Apecar, il pezzo scanzonato dei Mercanti di Liquore per ridare valore a ciò che buttiamo

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Apecar, il pezzo scanzonato dei Mercanti di Liquore per ridare valore a ciò che buttiamo ultima modifica: 2017-11-18T08:30:41+01:00 da Alberto Pinto
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Un ritmo orecchiabile e un messaggio nobile che ci invita a riscoprire il valore degli oggetti e a dar loro una seconda possibilità. Si intitola “Apecar”, ed è uno dei brani più celebri della band folk di origini lombarde Mercanti di Liquore, contenuto nell’album del 2002 “La musica dei poveri“.

Mercanti-Di-Liquore-
Una vera e propria chanson che, come da tradizione, racconta una storia da tramandare da una generazione all’altra. Una storia di buone pratiche e di piccole abitudini quotidiane che, con un pizzico di attenzione, possono fare grandi differenze per l’intera comunità e per il pianeta.

È così che, grazie allo sguardo e alla saggezza dell’umile autista di un’apecar, il bellissimo brano dei Mercanti di Liquore ci invita a non disfarci con sufficienza degli oggetti che ci circondano. Quante volte, senza pensare, buttiamo via un oggetto rotto o che non ci serve più? A ben guardare, quello stesso oggetto può essere riparato o, nell’estremo dei casi, trasformato in qualcos’altro.

Recupero creativo delle bottiglie di plastica
Recupero creativo delle bottiglie di plastica

Il simpatico personaggio della canzone, immaginato dalla fantasia dei Mercanti di Liquore, non ha alcun dubbio in merito. “Se guardi con attenzione nella spazzatura”, ci dice il testo, “Ci sono molte cose di ottima fattura. Radioline, sedie, tavolini e biancheria, cose che stranamente la gente butta via”.

Tutto sarebbe molto diverso se, come individui e come società, abbandonassimo la cattiva usanza consumista di produrre rifiuti senza limite e senza criterio, avvicinandoci invece alla cultura del recupero e del riciclo. “Buttano le cose che bastava riparare. Chissà perché, chissà perché. Buttano le cose per poterle ricomprare”.

Con un’immagine forte e apparentemente surreale, il testo di Apecar dà l’occasione ai Mercanti di Liquore di trasformare il loro pezzo in un’importante denuncia. Ad un tratto, l’uomo dell’apecar protagonista della canzone, tra i cartoni e i rifiuti che è solito raccattare, trova un bambino appena nato.

Recupero creativo dei tappi di plastica
Recupero creativo dei tappi di plastica

È la metafora dell’uomo che non dà più valore a nulla e che ha perso di vista la realtà delle cose. Allo stesso tempo, quel bambino abbandonato rappresenta il futuro, un futuro di cui vanno riprese le redini in mano per ristabilire il giusto ordine delle cose, sul quale è necessario interrogarci e che tocca a noi determinare con i nostri gesti.

Uno di questi, ad esempio, è quello di insegnare alle generazioni future a prendersi cura del nostro pianeta e a rispettare l’ambiente in cui viviamo, a coltivare con maggiore attenzione comportamenti virtuosi che ognuno, nel suo piccolo, può mettere in atto giorno dopo giorno per fare la propria parte.

A farci riflettere su questo punto è il passaggio della canzone in cui il protagonista, una volta che il bambino è cresciuto, lo porta con sé sull’apecar alla scoperta di un mondo in cui si butta tutto senza responsabilità, ma che ci dà anche l’occasione di fermarci a riflettere per scoprire che in ogni cosa si nascondono nuove opportunità.

-Mercanti-di-liquore-

È proprio questo, a proposito di seconde occasioni, lo spirito della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, in programma dal 18 al 26 novembre 2017, che quest’anno, per la sua nona edizione, avrà come tema “Diamo una seconda vita agli oggetti”.

Di seguito il testo completo di “Apecar” dei Mercanti di Liquore

Apecar

Com’è divertente andare in giro con l’apecar
Su e giù per le contrade, i cartoni a raccattar
Ho passato mezza vita sopra un’apecar
Da quando ero bambino, insieme a mio papà

Su e giù con l’apecar, la vita è tutta qua
Su e giù con l’apecar, la vita è tutta qua

Se guardi con attenzione nella spazzatura
Ci sono molte cose di ottima fattura
Radioline, sedie, tavolini e biancheria
Cose che stranamente la gente butta via

Buttano le cose che bastava riparare
Chissà perché, chissà perché
Buttano le cose per poterle ricomprare
Chissà perché, chissà perché

Su e giù con l’apecar, la vita è tutta qua
Su e giù con l’apecar, la vita è tutta qua

Poi una sera in via Leopardi cercavo merce nei quartieri signorili
Vidi qualcosa di strano tra i bidoni, qualcosa si muoveva tra i cartoni
Io mi avvicino di soppiatto e resto lì esterrefatto
Non era un gatto, non era un ratto, era un bambino appena fatto

Ma cosa cazzo avranno nella testa? Mi domando
Vabbè buttare tutto, ma stiamo esagerando
Poi non me la sento di chiamar la polizia
Di certo va a finire che è tutta colpa mia

O forse è solo un dono dell’amica mia “munnezza”
Tutto per me, tutto per me
Io prendo in braccio il bimbo e poi gli faccio una carezza
Che bel bebè, il mio bebè

L’ho portato a casa ed è cresciuto a meraviglia
Voi non ci crederete ma un poco m’assomiglia
Ora è grandicello e sta con me in attività
E adesso siamo in due sull’apecar

Su e giù con l’apecar, la vita è tutta qua
Su e giù con l’apecar, la vita è tutta qua

Apecar, il pezzo scanzonato dei Mercanti di Liquore per ridare valore a ciò che buttiamo ultima modifica: 2017-11-18T08:30:41+01:00 da Alberto Pinto
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Beneventano, laureato in comunicazione audiovisiva. Appassionato di cinema, serie televisive, viaggi e di tutto ciò che è arte e comunicazione. Creativo, curioso e sognatore, ama immergersi nelle storie e scoprirne dettagli e sfaccettature. Per eHabitat scrive di musica e di cinema

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