Maybe it’s Imaginary, la musica di Kirsty MacColl per reagire alle minacce ambientali

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Maybe it’s Imaginary, la musica di Kirsty MacColl per reagire alle minacce ambientali ultima modifica: 2017-07-01T08:30:48+02:00 da Alberto Pinto
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Donna carismatica, grintosa e dalla voce straordinaria, Kirsty MacColl è stata una cantautrice britannica tra le più originali e affascinanti, sia per i suoi testi intrisi di significato, sia per il suo stile musicale, che spazia dal pop al folk, passando per la new wave.

Figlia del cantautore e attivista Ewan MacColl, che nella sua “Dirty Old Town” denunciava la minaccia delle ciminiere all’indomani dell’industrializzazione nei primi anni del ‘900, l’artista ha portato al successo brani come “In These Shoes?” e la non convenzionale “Fairytale Of New York”, ritenuta la migliore canzone natalizia di tutti i tempi.

Kirsty MacColl
Nell’arco della sua carriera, però, Kirsty MacColl ha anche seguito le orme paterne, cantando il declino a cui l’uomo ha condannato la natura. “Maybe it’s Imaginary” è il brano del 1991 con cui la cantautrice affronta con maggiore decisione i temi dell’ambientalismo, mettendo l’accento su come l’opinione pubblica abbia sottovalutato la crisi ambientale di cui l’uomo è responsabile. Non è solo immaginazione, come molti ancora oggi credono e professano, ma una questione più che mai reale e concreta.

La canzone fa riferimento esplicito al buco dell’ozono, il cui dibattito ebbe inizio circa trent’anni fa, tra scetticismo e disinformazione. “Il buco nel cielo attraverso cui passa il sole inaridisce la terra e rovina la pelle”. Allo stesso tempo Kirsty MacColl si concentra sull’importante questione della sicurezza alimentare e sulla poca consapevolezza riguardo a ciò di cui ci nutriamo. “Laviamo tutto il cibo e togliamo la buccia”, canta l’artista, “Ma che senso ha, se è tutto avvelenato all’interno? Non so perché continuiamo a dire che va tutto ok”.

Kirsty-MacColl-
Alla musica orecchiabile del pezzo fa da contraltare un testo che punta a far emergere le paradossali contraddizioni che caratterizzano la società, oggi come qualche decade fa. Davanti ad un problema serio è più facile negare e minimizzare, credere che sia tutta un’invenzione, piuttosto che affrontare direttamente la questione.

La distruzione del nostro pianeta è l’autodistruzione dell’umanità. Può sembrare puro allarmismo, invece è esattamente quello che sta accadendo e che tutti noi stiamo rendendo possibile. Le prove sono sotto i nostri occhi, nel quotidiano. “Quando in estate andiamo al mare, le cose che galleggiano non sono quelle che vorremmo vedere. […] Non andrei mai a nuotare con quei pesci nucleari”.

Maybe it’s Imaginary” non è l’unico pezzo con cui Kirsty MacColl ha cantano la natura. “Us Amazonians”, del 2000, è il canto di una donna che vive in Amazzonia ed è innamorata di un ragazzo di città. “Chi ha paura della sua natura, ha paura della sua felicità”, recita il testo della canzone. “L’ho trascinato via e l’ho portato in questa capanna, ma so che mi ringrazierà quando si sveglierà. Abbiamo alberi, abbiamo serpenti, abbiamo acri di cielo. La vita in città lo faceva piangere”.

-Kirsty-MacColl-
Interprete di una meravigliosa cover di “Don’t Go Near The Water” dei Beach Boys, amante del mare e dell’oceano, Kirsty MacColl ci ha lasciati quello stesso anno, a soli 41 anni, durante una delle sue immersioni, in Messico. In una zona riservata ai nuotatori, la cantante fu travolta da un motoscafo subito dopo aver salvato la vita di suo figlio, verso cui si stava dirigendo l’imbarcazione.

La sua bellissima “Maybe it’s Imaginary” è il monito con cui Kirsty MacColl ci ricorda l’importanza di prenderci cura del nostro pianeta. È un invito a non girarci dall’altra parte con non curanza, a reagire e affrontare i problemi. Informarsi, approfondire, non fermarsi alla superficie, è il primo passo per tutelare l’ambiente e dare una possibilità in più alle generazioni future.

Di seguito il testo e la traduzione di “Maybe it’s Imaginary”.

Maybe it’s Imaginary / Forse è solo immaginazione

Maybe it’s imaginary, I’d like to know / Forse è solo immaginazione, vorrei sapere
What’s the world coming to and where will it go? / qual è il mondo che verrà e verso dove sta andando
The hole in the sky where the sunshine gets in / Il buco nel cielo attraverso cui passa il sole
It dries up the land as it mucks up your skin / Inaridisce la terra e rovina la pelle
And I don’t know why, who will reveal? / E non so perché, chi lo rivelerà?
Maybe it’s imaginary, maybe it’s real / Forse è solo immaginazione, forse è la realtà

We wash all the food and we peel off the skin / Laviamo tutto il cibo e togliamo la buccia
But what is the point if it’s poisoned within? / Ma qual è il senso se è tutto avvelenato all’interno?
Now I don’t know why we say OK / Quindi non so perché diciamo che va tutto ok
Maybe it’s imaginary, hope it’s not too late / Forse è solo immaginazione, spero che non sia troppo tardi

And when in the summer we go to the sea / E quando in estate andiamo al mare
The things floating by aren’t what we want to see / Le cose che galleggiano non sono quelle che vogliamo vedere
And I’d change it all if I had one wish / Cambierei tutto se avessi un desiderio a disposizione
I’d never go swimming with those nuclear fish / Non andrei mai a nuotare con quei pesci nucleari
Maybe those imaginary rivers run dry / Forse quei fiumi immaginari si essiccheranno
But if it’s true then I’d like to know why / Ma se fosse vero vorrei sapere perché
I don’t know much but I’d like to know why / Non ne sono molto ma vorrei sapere perché

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Beneventano, laureato in comunicazione audiovisiva. Appassionato di cinema, serie televisive, viaggi e di tutto ciò che è arte e comunicazione. Creativo, curioso e sognatore, ama immergersi nelle storie e scoprirne dettagli e sfaccettature. Per eHabitat scrive di musica e di cinema

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