Make Something Week, recupero e riciclo creativo: così Greenpeace si oppone al consumismo del Black Friday

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Make Something Week, recupero e riciclo creativo: così Greenpeace si oppone al consumismo del Black Friday ultima modifica: 2018-11-30T08:00:30+01:00 da Valentina Tibaldi
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Comprare, comprare, comprare. E se invece il motto fosse: fare e rifare? Riusare e riciclare? Riparare e ricostruire? Al grido di “reinventiamo il Black Friday, Greenpeace ha lanciato una vera e propria sfida allo shopping compulsivo da remoto: la Make Something Week. Si tratta di un festival globale, in corso dal 23 novembre al 2 dicembre, che invita le persone a riunirsi per creare a partire da oggetti vecchi e materiale di recupero, anziché acquistare prodotti sempre nuovi, spesso inutili e di solito iper-imballati in materiali plastici.

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Make Something Week, iniziativa anti-plastica a Milano. Immagine @Greenpeace

E così in tutto il mondo, centinaia di laboratori diventano terreno fertile per liberare creatività, sfoggiare manualità, condividere abilità e aprire la mente verso nuove soluzioni sostenibili.

Make Something Week, i numeri della resistenza al Black Friday

295 eventi in 40 Paesi. Questi i numeri di un’iniziativa che, basandosi su principi condivisi da un lato e impegno personale dall’altro, ha del contagioso. In Italia le azioni dichiarate sono 30, distribuite tra Milano, Torino, Napoli, Palermo, Pisa, Roma, Salerno, Bari, Genova, e Messina. Non solo Greenpeace è in prima linea: anche Giacimenti e Zero Waste Italy, Fashion Revolution, Restarters e Surfriders prenderanno parte, in qualità di partner, alla Make Something Week.

Make Something Week, in Italia è lotta alla plastica

In Italia l’edizione della Msw ha un focus particolare, e particolarmente importante: la lotta alla plastica. Da un lato, Greenpeace si concentra sulla riduzione di imballaggi di plastica e oggetti di plastica monouso nelle aziende. Dall’altro, invita tutti noi, famiglie e individui, a ridurre gli scarti e i consumi superflui in favore del riuso e del recupero.

Dai piatti usa e getta alle bottiglie di plastica, dai flaconi alle migliaia di prodotti confezionati che invadono i nostri supermercati, agli imballaggi che siamo costretti ad acquistare ogni volta che facciamo il più semplice dei regali. E così ogni minuto che passa, nei mari del Pianeta finisce l’equivalente di un camion pieno di plastica” ammonisce l’associazione ambientalista. “Sappiamo che il riciclo non è sufficiente per contrastare questa grave emergenza ambientale. L’unica possibilità per intervenire in modo risolutivo è ridurre, drasticamente e con urgenza, la produzione e l’utilizzo di questo materiale“.

#Makesmthng!

make something week, upcycling
Vetro, stoffa, capsule del caffè. Oppure vecchi oggetti come cd, videocassette, scatole di latta. Il potenziale dei rifiuti o delle cose destinate alla soffitta (piuttosto che alla discarica) è illimitato. Soprattutto per chi ha mente aperta e mani capaci di trasformare il vecchio in bello. E allora perché non sbizzarrirsi con le forbici o la colla, il cucito o il bricolage, per creare nuovi oggetti tramite l’upcycling? Le idee sono infinite, così come i campi di applicazione. Dagli accessori ai pupazzi, dalla biancheria alle suppellettili, da veri e propri mobili di recupero alle decorazioni natalizie.

Dopo aver creato o ri-creato, la Make Something Week invita i partecipanti a condividere il proprio risultato tramite i social e l’hashtag #Makesmthng.

make something week natale

Un’opportunità in più per dichiarare il proprio dissenso nei confronti dello spreco. Affermando pubblicamente la propria adesione a principi di sostenibilità e dicendo basta, in un unico gesto, a un consumismo dilagante. Una buona occasione e un’ottima esercitazione in vista del Natale.

Make Something Week, recupero e riciclo creativo: così Greenpeace si oppone al consumismo del Black Friday ultima modifica: 2018-11-30T08:00:30+01:00 da Valentina Tibaldi
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Lettrice accanita e scrittrice compulsiva, trova in campo ambientale il giusto habitat per dare libero sfogo alla sua ingombrante vena idealista. Sulla carta è laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione per la Sostenibilità, nella vita quotidiana è una rompiscatole universalmente riconosciuta in materia di buone pratiche ed etica ambientale. Ha un sogno nel cassetto e nella valigia, già pronta sull’uscio per ogni evenienza: vivere di scrittura guardando il mare.

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