Lunga coda davanti al primo Miagola caffè italiano di Torino. Cosa significa questo grande accesso di pubblico? Ci siete già stati?
È domenica mattina, nonostante sia primavera, fa un bel freschetto a Torino, quasi piove. Decido, perché la curiosità mi anima da sempre, di prendere un’amica e andare a “ficcare il naso ” al primo bar dei gatti italiano, il MiaGola Caffè di via Amendola.
Ha aperto il giorno prima e ne hanno parlato tutti i giornali, accolto con entusiasmo e grande curiosità. Questo tipo di bar si basa sulla formula caffè + gatti che gironzolano nel locale, si fanno accarezzare, dormono. In pratica stanno come a casa loro.
Faccio una piccola ma necessaria premessa: io amo i gatti, non riesco a immaginare una vita senza un felino accanto. Sono abituata ai gatti, anche ad averne molti attorno. Dunque l’idea di un bar con felini mi diverte, mi intenerisce e mi incuriosisce tutto allo stesso tempo.
Quando giungiamo puntuali come degli svizzeri alle 10, orario di apertura domenicale, la serranda è ancora abbassata, ma ci sono già in coda almeno 10 persone.
Avete letto bene, in coda. Dieci persone. Sta quasi per piovere ed è domenica.
Va bene, mi dico, ne approfitto per sbirciare le vetrine, per cercare di vedere qualche gatto dormiente. È tutto buio e non vedo anima viva… Leggo le regole del bar, tra cui “non fate rumori molesti” e altri comportamenti di buon vivere civile con degli animali. Non si possono portare cani, se ci state pensando.
I gatti sono tutti presi da gattili, e- così ho letto- all’interno del locale c’è una video bacheca per le adozioni di altri animali bisognosi.
Alle dieci e dieci circa, la fila conta venti persone, e una serranda semi alzata. Buio totale all’interno e numerosi bambini che si avvicinano alle vetrine speranzosi.
Sono le dieci e venti, io ho freddo, e anche fame. Si affaccia una ragazza a una vetrina e mostra un bellissimo gatto ai bambini appiccicati al vetro, e dopo un minuto circa, il gatto se ne va comprensibilmente a dormire in una cuccia.
Alle dieci e trenta la fila è lunga, i bambini tanti, la mia pazienza finita.
Inizio a pormi delle domande sugli astanti, tipo “ma non avete gatti a casa da guardare?” oppure “Portate qui i bambini a vedere i gatti perché così poi non li dovete avere in casa?”
Quando mi rendo conto che io ho 4 gatti a casa, salvati da disparati destini e ho anche la moka, oltreché dei biscotti per fare colazione, desisto e lascio la coda con la mia amica.
La fila ha i primi cedimenti, alcuni vanno nel bar all’angolo, per sorvegliare il gruppo al caldo (mangiando), altri desistono e vanno a casa.
Il punto è, cosa dice di noi quella fila davanti al MiaGola Caffè? Non abbiamo il coraggio di adottare un gatto e veniamo a vederli e toccarli mentre facciamo colazione? Oppure ricerchiamo il loro calore felino, la loro bellezza, in ogni momento della giornata, anche quando non siamo a casa?
Comunque, se ve lo state chiedendo, tornerò. Ho ancora molte curiosità.
Ciao!
Volevo solo dire che a volte non è solo il “coraggio che manca” a non far prendere un animale con sè… ma purtroppo è semplicemente lo stile di vita che uno conduce.
Gli animali non sono un soprammobile: richiedono tempo, da dedicare al rapporto con loro proprio e se uno esce di casa alle 8 di mattina e torna alle 8 di sera… e prende lo stesso un animale beh… probabilmente l’ha scambiato per un suppellettile… questo solo secondo il mio punto di vista ovviamente… 🙂
Tania