce anche dalla faccia.

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