Cuciniamo con le erbe spontanee… anche a Pasqua!

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Cuciniamo con le erbe spontanee… anche a Pasqua! ultima modifica: 2017-04-14T08:00:55+02:00 da Sara Panarella
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Pochi giorni ancora e festeggeremo la Pasqua, quest’anno a primavera ormai iniziata. Molti alberi hanno già quasi terminato la fioritura, molti ancora la sfoggiano con trionfo di vaporosi colori. I prati sono pieni di erbe ed erbette e qui in pianura alcune di queste sono già andate a seme. Comunque sia molto potremo ancora raccogliere per preparare gustosi e salutari piatti.

Le erbe spontanee sono perfette per cucinare qualcosa di nuovo in un momento in cui ancora non sono arrivate a maturazione le verdure estive. Ottime anche per prepararci fisicamente e spiritualmente alla stagione calda liberandoci dalle tossine accumulate con il freddo. Cosa possiamo raccogliere durante le nostre scampagnate pasquali? Innanzitutto guardiamo il luogo in cui siamo. Imparare a cogliere ciò che gratuitamente la natura ci regala può essere un invito a stare di fronte a ciò che troviamo e a usarlo nel modo migliore. In altri termini, inutile intestardirsi a cercare ciò che non c’è, stiamo a quello che troviamo.

Ortica

Detto questo quasi sicuramente troveremo in abbondanza quasi ovunque ortica e tarassaco. La prima dobbiamo raccoglierla a scopo alimentare solo prima della fioritura, quando ha ancora foglie piccole e tenere. Erba meravigliosa dalle mille virtù possiamo utilizzarla per farne del pesto, come risotto, minestra, polpettine o frittatine.

Ortica. Foto: www.arnoldehret.it
Ortica. Foto: www.arnoldehret.it

Tarassaco

Il tarassaco invece possiamo usarlo sia se ne troviamo le foglie giovani, mangiate crude in insalata, perfette per depurarsi sia, se sono più grandi per farle bollite. Possiamo raccoglierne anche i fiori, quegli inconfondibili puntini gialli che tempestano di gioia quasi ogni prato.

Tarassaco, fiore e soffione. Foto: https://www.youtube.com/watch?v=3ea6pEYLvqQ
Tarassaco, fiore e soffione. Foto: https://www.youtube.com/watch?v=3ea6pEYLvqQ

Cos’altro potremo raccogliere? Moltissimo, naturalmente.

Silene

Silene. La parte apicale è quella utilizzata a scopo alimentare. Foto: funghiitaliani.it Il calice è ciò che ne rende immediato il riconoscimento. Foto: parks.it
Silene. La parte apicale è quella utilizzata a scopo alimentare. Foto: funghiitaliani.it | Il calice è ciò che ne rende immediato il riconoscimento. Foto: parks.it

Quasi sicuramente troveremo la Silene. Semplicissimo riconoscerla quando è già in fiore a causa del calice che ne determina anche il nome popolare di sciupet, dal suono che emette se racchiuso fra le dita e fatto “scoppiare”. Altro nome con il quale è conosciuto è stridoli a causa dello stridio che emettono le cimette se strofinate tra loro. Con questo nome ha una sagra tutta dedicata: si tratta della Sagra degli Stridoli, organizzata a Galeata in Emilia ad Aprile.

Ma se ne raccogliamo le cimette scopriremo anche quanto è buona e gustosa per cucinare minestre e frittate, siano di uova o di farina di ceci. Ma vanno benissimo anche per sostituire gli spinaci e colorare di verde la nostra pasta fatta in casa.

Acetosa

Anche l’Acetosa, Rumex acetosa, è un’erba diffusissima in Italia, nei prati, nei pascoli, nei campi coltivati. Utile per lenire il prurito causato alla pelle dal contatto con le ortiche. Ha un gusto acidulo marcato, quindi se poco gradito è possibile attenuarlo cambiando l’acqua di cottura almeno una volta. Anche in questo caso è possibile consumarla in minestre, frittate e nei ripieni.

erbe spontanee
Acetosa. Foto: www.kuleuven-kulak.be

Il brodo di erbe

Una curiosità. Su Europeana è possibile trovare completamente scansionato un ricettario del 1916 edito all’epoca grazie all’iniziativa del Comitato Mutilati di Cremona: il Manuale di 150 ricette del periodo di guerra. A pagina 11 si trova la ricetta del brodo di erbe.

“Fate a pezzetti dell’acetosa e del cerfoglio con alcune foglie di lattuga, mettete tutto un momento al fuoco con un pezzetto di burro. Bagnate poi con un litro di acqua e salate leggermente. Lasciate cuocere per 20 minuti, passate tutto a traverso un lino o un setaccio fine. Servite il brodo in tazza.”

Cerfoglio. Foto: bio.uniroma2.it
Cerfoglio. Foto: bio.uniroma2.it

Sono moltissime altre le erbe che troveremo in questo periodo. I luvertin ad esempio, primule e violette, l’aglio orsino, le margheritine… Solo per dire qualche nome in più. Un ulteriore invito ad andar per prati con occhio attento e mente aperta. E se non ci fidiamo della nostra conoscenza, riconoscer le erbe richiede pratica, facciamoci guidare da chi è più esperto di noi e può trasmetterci un sapere ormai dimenticato ma desideroso di tornar presente.

Buone passeggiate e poi buon appetito!

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Cuciniamo con le erbe spontanee… anche a Pasqua! ultima modifica: 2017-04-14T08:00:55+02:00 da Sara Panarella

Vive a Torino, bibliotecaria. Si laurea in Filosofia interessandosi di bambini e multiculturalità e si avvicina alla psicoanalisi e alla cura del pensiero. Ha poi quattro bimbi e un cane che insieme a tanta effervescenza aggiungono interessi nuovi, maggior attenzione per l’ambiente e gli antichi mestieri e saperi, lavorazione dell’argilla, uncinetto, raccolta e utilizzo delle erbe. Una moderna “Strega in famiglia”!

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