Intervista a Fedy, la pig whisperer di Vigone: sogno un grande santuario dedicato ai maiali salvati dai maltrattamenti

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Intervista a Fedy, la pig whisperer di Vigone: sogno un grande santuario dedicato ai maiali salvati dai maltrattamenti ultima modifica: 2017-09-22T08:00:10+02:00 da Daniela Zora
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Federica Trivelli è una donna instancabile e determinata. Dal 22 novembre 2009, giorno del suo compleanno, gestisce “La piccola fattoria degli animali”, un luogo in cui 21 maiali e altri animali maltrattati vengono custoditi, curati e lasciati vivere secondo natura, fino alla vecchiaia. Il suo vero obiettivo, però, è ancora più grande: “Il grande sogno della mia vita è la creazione di un enorme luogo di pace a loro dedicato, con moltissimo terreno e piante, un’unita abitativa per il presidio h24, una clinica attrezzata per le urgenze.[…] realizzare un grande eden di pace e serenità, nel quale gli animali e gli uomini si fonderanno insieme per ritornare alle nostre radici perdute […], per imparare a riconoscerci come uomini e non come robot pilotati dalle multinazionali”.

Negli anni ’90, insieme ad altri animalisti, si trova a salvare i cuccioli di una scrofa agonizzante, vittima di sfruttamento in un allevamento intensivo, in California. In quel frangente, rammaricandosi di non aver fatto in tempo a salvare anche lei, si ripromette di fare del suo meglio perché ciò non si ripeta più e il dolore di questi animali possa finalmente cessare.

Com’è nato il tuo sogno?

Un rapporto viscerale ed empatico con la natura e il popolo degli Indiani d’America, fin da quando ero bambina. Mi sedevo, chiudevo gli occhi e parlavo con gli alberi e gli animali che ho sempre creduto profondamente avessero un’anima. A 14 anni, vedo un documentario sui macelli, rimango scioccata, divento vegetariana. Inizio volontariato per gli animali”.

Anche per “fuggire dai ricordi atroci di un padre cacciatore“, a 17 anni parte prima per Londra e poi per Los Angeles. Così Federica diventa Fedy, come l’hanno ribattezzata gli amici americani, e comincia con loro la sua avventura animalista: entra a far parte di gruppi di attivisti con cui visita “macelli e allevamenti intensivi per mostrare al mondo crudeltà e crimini nascosti. […] Inoltre, gli allevamenti intensivi sono una delle principali cause dei cambiamenti climatici che stanno distruggendo il nostro pianeta“.

Fedy in un momento di quotidianità con i suoi "ragazzi"
Fedy in un momento di quotidianità con i suoi “ragazzi”

Ed è proprio qui che incontra la scrofa che seminerà nel suo cuore il suo progetto…

 “Quella notte le ho fatto una promessa: che avrei salvato quelli come lei e a loro avrei dedicato, un giorno non lontano, un luogo dove potessero vivere in libertà e pace, lontani da ogni orrore. […] la mia missione è portare un messaggio nel mondo e far capire che esiste un’alternativa a un massacro ingiustificato e che si può vivere uno stile di vita non legato alla crudeltà”.

Ed eccoci qui, nel presente, con uno sguardo non troppo lontano al futuro. La fattoria attualmente ospita 21 maiali (di cui un cinghiale e tre incroci), 7 gatti e 5 cani. Fedy, negli anni, è diventata vegana, gestisce il suo rifugio con grinta, autofinanziandosi, supportata da un team eccezionale di professionisti e sostenuta da occasionali donazioni private.

Che tipo di maiali arriva alla tua fattoria? Alcuni sono stati riscattati, cosa significa? Come riuscite a far cedere chi maltratta questi poveri animali?

Alcuni maiali arrivano da sequestri tramite la polizia giudiziaria e mi vengono affidati dal tribunale, altri salvati da singoli attivisti a seguito di uno scambio con gli allevatori. Mi spiego: per l’allevatore il maiale è un oggetto, merce, e ne parlerà solo in termini di soldi. A seguito di incontri diplomatici, si opta per uno scambio di merce, ovvero il maiale in cambio di un altro “oggetto” (una bicicletta, un pezzo di ricambio per la macchina o il trattore, ecc.). Non si offre denaro perché significa finanziare un mercato di morte e crimini nascosti contro cui molti di noi attivisti si stanno battendo da anni”.

