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Intervista a Bruna e Prandstraller, registi di Polvere

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Intervista a Bruna e Prandstraller, registi di Polvere ultima modifica: 2015-04-26T08:30:46+02:00 da Sara Panarella
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Intervista a Bruna e Prandstraller registi di Polvere, il documentario sul processo all’amianto Eternit, oggi più attuale che mai.

Grazie ad una collaborazione fra Università degli Studi di Torino e Festival di Cinemambiente, nell’ambito del progetto Cittadinanze, mercoledì 29 aprile, alle 16,45, si potrà assistere, nell’Aula Magna del Campus Luigi Einaudi, alla proiezione di “Polvere, il grande processo dell’amianto“.  Si tratta del settimo ed ultimo appuntamento previsto e mai come in questo caso programmazione è sembrata così adatta vista la recente chiusura di Palazzo Nuovo, storica sede dell’Ateneo torinese, chiusura dovuta proprio alla presenza di amianto nella struttura. Al termine della proiezione seguirà un dibattito con Niccolò Bruna, uno dei registi di Polvere, e con il prof. Fubini, del dipartimento di Chimica dell’Università di Torino.

Nell’attesa dell’interessante evento, completiamo la recensione già pubblicata con un’intervista ad entrambi i registi: Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller che ci raccontano la genesi del documentario e gli anni di lavoro che hanno impiegato per realizzarlo.

Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller
Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller premiati a CinemAmbiente 2011

Come è nata l’idea di girare un documentario sull’Eternit di Casale?

Io e Niccolò volevamo affrontare l’argomento della responsabilità sociale delle aziende. In quel momento, doveva essere il 2006 il Procuratore Guariniello aveva cominciato l’inchiesta sull’Eternit di Casale Monferrato che qualche anno dopo avrebbe portato al processo contro i proprietari della multinazionale. Ci sembrò la storia giusta per il nostro argomento, italiana ma con una dimensione internazionale visto che l’Eternit aveva stabilimenti in tutta Europa e in Sud America“.

Polvere, quando il lavoro uccide

Quale può essere il ruolo dei film e del cinema in ambito ambientale?

Il cinema non cambia la realtà. Ma un buon film può aiutare a sensibilizzare molta gente su temi importanti quali la salvaguardia dell’ambiente, il modello di sviluppo e la salvaguardia della salute di lavoratori e cittadini. Abbiamo cercato di fare un film onesto, senza tesi precostituite, facendo parlare i fatti. Visto che nessun canale italiano ha acquistato il film per la messa in onda (è stato invece trasmesso in Francia, Germania, Svizzera e Belgio) abbiamo organizzato più di un centinaio di proiezioni gratuite in tutta Italia mettendo a disposizione il film a tutte le associazioni o privati cittadini che ce ne facessero richiesta. Questo credo sia stato il nostro piccolo contributo alla battaglia per il bando dell’uso dell’amianto nel mondo e alla bonifica dei siti più inquinati“.

Come avete strutturato il film?

Il film ha come spina dorsale le udienze del processo di Torino. Segue però anche una storia individuale (quella di Luisa Minazzi, ammalata di mesotelioma pleurico) e la dimensione internazionale dell’uso dell’amianto oggi nel mondo (India e Brasile). Abbiamo considerato l’aula del tribunale come un set cinematografico. In quella parte del film lo stile è più classico la macchina è perlopiù ferma sul cavalletto, il montaggio più tradizionale. Nelle altre due parti abbiamo optato per una macchina da presa più mobile che seguisse da vicino la vita dei personaggi e le varie situazioni incontrate“.

Quanto è durato il lavoro di informazione e poi registrazione del film?

Abbiamo filmato le udienze, generalmente 2 a settimana per circa 1 anno dei 3 che è durato il processo. Il lavoro di informazione prima delle riprese, seppur non quotidiano, è stato molto più lungo: 4 anni circa“.

Raffaele Guariniello. Foto: lastampa.it
Raffaele Guariniello. Foto: lastampa.it

L’ultima e inevitabile domanda dopo la recente sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato le precedenti sentenze: cosa ne pensate?

Senza dubbio la sentenza della Cassazione ha lasciato senza risposte la domanda di giustizia che attraverso una lunghissima mobilitazione era partita da Casale Monferrato. Sono rimaste senza risposta anche le domande più generali che la vicenda della Eternit aveva posto: a chi si devono attribuire le colpe per le devastazioni ambientali che la grande industria ha prodotto nel nostro paese? Esistono forme di risarcimento? E’ ancora accettabile un modello di sviluppo che comprenda l’avvelenamento del territorio e contribuisca allo sviluppo di patologie gravissime fra lavoratori e cittadini? E’ ancora accettabile in Occidente il baratto fra occupazione e salute? Se pur perdente sul piano giuridico pensiamo che la lunga lotta di lavoratori e cittadini di Casale Monferrato sia stata al contrario vincente e fondamentale nel portare, con forza e continuità, queste domande all’attenzione dell’opinione pubblica“.

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Ricordiamo che la proiezione sarà gratuita. Per chi fosse impossibilitato a partecipare ricordiamo che è possibile seguire la diretta Twitter. Potrete porre domande agli esperti, fare commenti, portare testimonianze e intervenire al dibattito che si terrà al termine della proiezione. #Polvere l’hashtag del live-tweet, @eHabitatit il nostro account. Nel frattempo per qualsiasi richiesta potete lasciare i vostri commenti subito sotto.

[Foto in copertina cittadinireattivi.it]

Intervista a Bruna e Prandstraller, registi di Polvere ultima modifica: 2015-04-26T08:30:46+02:00 da Sara Panarella
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Intervista a Bruna e Prandstraller, registi di Polvere ultima modifica: 2015-04-26T08:30:46+02:00 da Sara Panarella

Vive a Torino, bibliotecaria. Si laurea in Filosofia interessandosi di bambini e multiculturalità e si avvicina alla psicoanalisi e alla cura del pensiero. Ha poi quattro bimbi e un cane che insieme a tanta effervescenza aggiungono interessi nuovi, maggior attenzione per l’ambiente e gli antichi mestieri e saperi, lavorazione dell’argilla, uncinetto, raccolta e utilizzo delle erbe. Una moderna “Strega in famiglia”!

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