Incendi in Portogallo Foto di Peter Wilton-Davies

Un’estate di incendi, dal Portogallo alla California

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Un’estate di incendi, dal Portogallo alla California ultima modifica: 2017-09-15T08:38:25+02:00 da Davide Mazzocco
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Siccità, alte temperature e cattive scelte politiche all’origine dei roghi che hanno imperversato negli ultimi tre mesi

Sono tanti ed espliciti i messaggi che la natura ha inviato all’uomo in questa estate boreale di eventi climatici estremi, caratterizzata da siccità o tifoni, da canicole soffocanti o piogge torrenziali. Fra i disastri naturali che hanno caratterizzato l’ultimo trimestre ci sono gli incendi. Migliaia di chilometri quadrati di foresta sono bruciati in tutta Europa, soprattutto in Portogallo, ma anche in Italia, Francia e Spagna.

La California ha dovuto fare i conti con ben trenta grandi incendi dal 10 giugno al 9 settembre: in questo periodo, nei roghi del più popoloso stato americano sono andati in fumo 638.329 acri di foresta, vale a dire 2583,2 kmq.

Dall’inizio dell’anno sono arsi 657.818 acri di bosco, quindi 2662 kmq. Anche nell’Oregon e nel Montana il fuoco ha cancellato intere foreste, bruciando con particolare intensità proprio nei giorni in cui Texas e Florida combattevano con la furia degli uragani Harvey e Irma e i conseguenti allagamenti.

incendi in Europa 2017
Il grafico degli incendi in Europa nel 2017 (dati EFFIS – Copernicus aggiornati al 12 settembre 2017)

In Europa la stagione degli incendi è cominciata con la tragedia di Pedrógão Grande dello scorso 17 giugno, un rogo che ha preso in contropiede protezione civile, vigli del fuoco e sistemi di allerta. I mass media lusitani sono stati monopolizzati per tutta l’estate da questa tragedia nella quale hanno perso la vita 64 persone.

Nel centro del Portogallo gli incendi sono proseguiti per tutta l’estate, con una metodicità, una localizzazione e una frequenza che lasciano ben poco spazio alle ipotesi di cause naturali.

Il cosiddetto negocio do fogo (ovverosia il business degli incendi) fa comodo a tutti: alle società private che gestiscono gli aerei antincendio, ai vigili del fuoco, all’industria della carta e ai madeireiros che si occupano del taglio del bosco.

Nel grafico EFFIS - Copernicus il trend dell'area di bosco bruciata in Portogallo nel 2017 (linea rossa) a confronto con la media annua del periodo 2008-2016 (linea blu)
Nel grafico EFFIS – Copernicus il trend dell’area di bosco bruciata in Portogallo nel 2017 (linea rossa) a confronto con la media annua del periodo 2008-2016 (linea blu)

Secondo quanto comunicato dalla Autoridade Nacional de Proteção Civil (ANPC) sono 137 i piromani arrestati per avere innescato degli incendi sul territorio portoghese, nel corso del 2017. Dal 1° gennaio al 12 settembre sono bruciati 2375 kmq, una superficie boschiva più che tripla rispetto alla media annua di 756 kmq, nel periodo 2008-2016 (dati EFFIS-Copernicus).

Al secondo posto per quanto riguarda la superficie di bosco bruciata nel 2017 c’è l’Italia con 1344 kmq (4,25 volte più della media annua del periodo 2008-2016), mentre al terzo si trova la Bosnia Herzegovina con 809 kmq (una superficie 5 volte superiore alla media).

Nel grafico EFFIS - Copernicus il trend dell'area di bosco bruciata in Italia nel 2017 (linea rossa) a confronto con la media annua del periodo 2008-2016 (linea blu)
Nel grafico EFFIS – Copernicus il trend dell’area di bosco bruciata in Italia nel 2017 (linea rossa) a confronto con la media annua del periodo 2008-2016 (linea blu)

Seguono la Spagna con 697 kmq e l’Ungheria con 674 kmq (9 volte superiore agli standard dei nove anni precedenti). Il paese nel quale la superficie di bosco arsa è aumentata maggiormente rispetto alla media è la Romania: i suoi 226 kmq sono 15 volte superiori ai 14 kmq della media annua del recente passato.

Anche per la Francia si è trattata di un’estate anomala sotto il profilo degli incendi: l’area boschiva andata in fumo è stata di 177 kmq, quattro volte e mezza superiore alla consueta media annua.

I dati riguardanti il numero di eventi vedono nettamente in testa l’Italia con 748 roghi, un numero tre volte superiore ai 241 roghi del Portogallo, dove, evidentemente, la densità delle monocolture dell’eucalipto e del pino consente alle fiamme di bruciare aree più estese. Nel solo incendio di Pedrógão Grande è bruciata un’area boschiva di 530 kmq (tre volte la superficie di bosco persa in Francia dall’inizio dell’anno).

Attualmente la giustizia portoghese sta investigando le ramificazioni sul territorio nazionale del Cartel del Fuego, un gruppo di imprese spagnole sospettate di dedicarsi, negli ultimi anni, a una manipolazione dei concorsi dei mezzi aerei utilizzati per lo spegnimento degli incendi. Ma, come abbiamo accennato in precedenza, non sono soltanto le imprese aeree a lucrare sugli incendi.

incendi
Oltre 530 kmq di bosco sono andati in fumo nell’incendio di Pedrógão Grande

Sono molte le testimonianze di scoppi e persino di bombe incendiarie sganciate da aerei prima dell’inizio dei roghi. Nella zona del Pinhal Interior Norte è stato arrestato un uomo accusato di aver posto il fuoco in più di un’occasione: la figlia lavora nella zona come vigile del fuoco.

In un modo o nell’altro la storia degli incendi di quest’estate è una storia di avidità: la macrostoria del capitale che svende la natura alterandone il clima, la microstoria degli interessi dei singoli e delle imprese che pensano a un guadagno rapido e facile.

incendi
Nell’immagine satellitare della Nasa si nota la prossimità fra l’incendio di agosto in Groenlandia e i ghiacciai artici

Intanto gli incendi si mangiano le foreste anche nei luoghi più improbabili. Quest’estate 12 kmq di foresta sono andati in fumo in Groenlandia. Sì, avete letto bene: Groenlandia. I cambiamenti climatici sono il minimo comune denominatore, ma la storia di un incendio va sempre contestualizzata. Ci sono gli interessi economici e gli errori politici e, molto spesso, le due cose sono strettamente legate.

[Foto Peter Wilton-Davies e Davide Mazzocco | Immagine aerea Nasa | Grafici EFFIS – Copernicus]

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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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