Che percorso devono seguire per essere salvati?

Quando i suini arrivano al rifugio fanno un percorso di riabilitazione psico-fisica. Hanno un periodo di degenza, la cosiddetta “quarantena”, nel quale vengono tenuti sotto osservazione dai veterinari per controllare il loro stato di salute. Al termine, vengo lentamente inseriti, in base al loro carattere (se dominante o meno) nel gruppo più idoneo. E da lì in poi, con pazienza si segue l’iter di inserimento con il loro branco e il rapporto uomo-animale che poi diventa una bellissima amicizia”.

Shima durante il suo periodo di degenza
Shima durante il suo periodo di degenza

La fattoria non è una struttura pubblica, ma una proprietà privata che, previ accordi, è visitabile. Federica accoglie molto volentieri gli ospiti ed è entusiasta di mostrare che un altro rapporto con gli animali è possibile.

 Ma intendo precisare che sono tutti animali traumatizzati, quindi vanno rispettati i loro tempi ed è necessario avere molta pazienza. Se entri in un recinto di maiali, e non ti conoscono, e vuoi accarezzarli per un tuo bisogno personale, non è detto che loro vogliano essere accarezzati. Deve esserci fiducia reciproca, conoscenza, accettazione, rispetto.

Anche attraverso la pagina Facebook della fattoria è possibile conoscere le avventure di Yoda, Zorro, Spartacus, Shima, Billo e degli altri ospiti. Sì perché a ognuno di loro viene dato subito un nome, in base alla personalità o alla propria storia. I volontari poi, simpaticamente, riportano sulla pagina le testimonianze delle loro vicende, come se scrivessero proprio loro in prima persona.

C’è chi mi scrive dicendomi che ha visto le foto della nostra fattoria e ha smesso di mangiare carne.”

Mi ha incuriosita scoprire che ogni maiale ha una voce, un timbro diverso. Sono curiosa di sapere, cosa esprimono le loro voci?

I maiali sono animali incredibili: socievoli, curiosi, intelligenti, con un grande senso del branco e terribilmente buffi. Hanno timbri diversi, “voci diverse” che possono esprimere gioia, paura, curiosità, fame, sete, attacco, difesa, tristezza, dolore, rabbia, solitudine. Ad occhi chiusi potrei riconoscere il verso di ognuno di loro! Sono fenomenali e sono creature riconoscenti, pensa che molto spesso, quando mangiano, mi vengono incontro per salutarmi e ringraziarmi”.

Il simpatico musetto di Zorro
Il musetto di Zorro

Vuoi raccontarci qualche storia in particolare?

Ognuno di loro ha una sua storia ricca di emozioni e momenti importanti e simbolici da ricordare. Per esempio Zorro: un incrocio di cinghiale, braccato per mesi dai cacciatori nelle campagne modenesi, la fa franca con tutti quelli che pensavano di farne salsiccia e, grazie all’aiuto di una giovane donna, viene catturato e portato da noi in fattoria. Ercole che arriva da un sequestro all’interno di un allevamento orribile dove vedeva ogni giorno i suoi fratelli che venivano macellati. E’ arrivato profondamente traumatizzato e impaurito, denutrito e pieno di vermi. Ci è voluto un anno perché imparasse a fidarsi di me, ma con molta pazienza e rispettando i suoi tempi, ha imparato a vedermi come “membro” del suo branco, quindi un’amica“.

Shima oggi
Shima oggi

E poi Shima, una cinghialina salvata dalla caccia: “I cacciatori le stavano attaccati come la colla, ma un gruppo di attivisti è stato più veloce e furbo di loro e ora Shima è salva e vive felice al mio rifugio. L’ho chiamata Shima ovvero “Madre” nella lingua degli Indiani d’America, perché mi tiene d’occhio sempre, proprio come una madre. E Fred, un maialino di 30 chili, vinto come premio di una lotteria in montagna nella quale ho partecipato io stessa e sono stata una delle vincitrici, poiché avevo indovinato il peso”.

Diciamo ai nostri lettori che differenza c’è tra l’alimentazione tipica degli allevamenti industriali e un nutrimento fornito con amore?

