Stromboli, in anteprima la storia di un’isola che cambia la vita

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Stromboli, in anteprima la storia di un’isola che cambia la vita ultima modifica: 2019-04-14T08:00:32+02:00 da Emanuel Trotto
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A volte il destino e la vita sono molto curiosi. Perché il primo sembra che tracci davanti a noi una strada definita che ci può cambiare. Sia che si voglia seguirla, sia che si lotti per cercare una deviazione. La vita, invece, dimostra che, per quanto il destino possa formarci (nel bene e nel male), noi non cambiamo affatto. Restiamo fondamentalmente noi stessi. Questo ragionamento lo constatiamo su noi stessi ma anche su chi ci sta attorno.

Soprattutto su chi non vedi da un sacco di tempo. Persone delle quali rischi di perdere contatti perché, per un motivo o per l’altro, questo può succedere. Conservi un determinato ricordo di quella persona e, proprio quando la incontri di nuovo, nulla sembra essere cambiato. Perché è così la vita. Anche se è cambiato tutto, non è cambiato nulla.

Stromboli Locandina

Così è successo al sottoscritto per Elis Karakaci. È stato un mio compagno di Università al DAMS di Torino. Ci conosciamo, praticamente, dal primo anno. Era l’anno in cui facevo ancora il pendolare fra Biella e Torino. Lui ai tempi lo conoscevo solo di vista e qualche saluto sporadico. Ero avido di conoscere e di integrarmi. Ma, soprattutto, buttare alle spalle l’isolazionismo liceale.

Elis era uno dei tanti che conobbi  allora, assieme a tanti, tantissimi altri. Soprattutto nel secondo semestre ebbi modo di approfondire i rapporti e le amicizie. Elis dacché lo conosco me lo sono sempre ricordato come un ragazzo tranquillo e alla mano. Come molti altri (tra cui anche io) era molto motivato a fare del cinema una propria ragione di vita.

Lui aveva già diretto qualche lavoretto amatoriale ancora prima di iniziare l’Università. Dopo di che, già da quel fatidico 2009-2010, ne ha girati molti altri. Fra di essi vi sono Cin Cin Pupa¸ Il rosso che ti cambia la vita, Ceci n’est pas, Tutti dormono, Il Nemico è la fuori, Il fotografo. Da Ceci n’est pas in poi è iniziata la collaborazione (ma soprattutto una grande amicizia) con Alessandro Genitori. Laureato in giurisprudenza, iscritto all’albo dei giornalisti (e con all’attivo diverse collaborazioni fra cui con La Stampa) appassionato di cinema e fotografia, con Elis realizza oltre a diversi cortometraggi, due documentari.

Elis Karakaci, uno dei registi di "Stromboli"
Elis Karakaci, uno dei registi di “Stromboli”

Il primo è Storia di 1 Tram documentario storico sulla storia di Torino negli anni ’30 realizzato grazie alla società di produzione Torinese Cinemage e del Consiglio Regionale del Piemonte. Il secondo è Stromboli – Fuoco terra mare e vento. Quest’ultimo realizzato con il contributo della Film Commission Messina e del Museo del Cinema di Stromboli. Non solo, ne hanno un terzo in pre-produzione tramite una campagna di crowfounding, Chirurgia in trincea.

La vita e il destino, dicevo. Poche settimane fa è arrivato su Facebook l’invito per la proiezione, in anteprima, l’8 aprile 2019 presso il Cinema Massimo di Torino, di Stromboli, presentato dagli autori. La proiezione è stata promossa dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema e il suo presidente, Vittorio Sclaverani, ha presentato il film assieme ai registi. Non sto raccontando tutta la loro storia solo perché in preda a uno spirito proustiano. Ma anche perché sarebbe pressoché impossibile separare la vita e il destino da questo film. Perché questo film permette di capire quanto vita e destino possano essere beffardi.

