Il diabete non è un limite! Ecco il giro del mondo senza aerei di Claudio Pelizzeni

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Il diabete non è un limite! Ecco il giro del mondo senza aerei di Claudio Pelizzeni ultima modifica: 2017-10-11T08:00:21+02:00 da Maria Rita Corda
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Claudio Pelizzeni è un ragazzo di 35 anni di Piacenza che nel giro di poco tempo ha cambiato la sua vita. Laureato in una prestigiosa università italiana, diventa poco più che trentenne il vicedirettore di una filiale della Deutsche Bank di Milano; la sua è una vita apparentemente felice, ma in realtà non è così. Nel 2014 lascia giacca e cravatta, sicurezza economica e vita frenetica per mettere sulle sue spalle uno zaino e partire per un viaggio di 1000 giorni alla scoperta del mondo. Il suo obiettivo è visitare 44 Paesi diversi senza prendere nessun aereo. Claudio è ritornato dal suo lungo viaggio qualche mese fa e abbiamo deciso di raccontarvi la sua storia! Ecco l’intervista a Claudio Pelizzeni

Ciao Claudio, perché hai deciso di fare il giro del mondo senza prendere un aereo?

“Sono stato ispirato da un libro di Tiziano Terzani. Nel “Un indovino mi disse” Terzani racconta il suo anno di viaggi senza prendere aerei, ma spostandosi solamente con treni e navi. È un libro molto significativo per gli amanti dell’avventura e lo è stato anche per me. Quando decisi di fare il mio giro del mondo, volevo che fosse un cammino importante, non una vacanza, non un capriccio. Avevo bisogno di una regola da non trasgredire che desse un senso a questo mio giro del mondo e ho pensato che viaggiare senza aerei mi avrebbe ridato quella lentezza che stavo cercando in questa esperienza. Il mio è stato un viaggio lento alla scoperta dei luoghi che avevo deciso di visitare.”

Photo: Claudio Pelizzeni
Photo: Claudio Pelizzeni

Nel tuo viaggio hai visitato vari luoghi naturali. Quali ti hanno lasciato senza parole?

“Sicuramente a livello naturale quello che mi ha colpito di più è stata la Patagonia, soprattutto dal lato cileno. Una natura fortissima soprattutto perché l’ho vissuta in autostop e tenda. Dormivo a stretto contatto con la natura, mi cibavo di quello che la natura mi offriva e l’unica luce che vedevo la notte era quella del mio fuoco, circondato dalle stelle e da una natura incantevole. È stata un’esperienza molto forte! La Patagonia è uno dei posti da visitare almeno una volta nella vita. 

Photo: Claudio Pelizzeni
Photo: Claudio Pelizzeni

Durante il tuo giro per il mondo sei entrato in contatto con culture molto differenti dalla nostra e hai conosciuto nuove persone. C’è stato qualcuno che ti fatto riflettere profondamente o insegnato qualcosa di significativo?

“Sì, assolutamente! La cultura del Nepal, per esempio, mi ha colpito fortemente. Proprio in Nepal ho fatto il volontario in un orfanotrofio per tre mesi e mezzo. All’interno di questo orfanotrofio ho conosciuto una ragazza, che guarda caso è italiana e ormai vive in questo Paese da anni, che ha fondato un’associazione che si chiama Human Traction. La sua storia mi ha colpito fortemente perché ha lottato tutta una vita per aiutare questi bambini. Mi ha fatto capire quanto coraggio ci vuole per risolvere alcune situazioni e la gioia che dona l’aiutare gli altri. Nei mesi di volontariato in questo orfanotrofio ho assistito alla riunificazione di due fratelli e una sorella che erano stati venduti durante la guerra civile nepalese. La sorella era stata adottata in Europa e loro ne avevano perso le tracce. Il lieto fine è avvenuto grazie alla caparbietà di questa ragazza che ha messo in gioco la sua vita per questi bambini. Questa esperienza mi ha segnato profondamente, infatti a fine mese ritorno in Nepal per riabbracciare i miei fratellini.”

Photo: Claudio Pelizzeni
Photo: Claudio Pelizzeni

1000 giorni, 44 Paesi e un budget di soli 15 euro al giorno. Perché hai deciso questa soglia di spesa?

“Innanzitutto perché era la cifra più vicina a quella che possedevo. In realtà, non avevo i 15mila euro richiesti, ma un pò meno: intorno ai 12.800 euro. Però quando sono partito 15 euro valevano 19 dollari e pensavo che con quell’importo fosse possibile. Tre mesi dopo la mia partenza, l’euro è crollato e i 15 euro sono diventati 16 dollari e io, alla fine, invece di 15 euro al giorno ne ho spesi 20,6. La mia previsione era più o meno corretta, il problema è stato il tasso di cambio che mi ha tolto circa 3.000 dollari sul mio budget.

Ho scelto questa spesa giornaliera per dimostrare che un viaggio di questo tipo è alla portata di tutti e non solo dei “figli di papà”. Nonostante questa scelta, le critiche, purtroppo, sono arrivate ugualmente.

Infatti, il popolo del web dice spesso che chi lascia il lavoro per fare il giro del mondo è benestante o ha una famiglia che lo aiuta. È il tuo caso?