C’è una sostanziale differenza tra i mangimi industriali per i suini da macello e quelli tenuti liberi nei rifugi. Gli allevatori nutrono i loro maiali con mangimi da ingrasso che fanno aumentare il peso del suino in pochissimo tempo – un tempo “forzato” e assolutamente non normale e che fa malissimo all’organismo – perché deve essere macellato entro l’anno. Nutro i miei ragazzi con un pastone fatto di fioccato e acqua, e poi frutta e verdura. Il pastone d’inverno è servito in maggiore quantità perché abbiano più energia e calorie, in estate ricevono dosi inferiori per il caldo che è pericoloso per il loro cuore”.

Il mitico Lupin, ladro di mele
Il mitico Lupin, ladro di mele

 Qual è la loro giornata tipo? Siamo abituati a pensare al cattivo odore, al fango…cosa gli piace, oltre saltare nelle pozzanghere di fango, come Peppa Pig insegna ai bambini?

Ogni maiale deve vivere all’aperto […] deve poter annusare l’aria, vedere il sole,  socializzare con il suo branco, avere la terra nella quale adora grufolare, le sue pozze d’acqua e fango, assolutamente indispensabili quando fa molto caldo per ripararsi dai raggi del sole, dalle punture degli insetti e regolarizzare la sua temperatura. […] E poi ovvio, un gran bel giaciglio per la notte pieno di paglia morbida per ripararsi dalle intemperie e dal caldo torrido”.

Il momento della siesta
Il momento della siesta

Hai da poco fondato la Onlus “La vie en rose”, per chiedere sostegno al tuo progetto ed ispirata dal colore della pelle dei maiali…

Dal francese “vivere la vita in rosa”, ovvero vivere la vita con positività che è la mia filosofia di vita, e poi, i maiali, non a caso, sono rosa. Sogno il più grande santuario d’Italia dedicato ai maiali salvati dagli allevamenti intensivi, dal macello e dai laboratori di vivisezione, ma anche ai cinghiali salvati dalla caccia (esempio: coloro che rimangono feriti […] o quelli rimasti orfani o mutilati). […] Credo profondamente che un giorno non lontano avrò il supporto e la collaborazione di un grande e appassionato sponsor, la cui voce e forza economica mi aiuteranno a realizzare questo grande eden di pace e serenità. Mi sto battendo come un leone per trovarla, e sento che arriverà: non ho mai smesso di crederci!

Quale obiettivo ti stai ponendo per il prossimo futuro?

La creazione del santuario intende portare consapevolezza e coscienza, portare un grande messaggio nel mondo, sia agli adulti sia ai bambini che ci guardano e ai quali si devono insegnare i giusti valori. Intendo portare un messaggio di rispetto alla vita, di libertà, amore, compassione, pace, speranza, amore, amicizia. Ma è anche una grande storia di amicizia tra l’uomo e gli animali e tra gli uomini e i loro simili”.

Molti vivono la loro vita senza sapere quale sia il loro posto nel mondo e senza avere un sogno. Che questo progetto dia l’impulso al mondo per aver voglia di vivere, credere, combattere per qualcosa di nobile, giusto ed etico, e di farlo fino all’ultimo con dignità, rispetto, tenacia e passione”.

Da figlia di un cacciatore, Fedy è l’esempio concreto che la mela può cadere lontana dall’albero e che ognuno di noi può cambiare.

Tutti i miei auguri e la mia stima a questa grande donna e alla sua nobile missione.

Intervista a Fedy, la pig whisperer di Vigone: sogno un grande santuario dedicato ai maiali salvati dai maltrattamenti ultima modifica: 2017-09-22T08:00:10+02:00 da Daniela Zora
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Sensibile e curiosa per natura, animalista e attratta dalle tematiche ecologiche fin dall'infanzia. A 16 anni diventa vegetariana. Si definisce "un'appassionata" perchè mette tutta se stessa nelle cose di cui si occupa e non riesce a restare indifferente a nulla. Laureata in Scienze dell'Educazione, sempre attenta ai più piccoli e al più delicato degli esseri viventi, adora la natura, ama leggere libri in mezzo al verde e ha la valigia sempre pronta per qualche viaggio (anche immaginario). La scrittura è il suo rifugio, tratta e dialoga con le parole come fossero amiche. Con questa collaborazione raggiunge uno dei suoi piccoli grandi sogni: scrivere per un giornale!

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