Revenant – Agli Oscar la lotta fra uomo e Natura selvaggia

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Revenant – Agli Oscar la lotta fra uomo e Natura selvaggia ultima modifica: 2017-03-05T08:30:14+01:00 da Emanuel Trotto
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Il fatto

Nord Dakota, 1823. Hugh Glass è a capo di una spedizione per la ricerca di pelli da commerciare. Con lui il figlio mezzosangue Hawk. Dopo essere scampati a un’attacco pellerossa che decima gli uomini, Hugh viene ferito gravemente in seguito all’attacco di un orso grizzly. I suoi compagni lo abbandonano nella foresta, credendolo spacciato.

Revenant

Il commento

La notte degli Oscar 2017 è stata fra le più memorabili. Fra abiti firmati improponibili e gaffe finali dovute a troppi tweet, è entrata nel guinness delle gif e delle vignette umoristiche. Questo riporta a un anno fa, quando, dopo anni ed anni di giocose prese in giro sui social, Leonardo DiCaprio, vince il suo primo Oscar come attore protagonista per Revenant – Redivivo. Gli auguri che gli sono stati fatti allora, probabilmente, sono stati sentiti dalla giuria degli Academy. Anche se, ne avevamo già accennato, l’Oscar, quello verde dell’ambiente DiCaprio lo aveva già vinto. Questo grazie al suo sensibile impegno fuori dal set e dal jet-set.

Ma sul set? Anche sul set, anche in passato, si è distinto in fatto di ecologismo. Nel 1999, durante la lavorazione di The Beach (Danny Boyle, 2000), si impegnò a placare delle polemiche mosse dagli ambientalisti. Essi accusavano la produzione del film di aver devastato l’isola che fungeva da set, per rendere la scenografia naturale adatta al film. In particolare lo sradicamento di palme e la mancanza di rispetto per l’ambiente locale. Dopo essere stato ricevuto dalle autorità competenti, il Nostro ha promesso di rispettare il luogo e di far ripiantare le palme che erano state rimosse. Promessa che mantenne.

Ma ora veniamo al ruolo che gli ha fatto vincere l’agognata statuetta dorata. Hugh Glass di Revenant è un personaggio realmente esistito, la sua vicenda ha ispirato Hollywood già nel 1971 con Uomo bianco va’ col tuo Dio! di Richard Sarafian, con nomi dei personaggi cambiati. Ma la vicenda resta la stessa: un cacciatore di pelli, aggredito da un orso viene abbandonato dai suoi compagni. Inaspettatamente riuscirà a sopravvivere e, in Revenant, ad avere la propria vendetta.

Revenant è la storia di un uomo che ha fatto della violazione della Natura il suo mestiere. Ma questo non toglie che Glass sia, profondamente legato ad essa, ne conosca i più basilari segreti. Allo scopo di sopravvivere. Il suo è, prima di tutto, un viaggio nella wilderness, nella sensazione primaria della vita selvatica, ovvero quella di essere più forti per andare avanti.

Nelle foreste del Nord Dakota, però, non vigono le leggi dell’uomo occidentale, fatte di profitto e soprusi. Nessuno lo tiene in conto. Ne faranno le spese i membri della spedizione guidata da Glass, aggrediti dai Pellirossa Arikara, che vedranno un redditizio carico di pellicce andare in fumo. E, quando il presunto responsabile di questa perdita (Glass), si trova in difficoltà, per l’occidentale c’è una possibilità di rifarsi.

Questi ha i lineamenti di John Fitzgerald, la perfetta metafora di uomo americano di frontiera. Avido, astuto, e con un profondo odio verso i Pellirossa, rei di averlo scotennato. Odia Glass per l’immensa perdita, lo odia per il rispetto che prova nei confronti degli Indiani. Per questo Fitzgerald finge di aiutarlo, per poterlo abbandonare nel mezzo dell’inverno ferito gravemente. Ma, come abbiamo detto più volte, non si può affrontare a viso aperto la Natura, senza soccomberne.

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Hugh sopravvive. La sua stessa Natura di uomo cresciuto in quelle terre lo aiuta. La medesima Natura madre primigenia che lo punisce nelle forme irsute e feroci di una madre grizzly. Saranno sue conoscenze su come ripararsi dal freddo in ventri animali, su come nutrirsi con quello che la terra gli offre. E, quando non può altrimenti, chinarsi ai veri rappresentanti di quel territorio, i tanto osteggiati Pellirossa. E ambire ad un succoso boccone di carne e la neve sulla lingua.

DiCaprio incarna questo personaggio in tutta la sua sofferenza sia fisica che morale. Sulla sua pelle, nel suo respiro affannoso, si esprime in pieno tutta questa lotta. Un rapporto intimo fatto degli immensi silenzi che il paesaggio naturale incontaminato può regalare. Una lotta in cui non ci sono buoni e cattivi, ma solo forti e deboli.

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Un ambiente che la macchina da presa coglie con numerosi piani-sequenza che abbracciano i paesaggi, i corpi dei suoi interpreti. Nell’inquadratura che, a detta dei critici francesi, rappresenta la forma più vicina al realismo nel cinema. Rende perciò più vivida l’interpretazione di tutti, rendendo il suo protagonista e la sua vicenda, più vicina a Noi.

A un anno di distanza possiamo dire che, l’Oscar dorato e quello verde sono premi riduttivi per un interprete come DiCaprio. Un interprete il quale non recita l’attivismo e l’amore per la Natura e l’Ambiente, ma lo vive costantemente sulla propria pelle. Dentro e fuori dal set.

Scheda film

  • Regia: Alejandro Gonzales Inarritu;
  • Soggetto: dal romanzo “Revenant” di Michael Pumke;
  • Sceneggiatura: Alejandro Gonzales Inarritu;
  • Interpreti: Leonardo DiCaprio (Hugh Glass), Tom Hardy (John Fitzgerald), Domhnall Gleeson (Andrew Henry), Will Poulter (Jim Bridger), Forrest Goodluck (Hawk), Lukas Haas (Jones), Brendan Fletcher (Fryman);
  • Origini: USA 2015;
  • Durata: 156′;
  • Temi: CINEMA, NATURA, RAPPORTO UOMO E AMBIENTE

Revenant – Agli Oscar la lotta fra uomo e Natura selvaggia ultima modifica: 2017-03-05T08:30:14+01:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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