Deserto Verde a CinemAmbiente: la desertificazione dei boschi in Portogallo tra monocolture di eucalipto e incendi incontrollati

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Deserto Verde a CinemAmbiente: la desertificazione dei boschi in Portogallo tra monocolture di eucalipto e incendi incontrollati ultima modifica: 2018-05-28T08:00:29+02:00 da Daniela Zora
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Nel giugno 2017, una serie di incendi si sono sprigionati in località Escalos Fundeiros, nel comune di Pedrógão Grande. Spenti solamente una settimana dopo, il 24 giugno, i roghi hanno investito ben sette comuni, seminando morte e distruzione. Alla base del propagarsi incontrollato di questo fenomeno, una combinazione di cause come la siccità, il vento caratteristico di questi territori, ma soprattutto l’indiscriminato espandersi della monocoltura dell’eucalipto e del pino.

“Da alcuni anni volevo girare un documentario sulla monocoltura dell’eucalipto in Portogallo e, dopo l’incendio del 17 e 18 giugno 2017, descrivere le conseguenze ambientali e sociali di decenni di monopolizzazione del territorio del Pinhal Interior Norte, in cui vivo per alcuni mesi l’anno, è diventata un’urgenza.”

Queste le parole del regista Davide Mazzocco, sugli schermi della XXI edizione di CinemAmbiente con Deserto Verde (Portogallo/Italia, 59’, 2018). La proiezione è prevista per il 2 giugno 2018 alle 18 presso il Centro Studi Sereno Regis. Un documentario con cui Mazzocco ha voluto denunciare e portare alla luce una tematica da non trascurare oltre: “La monocoltura dell’eucalipto non è soltanto una minaccia per la flora e la fauna ma, nella sua dimensione di coltivazione intensiva, compromette le economie locali e il tessuto sociale”.

Manifesto a cura di Paula Lopes Dias
Manifesto a cura di Paula Lopes Dias

Il suo film-documentario, diviso in tre parti, testimonia e approfondisce da prospettive differenti quest’emergenza reale, di cui farsi carico in maniera improcrastinabile.

L’incendio e le testimonianze

Inizialmente, lo spettatore sarà proiettato al centro dell’incendio: protagoniste le fiamme, alternate alle voci di chi è stato coinvolto in prima persona nei roghi e durante i momenti di caos e panico generatisi di conseguenza. Sarete resi partecipi della testimonianza delle persone che hanno vissuto il terrore della morte imminente sulla propria pelle e su quella dei propri familiari e che hanno riportato danni fisici e psicologici non indifferenti. Come dichiarato da Marta da Conceiçao, anziana abitante di Nodeirinho: “Sono stati momenti terribili, senza spiegazione. […] La foresta è andata. […] Ho 84 anni e non ho mai visto nulla di simile”.

Marta da Conceiçao, anziana abitante di Nodeirinho, uno dei paesi colpiti dagli incendi
Marta da Conceiçao, anziana abitante di Nodeirinho, uno dei paesi colpiti dagli incendi

Nel corso del documentario, sarà spiegato largamente come mai i mezzi per spegnere l’incendio siano stati insufficienti, quali fattori non abbiano permesso ai pompieri di estinguere i roghi in breve tempo e di mantenerli circoscritti, perché siano stati necessari ben sette giorni per completare l’operazione.

Danni ad abitanti, flora e fauna

deserto verde incendi

Il triste bilancio finale è purtroppo di 65 morti, 254 feriti, 500 case distrutte di cui 140-160 prime case e 53.000 ettari di area boschiva carbonizzati (una superficie pari all’estensione dei territori comunali di Milano, Genova e Napoli messi insieme). Hanno riportato danni anche i vigili del fuoco in seguito all’inalazione di sostanze tossiche. Per non parlare degli innumerevoli animali uccisi e arsi vivi, intere vite distrutte.

Toccante e significativo il frammento in cui Paula Lopes Dias, moglie del regista, si reca in sopralluogo nella desolazione del bosco ferito e bruciato, dove prima c’erano le sue api: “Mia moglie Paula si è trovata in uno dei villaggi assediati dalle fiamme il 18 giugno. […] La scena in cui, ad alcune settimane di distanza, verifica i danni provocati dalle fiamme alle arnie della sua famiglia credo sia, per il simbolismo che esprime, una delle più forti del documentario”. 

