Berta Cáceres, l'ambientalista uccisa in Honduras per aver lottato contro la costruzione delle diga di Agua Zarca

2016: l’anno buio degli ambientalisti. Ne sono stati uccisi oltre duecento

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2016: l’anno buio degli ambientalisti. Ne sono stati uccisi oltre duecento ultima modifica: 2017-07-27T08:00:15+02:00 da Evelyn Baleani
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Oltre 200: è il numero degli ecoattivisti uccisi nel 2016. Una cifra che dimostra come difendere l’ambiente diventi sempre più rischioso, al punto tale da costare la vita.

I dati emergono da un rapporto pubblicato il 13 luglio 2017 dall’ONG internazionale Global Witness.

Omicidi di ambientalisti: lo status mondiale

A livello globale, il numero degli omicidi perpetrati contro gli ambientalisti è  drammatico e in costante aumento. Secondo Global Witness, nel 2016 la cifra è aumentata del doppio rispetto ai due anni precedenti.

Omicidi di ambientalisti
© Global Witness

Nel 2014 sono stati mediamente assassinati due attivisti a settimana, mentre nel 2015 le vittime sono state 185, con un incremento del 73 per cento. Nel 2016 si è arrivati a quasi 4 omicidi a settimana, raggiungendo la cifra record di oltre 200 vittime. Come evidenziato dall’organizzazione, tra l’altro, i dati sono sottostimati per le difficoltà di reperimento.

L’area nera del fenomeno è l’America Latina, che conta più del 60 per cento degli omicidi. Le perdite più numerose sono state registrate in Brasile, con 49 morti. Seguono la Colombia, con 37 uccisioni, le Filippine con 28 vittime, e l’India con 16 morti.

Il Nicaragua detiene il maggior numero di omicidi pro capite: 11. Neanche l’Europa è risparmiata: in Irlanda, l’attivista Michael McCoy è stato picchiato a morte con una mazza da baseball per essersi battuto contro un progetto di speculazione edilizia sulle colline di Dublino.

La protesta dei Sioux contro l'oleodotto Dakota -
La protesta dei Sioux contro l’oleodotto Dakota – © Huffingtonpost.com

Quasi il 40 per cento degli attivisti uccisi erano indigeni: custodi di ecosistemi vitali, costantemente minacciati da affaristi e multinazionali che si fanno promotori di iniziative dal devastante impatto ambientale, come trivellazioni, realizzazioni di centrali elettriche o creazioni di dighe. Attività che mirano a puri interessi economici.  Senza alcun rispetto per la natura. Completamente indifferenti ai diritti di chi in quei luoghi è nato e da quelle terre trae il proprio sostentamento.

Nel suo rapporto, Global Witness definisce gli ecoattivisti “Defenders of the Earth“. Chiamarli “difensori della Terra” è in parte limitativo: si tratta di veri e propri eroi, che hanno a cuore il futuro del Pianeta e ai quali ciascuno di noi dovrebbe ispirarsi.

Cover Image: Berta Cáceres, l’ambientalista uccisa in Honduras per aver lottato contro la costruzione delle diga di Agua Zarca

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Web Content Editor freelance e Giornalista pubblicista. Si occupa di contenuti per i media (TV e Web) dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni oltre l'ambiente? Il Web, la scrittura e la Spagna.

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