Quello delle mense scolastiche, in Italia, è un tema molto discusso tra genitori, dirigenti, insegnanti e amministrazioni comunali. E non sempre per gli aspetti positivi: infatti, sono tantissime le segnalazioni, da nord a sud, sull’abbassamento della qualità del cibo e sull’aumento delle tariffe.
Tuttavia, ci sono anche delle eccezioni: è il caso, per esempio, dell’Istituto di Campolongo Maggiore, in provincia di Venezia; la scuola Marconi di Grassina, in provincia di Firenze; della primaria Rio Crosio di Asti.
La mensa biologica e sostenibile di Campolongo Maggiore, Venezia
La scuola di Campolongo Maggiore, in provincia di Venezia, ha ideato un modello di mensa sostenibile ed ecologica.
Da una richiesta del comitato genitori all’amministrazione comunale, è stato promosso un miglioramento del servizio mensa con lo scopo di:
– fornire ai bambini un menù preparato con ingredienti provenienti da agricoltura biologica
– ridurre i rifiuti prodotti dalla mensa scolastica, attraverso l’utilizzo di piatti in ceramica e bicchieri in vetro, ed eliminando le bottiglie di plastica a favore dell’acqua del rubinetto in brocca, regolarmente controllata
– sensibilizzare le famiglie, i bambini, il corpo docente e dirigente e gli operatori sulla questione ambientale, attraverso progetti di educazione alimentare
Evitare gli sprechi nelle mense scolastiche si può
In provincia di Firenze, alla primaria Marconi di Grassina, è stato attivato un progetto particolare.
Nel corso dell’anno scolastico 2016/2017 i cibi non sporzionati alla mensa, rimasti integri nel loro contenitore, sono stati messi da parte e ridistribuiti.
Ciò è stato possibile grazie all’abbattimento della temperatura dei cibi (la scuola possiede, infatti, un abbattitore): significa sottoporre gli alimenti a un abbassamento di temperatura in tempi talmente brevi da evitare la naturale riproduzione dei batteri, conseguente alla preparazione dei cibi, così da non provocare danni nelle persone che li consumeranno.
Dopo aver abbattuto la temperatura, i cibi sono conservati in frigorifero, dopo essere stati etichettati con la descrizione degli ingredienti e la data di scadenza fino al sabato mattina.
Il sabato, presso la sede della Caritas cittadina, questi cibi sono distribuiti alle famiglie bisognose, attraverso genitori volontari e operatori della Siaf, la società che si occupa della mensa scolastica.
Nell’anno scolastico 2016/2017 sono avanzate circa tre porzioni per classe al giorno, per un totale di 8.900 porzioni di cibo, che sono state ridistribuite alle famiglie più bisognose.
Queste le parole del sindaco di Grassina:
«Si tratta di un’iniziativa educativa di grandissima importanza. Ai bambini innanzitutto s’insegna a finire tutto quello che c’è nel piatto, pietanze che la nostra società di refezione prepara con ingredienti di filiera corta e qualità riconosciuta da Slow Food.
Ma soprattutto a non sprecare ciò che avanza, perché tutto può essere recuperato: in questo caso a beneficio di persone più fragili, in difficoltà economiche.
Il progetto anti-sprechi, che durante l’anno scolastico è accompagnato da laboratori di cucina e incontri con le famiglie sul cibo, promuove quindi allo stesso tempo i principi di un’alimentazione sana, della sostenibilità e della solidarietà».
Scuola alimentare: zero spreco in mensa
Nella scuola primaria Rio Crosio di Asti, in Piemonte, è stata promossa un’iniziativa dal titolo “Scuola alimentare: zero spreco in mensa”: si tratta semplicemente di assicurare a ciascun commensale la giusta porzione.
In questo modo si evita di sprecare cibo: le porzioni intatte avanzate, infatti, vengono donate alle persone in difficoltà economiche.
Ogni giorno una classe di 25 studenti avanza 6 porzioni di cibo: essendo i bambini della scuola 450, si riesce a donare ogni giorno circa quaranta porzioni.
A rendere realtà l’idea della “scuola alimentare” è stato l’impegno del maestro Giampiero Monaca, che è convinto che l’ora del pranzo sia un tempo di didattica esattamente come quello delle lezioni, e per questo bisognava organizzare un flusso in grado di non sprecare stando attenti alla qualità dell’alimentazione dei bambini.
I bambini, grazie a questa iniziativa, hanno acquisito una maggiore consapevolezza del cibo imparando a servirsi solo delle quantità che effettivamente riescono a mangiare.
Quello che possiamo fare è passare parola
Come abbiamo visto da questi pochi esempi, esempi virtuosi di mense scolastiche esistono: basta diffondere i loro modi di fare anche ad altre realtà che vogliono raggiungere gli stessi obiettivi. Basta passare parola.