Etnobotanica: lo sviluppo sostenibile tra passato e futuro

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Etnobotanica: lo sviluppo sostenibile tra passato e futuro ultima modifica: 2014-06-11T08:16:25+02:00 da Sara Panarella
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Cos’è l’etnobotanica? Quale utilità può avere per il futuro? Queste le domande principali della prima Giornata Etnobotanica dal titolo “Etnobotanica tra passato e futuro, quale risorsa per uno sviluppo sostenibile”. L’evento, che ha avuto luogo il 28 maggio scorso, è stato organizzato dalla Rete degli Orti botanici della Lombardia in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università degli Studi di Milano, l’Orto botanico G.E. Ghirardi di Toscolano Maderno (BS) e il Gruppo Botaniche Applicate della Società Botanica Italiana.
L’occasione per l’organizzazione della Giornata è stata la pubblicazione del volume “Etnobotanica: conservazione di un patrimonio culturale come risorsa per uno sviluppo sostenibile“, edito da Edipuglia.

Etnobotanica: volume presentato durante la Giornata Studio
Volume presentato durante la Giornata Studio

Ma andiamo con ordine. Cos’è l’etnobotanica? Lo spiega chiaramente e in poche parole la prof.ssa Giulia Caneva, docente del dipartimento di Scienze dell’Università di Roma Tre, nell’intervento introduttivo della giornata: “l’etnobotanica è la scienza che descrive in che modo le popolazioni di un certo territorio interagiscono con il patrimonio vegetale che caratterizza il loro ambiente naturale”. Oppure usando le parole del prof. Marcello Nicoletti, docente del dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università La Sapienza di Roma, anche lui relatore al convegno, l’etnobotanica è la madre di tutte le scienze”. Cosa ha trovato l’uomo di più prossimo a sé per affrontare le questioni che di volta in volta si è trovato a dover risolvere?
Il mondo vegetale è stato usato per nutrire e curare se stessi e gli animali allevati. Piante ed erbe sono servite per preparare cosmetici, nei rituali religiosi (come non pensare all’incenso) e in quelli magici, nell’ambito della mitologia e delle leggende. Hanno fornito materiale per costruire giochi e attrezzature per i lavori quotidiani. Con le fibre vegetali sono stati cuciti abiti e fondamentale per la nostra società, è stata prodotta la carta. Tutto ciò ha creato un patrimonio culturale che si è andato ad accumulare e approfondire nei secoli.

Etnobotanica

L’etnobotanica si muove quindi tra questi due mondi, natura e cultura, tra ciò che l’uomo ha trovato intorno a sè e ciò che ne ha saputo ricavare. Ma non solo, si muove anche su uno spazio temporale così come suggerito dai titoli che hanno guidato il convegno. Passato e futuro sono le altre due direttrici che interessano questa disciplina chiamata a conservare un patrimonio di conoscenze che purtroppo si sta perdendo. Come dicevo già in un post precedente le erbe spontanee sono diventate solo erbacce da eliminare. E ad esempio, tornando al precedente riferimento all’incenso, quanti sanno da dove viene ricavato?

L'incenso si ricava dalla corteccia delle piante di Boswellia
L’incenso si ricava dalla corteccia delle piante di Boswellia. Foto: wikipedia

La salvaguardia di queste conoscenze è senz’altro il primo passo tanto che anche l’Unesco nel 2003 ha siglato la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Lo scopo non è però solo quello di ricordarci come “si faceva una volta”. La convinzione è che “una volta” possa tornare attuale costituendo una risorsa verso la strada di una maggiore sostenibilità ambientale. Questo ruolo ponte tra passato e presente diventa chiarissimo se applicato al tema dell’educazione ambientale, attività che può trovare un luogo privilegiato di azione nei musei come il Museo del Fiore di Acquapendente, nel viterbese. Museo come luogo di conservazione e nello stesso tempo di proposte per la diffusione di questi saperi.

Ma anche iniziative come il libro sul prebuggiun di cui ho parlato nel post di domenica scorsa sono un bell’esempio di conservazione e valorizzazione del territorio (al convegno sono stati affrontati anche gli aspetti metodologici di una ricerca etnobotanica).

Naturalmente sono stati moltissimi altri gli spunti e i suggerimenti offerti durante questa prima giornata studio sull’etnobotanica. Potrebbe senz’altro valere la pena riprendere qualche altro aspetto in altro post. Per concludere mi sembra interessante quanto il prof. Nicoletti dice a proposito di sviluppo sostenibile ed Etnobotanica: “all’inizio del XXI secolo l’integrazione tra tutte le conoscenze umane è l’unico possibile scenario per il moderno sostenibile utilizzo delle risorse naturali. L’unica scienza in grado di attuare questa sintesi è l’etnobotanica”.

Etnobotanica: lo sviluppo sostenibile tra passato e futuro ultima modifica: 2014-06-11T08:16:25+02:00 da Sara Panarella
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Etnobotanica: lo sviluppo sostenibile tra passato e futuro ultima modifica: 2014-06-11T08:16:25+02:00 da Sara Panarella

Vive a Torino, bibliotecaria. Si laurea in Filosofia interessandosi di bambini e multiculturalità e si avvicina alla psicoanalisi e alla cura del pensiero. Ha poi quattro bimbi e un cane che insieme a tanta effervescenza aggiungono interessi nuovi, maggior attenzione per l’ambiente e gli antichi mestieri e saperi, lavorazione dell’argilla, uncinetto, raccolta e utilizzo delle erbe. Una moderna “Strega in famiglia”!

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