Alessandro Genitori (a destra) e Elis al lavoro sulle pendici del vulcano
Alessandro Genitori (a destra) e Elis al lavoro sulle pendici del vulcano

Il film è un documentario di un’ora che ci porta a scoprire un’isola veramente immensa (per storie) che è Stromboli. Parte con i suoni del vento che muove le onde, sui titoli. Poi parte con una immagine dell’acqua cristallina, a perdita d’occhio. E in mezzo a questo turchese, come una nave, si staglia l’isola. E poi compaiono i vicoli, i volti delle persone. Di chi è nato, di chi, dopo essere arrivato come turista, ha deciso poi di rimanerci come isolano. Qua sta proprio la dualità destino e vita. Perché il destino, in qualche modo, ti ha condotto a Stromboli. Magari, appunto per una vacanza come un’altra. Ma, ti lascia qualcosa che ti spinge a tornare, e a restare. E la vita riscopre una ricchezza di cui non si era coscienti. Tu non sei cambiato, sei solo più cosciente.

Ma cosciente di che cosa? Innanzitutto del valore del tempo e delle piccole cose. Fra le più scontate il tempo, che riteniamo di avere in abbondanza. A Stromboli si può fare tutto senza calcolare il tempo, e lasciando che il tuo corpo si adatti alle fasi di luce ed ombra. Qualcosa di sempre presente ma che, con orologi dovunque, abbiamo dimenticato. E arrivi ad accettare anche la morte più serenamente, come parte di un ciclo molto più grande di te. Una cosa del genere non la puoi capire meglio che su un vulcano in attività, sotto il quale scorre lava, il sangue della Terra. Su uno dei più immediati spiragli con il suo centro. E salendo alle pendici del vulcano ti senti un piccolo moscerino. Di fronte alla sua maestosità ed immensità neppure le riprese coi droni osano alzarsi oltre le pendici del monte. Una manifestazione del rispetto degli autori.

Il vulcano e il mare e l’isola stessa rendono coscienti di altro. Della coesistenza dei quattro elementi della Natura: Fuoco, Terra, Acqua e Aria. Quest’ultima è il vento marino che sferza sulle spiagge nere. Il vento è anche colui che veicola la voce. Fa sì che le parole dei drammaturghi arrivino alle orecchie e al cuore degli spettatori. Questo è quello che fa la Festa del Teatro Eco Logico. Essa si svolge all’inizio dell’estate. Non si usa energia elettrica, né tanto meno amplificatori. Pubblico e artisti sono allo stesso livello. E il teatro, ritorna ad essere il grande fenomeno religioso nel senso di relegare le persone. Fra loro e con la Natura. La Natura che è anche fuoco, della lava e della Festa del Fuoco, altra iniziativa estiva che anima l’isola.

Parlare oggettivamente di questo film non è facile. Perché, come loro stessi hanno dichiarato, volevano raccontare delle sensazioni. Senza seguire una linea guida che non fosse quella dei quattro elementi/sensazioni. Il tutto è partito da Alessandro, siciliano, che ha cercato di raccontare questa sensazione a Elis. E il solo modo perché capisse era andare a Stromboli e realizzare il film. Proprio mentre erano in pre-produzione per questo film Elis ha scoperto che sarebbe diventato padre. Torino e Stromboli sono diventati per lui una materializzazione fisica della vita e del destino. Racconta Alessandro «Dopo una lunga giornata di riprese Elis si volta verso di me e mi dice: ‘Ora ho capito’».

Dopo la proiezione, sono andato a salutare sia Alessandro che Elis. Il mio vecchio compagno di Università mi ha ringraziato di essere stato presente. Il piacere è stato tutto mio. Gli ho augurato il meglio, per tutto. Poi è tornato a fare public relations, per la successiva proiezione. Sono stato certo di due cose: che lui non è cambiato e che a Stromboli (dopo averci portato tutti assieme ad Alessandro), ci ritornerà.

Stromboli, in anteprima la storia di un’isola che cambia la vita ultima modifica: 2019-04-14T08:00:32+02:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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