Dusk Chorus, il suono dell’Amazzonia a CinemAmbiente 2017

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Dusk Chorus, il suono dell’Amazzonia a CinemAmbiente 2017 ultima modifica: 2017-05-31T13:30:38+02:00 da Alessia Telesca
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Quadri sonori, colori straordinari, contrapposizioni tra uomo e natura. Pochi e fondamentali dettagli abitano Dusk Chorus di Nika Saravanja e Alessandro d’Emilia, in concorso nella sezione Documentari Italiani alla 20esima edizione di CinemAmbiente, in scena a Torino dal 31 maggio al 5 giugno.

Il documentario è un viaggio intenso e profondo nella foresta Amazzonica, nello Yasuni National Park in Ecuador, un paesaggio stupendo e incredibile, descritto dal progetto Fragments of Extinction – Acoustic Biodiversity of the World’s Primary Equatorial Rainforests di David Monacchi. Grazie alle sofisticate tecnologie, il compositore e ricercatore registra in 3D il colore acustico della natura, mostrando uno scenario suggestivo e, al tempo stesso, inquietante.

Dusk Chorus
Dusk Chorus

Dusk Chorus, il suono della natura

Dusk Chorus apre immediatamente sul paesaggio naturale della foresta, illuminato da piccole lucciole e arricchito dai suoni miscelati dell’ambiente. L’incipit, colorato da quadri sonori, lascia immaginare un film poetico e naturale, abitato dalle movenze sinuose dagli animali e dai suoni articolati degli spostamenti. L’illusione è presto rotta dalla voce di David Monacchi, narratore del progetto e dell’incredibile variazione della biodiversità acustica dell’Amazzonia.

Partito per documentare l’ambiente acustico del luogo con la più alta biodiversità del pianeta, il compositore evidenzia le variazioni sonore dovute all’impatto dell’uomo. L’ambiente acustico è diverso, il suono degli alberi mostra la siccità della foresta pluviale e la biodiversità è fortemente a rischio.

Il fascino degli abitanti della foresta è alternato a dettagli di forte impatto, narratori di una situazione grave e pericolosa. Il fiume risulta essere estremamente basso, gli animali sono fortemente spaventati dagli umani, forniti di armi modernissime per cacciare, e lo scenario presenta un inquietante silenzio vuotoDusk Chorus procede per piccoli tasselli, accompagnando lo spettatore nel paesaggio e nel suono della natura, e mostrando pian piano i dettagli della foresta.

Il suono dell'Amazzonia a CinemAmbiente
Il suono dell’Amazzonia a CinemAmbiente

L’impatto dell’uomo, il petrolio e il colore sbiadito

Accompagnato da Guillermo, della community Sani, David Monacchi mostra l’impatto dell’uomo e della lavorazione del petrolio sull’ecosistema della foresta. La contrapposizione tra natura e industria è netta e suggestiva e parte, ancora una volta, dal suono e dal colore.

Il fruscio e la delicatezza della natura è rotta dal rumore di ferraglia, dai colori sbiaditi e rovinati degli impianti e dalle immagini sporche e inquinate, elementi di un altro quadro sonoro, però forte e fastidioso.

Nei pressi degli impianti petroliferi, il suono della natura diventa povero e debole, gli animali con versi dai 500 Hz in giù desistono dall’emettere suoni, poiché sarebbero coperti dal rumore dell’impianto. Il messaggio sembra essere inquietante e pericoloso, la natura tace e gli animali fuggono.

La presenza fisica dell’uomo è quasi nascosta e impercettibile, sono pochi i fotogrammi con i volti di uomini e donne, però è una presenza forte e pesante, espressa dal rumore del lavoro. L’uomo è presente nella forma peggiore, una forma distruttrice e irrispettosa, una forma inquinata e pericolosa.

Il suono dell'Amazzonia a CinemAmbiente
Dal lavoro di David Monacchi, Fragments of Extinction – Acoustic Biodiversity of the World’s Primary Equatorial Rainforests

La forza di Dusk Chorus è nella capacità di accompagnare lo spettatore in un flusso armonico di colori e suoni. La sensazione è di toccare la terra della foresta, sentire il profumo della natura, osservare il movimento degli abitanti.

L’immedesimazione trasforma lo spettatore in parte del flusso, così da comprendere il bisogno estremo della natura, il bisogno di fermare inquinamento, rumore, deforestazione. Il titolo del lavoro di David Monacchi, Fragments of Extinction – Acoustic Biodiversity of the World’s Primary Equatorial Rainforests, esprime in modo letterale lo scenario registrato dalla tecnologia e evidenzia un aspetto, come afferma lo stesso studioso, sottovalutato.

Ascoltare la natura, spesso affermato in chiave metaforica, deve voler dire sentire la voce della natura, capire le richieste e fermare le urla. Perché il rischio è di sentire solo rumore.

Dusk Chorus verrà proiettato sabato 3 giugno alle ore 16,45 presso il Cinema Massimo di Torino. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti,

Dusk Chorus, il suono dell’Amazzonia a CinemAmbiente 2017 ultima modifica: 2017-05-31T13:30:38+02:00 da Alessia Telesca
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Classe 1987, torinese. È educatrice e web editor per diverse testate online. Vegetariana, è appassionata di animali, tematiche ambientali e educative. Spazia dai film thriller alle commedie e segue con attenzione il calcio. Dalle molteplici idee, prova ad unire le passioni con la scrittura creativa.

2 Commenti

  1. Penso sia doveroso nominare il direttore della fotografia che ha reso possibile questo viaggio anche visivo così come precisare che le foto che avete pubblicato.Grazie per l’attenzione.

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