Vita di Pi – Per il Tiger Day una favola di formazione e convivenza

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Vita di Pi – Per il Tiger Day una favola di formazione e convivenza ultima modifica: 2018-07-29T08:00:42+02:00 da Emanuel Trotto
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Piscine Molitar Pateli, detto Pi, decide di raccontare ad uno scrittore in crisi la sua storia. Di come, da figlio del proprietario dello zoo di Pondicherry, è stato costretto ad emigrare. Di come, durante il viaggio, una tempesta ha affondato la nave su cui viaggiava. Di come sono sopravvissuti solo lui e una tigre del Bengala, condividendo la stessa scialuppa… Oggi 29 luglio si celebra in tutto il mondo il Tiger Day.

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International Tiger Day

Il 29 luglio non è un giorno qualsiasi per chi si occupa della salvaguardia degli animali. Da otto anni il 29 luglio è il Global Tiger Day, detto altrimenti International Tiger Day. Si tratta di una celebrazione annuale per la conoscenza e la conservazione delle tigri. Fu stipulato il 23 novembre 2010 dai principali Paesi asiatici nei quali la tigre vive. In questo documento viene appurato dai vari Paesi che il loro animale più iconico sta scomparendo (negli ultimi dieci anni c’è stato quasi un dimezzamento della popolazione). Si riconosce altresì la tigre come uno dei più importanti indicatori della salute del suo ecosistema. Di conseguenza, non si rischia solo l’estinzione del felino, ma anche la perdita di un elemento portante della biodiversità asiatica.

Nel documento si attesta la comprensione del ruolo degli accordi per la conservazione della diversità biologica e la protezione delle specie rare e a rischio. Si promette di fare tutto il possibile per gestire, preservare l’habitat naturale di questi animali; combattere il bracconaggio e la tratta di animali esotici; creare con le popolazioni indigene un rapporto di collaborazione, riducendo l’impatto negativo che può avere su questi animali la presenza dell’uomo. Questo ed altro per le generazioni future.

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Il Tiger Day si celebra non solo nei paesi firmatari, ma in tutto il mondo e con varie iniziative. Ad esempio WWF Italia ha lanciato una campagna (dal 18 al 29 luglio) per adottare simbolicamente di una tigre. Lo si può fare tramite la campagna A-Mici”, inviando tramite i principali social selfies con il proprio piccolo felino che il WWF pubblicherà sui propri profili. L’obiettivo è raggiungere le 3.890 adozioni, quante le tigri rimaste allo stato brado. Ciò nella prospettiva globale di raddoppiare il numero di animali entro il 2022.

Ma chi sono i paesi firmatari? Fra essi vi sono la Cambogia, la Cina, il Nepal, la Russia, la Thailandia, il Vietnam e, ovviamente l’India. Nella cultura indiana la tigre è una creatura enigmatica. Il dio hindù Shiva è l’unico in grado di domarla; la dea Durga la cavalca in battaglia. Rappresenta, in sostanza, la forza di schiacciare qualsiasi avversità. Rappresenta la Natura in tutta la sua forza ed energia. Per questo le tigri sono simbolo di forza che accresce quella di coloro che accompagnano. 

Il film

Non può esserci film che possa raccontare meglio questa sua simbologia quanto il kolossal Vita di Pi (2012) di Ang Lee. Qui il maestoso felino ha una funzione quasi sciamanica.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo del canadese Yann Martell. Racconta l’incredibile vicenda di un adolescente indiano, Piscine detto Pi, che sopravvive al naufragio della nave che lo avrebbe dovuto portare in Canada. In esso perde la sua famiglia e la maggior parte degli animali dello zoo che la stessa possedeva. Scopo del viaggio era di vendere gli animali per poter restare in America, in quanto la vita in India stava divenendo finanziariamente impossibile.

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Dello zoo rimane soltanto un orango, una zebra e una iena. Apparentemente. Assieme a Pi condividono lo spazio di una scialuppa. Essi si riducono rapidamente quando la iena uccide la zebra e la scimmia. Pi rischia di fare la stessa fine, quando, dalla parte coperta dell’imbarcazione, spunta fuori una tigre che uccide la iena. Pi, dapprima è terrorizzato dal felino. Cerca di ingannarlo facendolo finire in acqua, salvo poi salvarlo dall’annegamento. Impara poi a conquistarsi la fiducia della tigre, soprannominata Richard Parker. Pi capisce che lui e Richard sono uno lo specchio dell’altro: tanto lui è vegetariano e riflessivo, quanto l’animale è carnivoro e istintivo.

Sta proprio qui la differenza fra la ferocia animale e quella umana: l’animale può essere feroce per istinto, l’uomo lo è con raziocinio. Per questo più pericoloso. Richard uccide la iena perché fa parte del suo istinto di cacciatore. Non può permettere che un altro predatore minacci il suo territorio di caccia e le sue fonti di cibo. E Pi, all’inizio non è altro che una preda. Man mano che prosegue la narrazione, si fa sempre più evidente che la storia di Pi è una trasfigurazione dell’approccio alla religiosità umana. Pi parte credendo in tutte le religioni e nessuna, vuole sapere, vuole capire. La sua avventura non è altro che il doloroso passaggio dall’innocenza all’età adulta. La prova che la crescita spesso passa per il dolore.

Sono i modi in cui il dolore si manifesta e come lo si affronta che fanno la differenza. E la tigre Richard Parker è il demiurgo di questo importante passaggio. Essa libera Pi dai condizionamenti che l’essere umano usa per sottomettere tutto e tutti. Rivela a Pi la sua fragilità umana e lo invita a reagire. L’animale è superiore per quanto riguarda la forza fisica, l’umano per quella mentale. Ma su una scialuppa in un deserto d’acqua, singolarmente, sono inutili. Imparano a convivere e a essere una cosa sola. La vicinanza di Richard per Pi è lo stimolo a non lasciarsi andare. Al momento opportuno, quando la crescita spirituale si è conclusa, le loro strade si divideranno. Assunto il proprio compito la tigre se ne andrà senza voltarsi indietro.

Scheda film

  • Titolo originale: Life of Pi;
  • Regia: Ang Lee;
  • Sceneggiatura: David Magee (dall’omonimo romanzo di Yann Martell);
  • Interpreti: Suraj Sharma (Piscine Molitar Pateli detto Pi), Irrfan Khan (Pi adulto), Rafe Spall (Yann Martell), Gérard Depardieu (cuoco francese), Tabu (madre di Pi), Adil Hussain (padre di Pi), Andrea Di Stefano (prete);
  • Origine: USA, 2012
  • Durata: 127′
  • Temi: Cinema, Animali, Biodiversità

Vita di Pi – Per il Tiger Day una favola di formazione e convivenza ultima modifica: 2018-07-29T08:00:42+02:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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