Nuova veste per il MAcA – Museo A come Ambiente di Torino

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Nuova veste per il MAcA – Museo A come Ambiente di Torino ultima modifica: 2015-04-20T08:00:04+02:00 da Silvia Musso
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Il MacA – Museo A come Ambiente di Torino ha iniziato un percorso di rinnovamento. A 10 anni dalla sua fondazione, il 2015 rappresenterà per questo museo a tema ambientale, unico in Italia e in Europa, un punto di svolta.

Il MAcA – Museo A come Ambiente di Torino ha iniziato un percorso di rinnovamento.

Dopo dieci anni dalla sua fondazione, il 2015 rappresenterà per questo museo a tema ambientale, unico in Italia e in Europa, un punto di svolta.

logo AcomeAmbiente
Il nuovo logo del Museo A come Ambiente di Torino

 «Il mio obiettivo principale è alimentare la vitalità del MAcA, proseguendo un percorso iniziato nel 2004 – dichiara il neo direttore Paolo Legato Un museo è vivo se ascolta e parla con il territorio, i cittadini, le forze che plasmano il panorama nazionale e internazionale della cultura e della conoscenza. E come ogni entità vivente, il museo che ha valore è strutturato in modo da captare tutti gli stimoli, interni ed esterni. Il nuovo sito fa parte di questo sistema di scambio, tra l’interno e l’esterno».

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E, infatti, il rinnovamento è proprio partito dal sito web, la finestra di comunicazione con il pubblico. Da pochi giorni online è molto fruibile e di facile lettura. Pochi testi sintetici e chiari, informazioni facili da recuperare e molte immagini che fanno immergere l’internauta nel mondo del museo. Come si legge nella home page, la parola d’ordine del MAcA è curiosità. Il museo, che è sostenuto da numerosi soci sia pubblici che privati, vuole incuriosire, stimolare la ricerca e l’esplorazione del visitatore e lo fa a partire dal sito stesso.

«Siamo partiti con un nuovo sito, che andremo ad arricchire man mano, ma è solo l’inizio, e non potrebbe essere altrimenti – continua Legato – Nel 2015 non esistono più monadi culturali: l’informazione in entrata e in uscita si muove secondo flussi continui, proviene da una varietà di mondi tutti necessari perché la missione del museo trovi compimento. Aggregare informazioni, aggiornarle, trasmetterle, ascoltare come riverbera l’eco di questo messaggio nei visitatori e captare l’eco di ritorno con le richieste, le proposte, i bisogni: un museo vivo comunica così e così rimane attuale. I canali social [qui Facebook e Twitter N.d.R.], gli spazi fisici, le occasioni d’uso del museo, l’apparato comunicativo, la partecipazione al dibattito internazionale sul ruolo dei science center, il lavoro armonico con l’offerta museale cittadina sono i principali ambiti per creare una comunicazione forte, credibile, interessante, utile e pertanto voluta».

Il MAcA si trova in corso Umbria e si affaccia sul Parco Dora, parco postindustriale 456.000 m² dove fino agli anni novanta sorgevano i grandi stabilimenti produttivi della Fiat e della Michelin. È composto da tre corpi architettonici collegati da un giardino interno. La Palazzina Storica, sede della caserma dei vigili del fuoco dell’ex stabilimento Michelin, racconta nei suoi tre piani i temi “storici” del museo: energia, rifiuti e acqua. Il Padiglione Verde, disegnato da Carlo Ratti Associati – Walter Nicolino & Carlo Ratti, ospiterà a partire da settembre 2015 percorsi e exhibit su alimentazione, trasporti e trasmissione delle conoscenza, tre delle sfide che attendono un mondo in continua crescita. Il Guscio, open space polivalente disegnato da Agostino Magnaghi, ospiterà sempre a partire da settembre 2015 proiezioni, conferenze, e mostre temporanee e attività laboratoriali.

Museo A come Ambiente di Torino
L’esterno del Museo A come Ambiente di Torino

Sito completamente rivisto, nuovi spazi presto inaugurati, ma cosa c’è davvero di diverso rispetto al passato?

«Rispetto al passato, direi il concetto di pubblico. Infatti il MAcA vuole essere, più che un museo pubblico, un museo per il pubblico. Sapendo che, in realtà, “il pubblico” non esiste. Esistono miriadi di pubblici diversi, che si creano e si disfano in maniera dinamica. All’inizio possiamo pensare a categorie abbastanza definite, basate su indicatori demografici: gli insegnanti, gli studenti della scuola primaria, i pensionati, eccetera. Ma ben presto ci si renderà conto che i pubblici del museo saranno aggregati intorno a questioni di attualità: gli scettici sul termovalorizzatore; i ciclisti che non usano più l’auto e così via. Per ora, e a titolo esemplificativo, parliamo di insegnanti e adulti. Gli insegnanti sono uno dei motori fondamentali per il cambiamento perché a loro spetta il compito di formare i cittadini di domani. Gli adulti sono un altro segmento fondamentale per cui immaginare e creare attività dedicate».

Museo A come Ambiente di Torino
Il Museo A come Ambiente di Torino è unico nel suo genere

Il target del museo, che era rappresentato principalmente da insegnanti e scuole, intende quindi allargarsi e abbracciare nuove tipologie di persone che si confrontano intorno a temi specifici.

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«Durante gli anni di scuola si impara un po’ di fisica, un po’ di biologia, di chimica e si studiano a memoria formule e grafici: questo è, spesso, quello che rappresenta il bagaglio di conoscenze per un adulto che poi, nella vita di tutti i giorni, sentirà parlare di staminali, di nanotecnologie per l’appunto, di antimateria, di energie alternative, di bioaccumulo e rifiuti tossici. Il divario tra quello che abbiamo imparato a scuola e quello che sentiamo dai notiziari può essere colmato da due principali fonti di informazione: il giornalismo scientifico e i musei. Questi ultimi godono di maggior reputazione rispetto ai primi ma spesso vengono percepiti dagli adulti come “un posto pensato per i bambini”. La scienza in mostra, i colori brillanti, le scelte scenografiche confermano questa sensazione: i concetti esposti, trattando di scienza di base, non trovano un collegamento con le notizie di attualità e gli adulti non si sentono supportati a capire. Questa è una delle grandi sfide che ci attendono: allargare il nostro bacino di utenti naturali alle fasce di età non scolari».

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Una laurea in Antropologia Culturale all'Università Ca' Foscari di Venezia, e un Master in Sviluppo Sostenibile e Promozione del Territorio. Alla guida di AICA (Associazione Internazionale Comunicazione Ambientale) ha portato in Italia la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, coordinandone le prime due edizioni. Giornalista, non solo in campo ambientale ma anche sociale, da quando è diventata mamma del piccolo Ettore è sempre più attenta alla sua impronta ecologica e anche a quella di tutta la famiglia. Convinta dal marito, si è trasferita a Tonco, un piccolo comune nelle colline del Monferrato, dove sta imparando a fare l'orto e ad allevare oche e galline. Per Econote.it cura la seguitissima rubrica “Mamme&Papà green” in cui parla di natura e di bimbi.

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