L’intervento di Camargo

Nella seconda parte, opera centrale del lavoro di Mazzocco, sarà mostrata una chiarificatrice intervista a João Camargo, ingegnere zootecnico e ambientale, nonché ricercatore dell’ICS (Istituto di Scienze Sociali) dell’Università di Lisbona. Camargo, attraverso un’approfondita analisi, “fa comprendere i rapporti di causalità fra cambiamenti climatici e disastri naturali, le responsabilità politiche nell’impoverimento delle aree rurali e montane del Portogallo e le possibili soluzioni per evitare tragedie come quella dello scorso giugno”.

L’eucalipto tra le maggiori cause

Camargo chiarirà, inoltre, come l’eucalipto figuri tra i maggiori responsabili della diffusione degli incendi. Non tralasciando la componente altamente infiammabile caratteristica degli oli dell’albero di eucalipto, bisogna sottolineare che questa pianta, se coltivata come monocoltura, monopolizza il territorio. La sua coltura dura per pochi anni per poi lasciarsi dietro solamente desertificazione e terreni sterili in cui non è più possibile piantare nient’altro. Ecco spiegato il titolo del film: Deserto Verde. Una coltura che illude di portare profitti e prosperità, mentre dissipa risorse ed energie in poco tempo, per lasciarsi il vuoto alle spalle.

L'intervista a João Camargo analissa la situazione da più prospettive
L’intervista a João Camargo analissa la situazione da più prospettive

“A Pedrógão Grande è avvenuta un’aberrazione climatica. Il problema è che le aberrazioni climatiche, nel territorio mediterraneo e in tutto il mondo, stanno diventando sempre meno aberrazioni e sempre più eventi frequenti, quanto dichiarato da Camargo necessita di una rapida presa in carico del problema e di un’attenta e concreta ricerca di soluzioni.

Uno sguardo al futuro: soluzioni e trascuratezze

“Purtroppo, a quasi un anno, in molte zone interessate dagli incendi sono stati piantati nuovi eucalipti, segno evidente che l’incendio di Pedrógão Grande e tutti gli altri roghi dell’estate e dell’autunno 2017 non hanno insegnato nulla”. Quanto si apprende dalle amareggiate parole di Mazzocco lascerebbe poco spazio alla speranza di un futuro diverso, in cui gli uomini riescano a fare prevenzione.

Esiste allora una soluzione a tutto questo? Anche e proprio per questo motivo, Deserto Verde vuole aprire gli occhi e mostrare che esistono alternative vincenti.

Cambiare paradigma e ripristinare la biodiversità è possibile
Cambiare paradigma e ripristinare la biodiversità è possibile

Nella parte conclusiva del bel documentario Pedro Pedrosa, abitante del villaggio di Ferraria de São João, rivelerà che una soluzione è possibile e, anzi, nella sua zona è già stata avviata una piccola rivoluzione ecologica.

Grazie all’impegno civile e politico e all’assunzione di responsabilità e consapevolezze nuove, una soluzione sostenibile è sempre possibile.

Non vogliamo togliervi curiosità e interesse. Per indagare a fondo cause e possibili alternative alla questione dello sfruttamento e del degrado di questi territori, vi invitiamo a partecipare alla proiezione e all’incontro che seguirà il film con l’autore e Guendalina Tondo.

Buona visione!

Ph credits: ©Davide Mazzocco

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Sensibile e curiosa per natura, animalista e attratta dalle tematiche ecologiche fin dall'infanzia. A 16 anni diventa vegetariana. Si definisce "un'appassionata" perchè mette tutta se stessa nelle cose di cui si occupa e non riesce a restare indifferente a nulla. Laureata in Scienze dell'Educazione, sempre attenta ai più piccoli e al più delicato degli esseri viventi, adora la natura, ama leggere libri in mezzo al verde e ha la valigia sempre pronta per qualche viaggio (anche immaginario). La scrittura è il suo rifugio, tratta e dialoga con le parole come fossero amiche. Con questa collaborazione raggiunge uno dei suoi piccoli grandi sogni: scrivere per un giornale!

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