“No, non è il mio caso! Io ho lavorato tanto anche durante il viaggio, soprattutto in Sud America. Ho avuto la fortuna che, durante quel periodo, il mio canale YouTube sia cresciuto tanto, sono, quindi, stato notato da Licia Colò e ho iniziato a collaborare con la trasmissione “Il mondo insieme”. Grazie al mio blog ho creato dei rapporti con realtà locali come ostelli e agenzie di viaggio: riuscivo a scambiare i miei video con escursioni gratuite, alloggi gratuiti e anche denaro. Per questo sono riuscito a terminare il viaggio, nonostante, tutti i soldi  non li avessi. 

Da quanto sei piccolo convivi con il diabete, questa patologia è stata un limite per il tuo viaggio?

Photo: Claudio Pelizzeni
Photo: Claudio Pelizzeni

“No, assolutamente no! Semplicemente 4 kg in più nello zaino che era la mia scorta di insulina. Io col diabete ci convivo quotidianamente, è parte della mia vita e sinceramente non ricordo neanche la mia vita prediabete. Ho continuato come tutti i giorni a vivere con questa patologia, in questo caso con 4 kg di insulina di peso in più nello zaino e un po’ di fatica in più nel camminare, solo questo. È stata, anzi, una grandiosa opportunità di riscoprire il proprio corpo, di conoscerlo meglio e migliorarlo. Nonostante soffra di diabete, non ho mai vissuto male questa patologia e questo è grazie ai miei genitori che non mi hanno mai trasmesso le loro ansie. Vorrei che questa mia esperienza fosse una testimonianza, soprattutto, per i genitori di figli diabetici per comprendere che il loro bambino non avrà problemi a fare una vita normale come tutti gli altri.  

Hai vissuto delle situazioni pericolose?

“Sì! Per esempio, in Colombia ho contratto la dengue, una malattia infettiva simile alla malaria e ho pensato di morire. Sono stato curato in un ospedale ed è andato tutto bene. Il Sud America, soprattutto, il Brasile è molto rischioso, ma non ho vissuto delle situazioni esageratamente pericolose. Vivevo, però, chiaramente sempre un po’ con l’ansia che qualcosa potesse succedere. Ho fatto una brutta caduta col surf in Salvador, ma tranne questi due episodi, tutto bene. Situazioni realmente critiche in termini di violenze non ci sono state!”

Perché una persona dovrebbe fare uno dei viaggi proposti dalla Backpackers Accademy?

Photo: Claudio Pelizzeni
Photo: Claudio Pelizzeni

“Innanzitutto sono dei viaggi che non trovi nelle agenzie. Metto a disposizione la mia esperienze, studio personalmente gli itinerari, mostro un modo diverso di viaggiare rispetto a quello a cui le persone sono abituate e propongo dei viaggi esperienziali. Recentemente ho portato un gruppo di persone in Marocco a seguire la migrazione di una famiglia nomade dell’Atlante. Questo è stato possibile perché durante i miei viaggi ho stretto rapporti con persone del luogo che mi hanno mostrato situazioni alternative. Propongo delle esperienze diverse, gestite in maniera flessibile, dove metto a disposizione la mia esperienza per costruire degli itinerari atipici. Sono dei viaggi genuini, puri!”

Photo: Claudio Pelizzeni
Photo: Claudio Pelizzeni

Il Claudio che aveva deciso di partire per questo viaggio non era soddisfatto della sua vita, il Claudio di oggi è felice?

“Assolutamente sì! Oggi finalmente scelgo la mia vita, non la subisco! Decido cosa devo fare e, soprattutto, riesco a vivere dei miei sogni e delle mie passioni. Ho scritto un libro e ne scriverò un altro. Sto facendo quello che mi piace e mi sto impegnando tantissimo, non lavoravo così tanto neanche quando ero in banca. Però è bellissimo svegliarsi la mattina, svolgendo le mie attività lavorative in questo modo e costruendo la mia vita. Prima vivevo con il pilota automatico, ora il volante ce l’ho io!”

A un certo punto della sua vita, Claudio ha capito che tutto quello per cui aveva studiato e gli obiettivi raggiunti non erano sufficienti a renderlo felice. Ha deciso di mollare una vita frenetica in una città capitale della finanza italiana per un modo di affrontare l’esistenza più semplice, in cui si ritorna alla lentezza, all’attenzione verso quello che accade giornalmente senza l’ansia del futuro e il peso del passato. Il suo viaggio è stato un’immersione nella natura e nella cultura dei luoghi che ha visitato. La sua nuova missione è far conoscere a tutti coloro che vorranno seguirlo un tipo di viaggio responsabile rispetto a quelli spesso troppo “freddi” proposti dalle agenzie di viaggio. Non tornerà più a lavorare in banca, non tornerà più allo stile di vita di un tempo, il suo zaino e le sue dosi di insulina sono pronte a seguirlo nelle sue nuove avventure.  

Cover Image: © Claudio Pelizzeni

Il diabete non è un limite! Ecco il giro del mondo senza aerei di Claudio Pelizzeni ultima modifica: 2017-10-11T08:00:21+02:00 da Maria Rita Corda
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Nata a Genova, vive in Sardegna ma con lo sguardo rivolto verso il mondo. È una comunicatrice specializzata in marketing delle energie rinnovabili. Da qualche anno racconta con entusiasmo i progetti, le novità e le best practice sostenibili italiane e internazionali. Ama la natura, pratica yoga e crede in un futuro a basso impatto ambientale

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