Al bando gli idrofluorocarburi: la decisione a Kigali per contrastare i cambiamenti climatici

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Al bando gli idrofluorocarburi: la decisione a Kigali per contrastare i cambiamenti climatici ultima modifica: 2016-10-19T08:00:25+02:00 da Valeria Rocca
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Il Ruanda entra nella storia per la lotta contro i cambiamenti climatici: è stato, infatti, siglato a Kigali, il 15 ottobre scorso tra 150 Paesi, uno storico accordo per ridurre l’uso d’idrofluorocarburi (Hfc), gas inquinanti utilizzati negli impianti di refrigerazione di freezer e condizionatori, responsabili in buona parte del surriscaldamento globale.

immagine ilsole24ore.it
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Negli ultimi anni, a causa di condizioni climatiche estreme con temperature elevate e situazioni di estrema siccità, l’uso di condizionatori in casa e in automobile e d’impianti di refrigerazione è aumentato in maniera considerevole, soprattutto nei paesi in via di sviluppo con conseguenze disastrose per l’ambiente a causa delle elevate quantità di anidride carbonica emesse nell’atmosfera.

L’intesa di Kigali va a modificare l’importantissimo Protocollo di Montreal (1987) nato per preservare il buco dell’ozono. Se più di trent’anni fa si era deciso di mettere al bando i clorofluorocarburi (Cfc) perché responsabili dell’assottigliamento dello strato d’ozono, con ottimi risultati perché oggi è di nuovo intatto, oggi la stessa sorte tocca agli idrofluorocarburi (Hfc) responsabili dell’effetto serra.

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La riduzione di questi gas sarà graduale e prevede un piano d’azione diviso in tre fasi. I primi ad agire saranno i paesi industrializzati, con prima linea gli Stati Uniti e l’Europa, che dovranno raggiungere entro il 2019 una riduzione del 10 per cento delle emissioni.  La seconda fase riguarderà, invece, i paesi in via di sviluppo, tra cui la Cina, che dovranno tagliare le emissioni dal 2024. La terza e ultima fase coinvolgerà invece India, Pakistan, Iran, Iraq e i Paesi del Golfo, che inizieranno a ridurre l’uso dei gas dal 2028.

Un piano d’azione a lungo raggio che, secondo gli esperti, potrà ridurre di settanta miliardi di tonnellate di anidride carbonica le emissioni dal 2030 al 2050: come se dalla Terra sparissero 500 milioni di auto, con una riduzione della temperatura globale di circa mezzo grado.

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Dopo gli accordi di Parigi (2015) i potenti del mondo confermano con Kigali il loro impegno nella battaglia per la salvaguardia del pianeta dal surriscaldamento globale e dei cambiamenti climatici; anche se qualche perplessità rimane, soprattutto perché Cina e India (Paesi con un livello d’inquinamento altissimo) non ridurranno gli Hfc nel breve periodo.

Perplessità a parte, Kigali resta un accordo storico, che ci fa sperare in futuro di collaborazione con politiche globali contro i cambiamenti climatici sempre più efficaci e ad ampio raggio.

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