Just Eat It, un documentario per ridurre lo spreco di cibo

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Just Eat It, un documentario per ridurre lo spreco di cibo ultima modifica: 2015-04-08T08:00:08+02:00 da eleonora anello
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Just Eat It, è il documentario che narra l’esperimento di una coppia canadese che si nutre di cibo trovato nella spazzatura: sopravviveranno?

Uno sguardo divertito e divertente per trattare un argomento serio. Un esperimento per denunciare lo spreco di cibo. Grant Baldwin e Jenny Rustemeyer hanno a cuore l’ambiente e rimangono tristemente impressionati dalla folle quantità di cibo che la società butta. Lo spreco alimentare per cui il 40% del cibo prodotto finisce in discarica rappresenta un grave problema ambientale oltreché economico e morale. Queste le premesse di Just Eat It, A Food Waste Story, un documentario che dimostra come sia possibile alimentarsi di quel cibo che la società rifiuta.

Just Eat It, Grant Baldwin e Jenny Rustemeyer
I protagonisti di Just Eat It, Grant Baldwin e Jenny Rustemeyer

È ciò che ci conferma Jenny, co-protagonista e produttrice del documentario: «Il nostro precedente film “The Clean Bin Project” si incentrava sulla vita a spreco zero, per cui ci siamo interessati molto a quello che le persone buttano via. Non avevamo idea che del cibo edibile finisse nella spazzatura con tanta facilità. Apprendere che il 40% degli alimenti va in discarica mentre esistono persone che non hanno di che nutrirsi, ci ha spinto a interessarci della questione».

Così, la coppia canadese si è messa in gioco e per 6 mesi si è alimentata esclusivamente di “cibo salvato” dalla discarica, ovvero di alimenti scaduti o prossimi alla scadenza, di prodotti danneggiati o di dimensioni non conformi alla vendita. Il loro esperimento è diventato un pretesto narrativo per analizzare il problema, fornire dati e presentare il parere di esperti.

Il danno arrecato da questo “non consumo” va a incidere sull’intero ciclo di produzione, mandando in fumo energie e risorse dell’intera filiera agro-alimentare. La questione non è più sottovalutabile. Si stima che il 4% del consumo energetico totale degli Stati Uniti venga impiegato nella produzione di cibo che va buttato, mentre il consumo idrico generato potrebbe soddisfare le esigenze domestiche di 500 milioni di persone. Inoltre ciò che non diventa compost e finisce in discarica o incenerito provoca inquinamento atmosferico da gas serra, la principale causa dei cambiamenti climatici che stanno mettendo a serio rischio il nostro pianeta.

Just Eat It
Just Eat It, una scena tratta dal film

Ciò che con tanta leggerezza si butta talvolta non raggiunge neanche il punto vendita. Le cause di tanto sperpero sono da rintracciare nei criteri estetici, nella non conformità a precisi standard e nelle regole ferree del retail. Istituzioni, leggi, produttori, punti vendita e consumatori, tutti sono coinvolti e nessuno può dirsi escluso o meno colpevole.

Gli sprechi maggiori avvengono all’interno delle mura domestiche, dove persiste una “cultura della sovrabbondanza” figlia della società consumistica. Le responsabilità degli individui sono rintracciabili all’acquisto: in questa fase si dà importanza all’apparenza, nella convinzione quasi ossessiva e del tutto ingiustificata che più bello sia anche più buono. Oltre alle quantità abbondanti ci sono una sbagliata pianificazione dei pasti, nonché grossolani errori di conservazione in mastodontici frigoriferi straripanti di cibo. Molto spreco deriva anche dall’incapacità di leggere le etichette e interpretare le date di scadenza.

Per queste ragioni, di cibo scartato i protagonisti ne trovano in quantità e pure di qualità, e la vera sfida diventa quindi riuscire a consumare tutti questi alimenti. Come ci racconta Jenny, sono però convinti che il documentario possa indurre le persone a ripensare le loro abitudini: «Abbiamo cercato di intrattenere il pubblico informandolo, con l’idea che questo possa indurre a un cambiamento reale. Vogliamo che le persone escano dalla sala arricchite dal punto di vista educativo, ma anche divertite. Del resto amiamo realizzare i tipi di film che ci piace vedere. Grant, il regista, trae molta ispirazione dai film di sport/azione (fotografia 3D, tiri ad effetto, filmati accelerati, etc), perciò abbiamo cercato di trasformare quel tipo di linguaggio figurativo in documentario, un genere tradizionalmente considerato arido. Abbiamo avuto spettatori, dagli adulti ai bambini di 6 anni, davvero entusiasti. Per me, questo è un successo.»

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Dopo essere stato presentato all’ultima edizione del Festival di CinemAmbiente di Torino, il film si sta aggiudicando diversi premi tra cui, sempre all’interno della rete Green Film Network, il “Best Canadian Feature” di Planet in Focus di Toronto. In Italia il documentario è stato ritenuto un mezzo efficace per avviare un dialogo con le nuove generazioni e distribuito nelle scuole da CinemAmbiente attraverso il progetto denominato “Una Buona Occasione”, una campagna di prevenzione degli sprechi alimentari che intende incidere sulle cause che contribuiscono a formare l’eccedenza, nella consapevolezza che sprecare cibo rappresenti una sconfitta per tutti.

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Vive a Torino. E' giornalista pubblicista, laureata in scienze della comunicazione. Vegetariana ed ecologista, è appassionata di ambiente e di come viene comunicato. Ama il sole e non potrebbe fare a meno del mare. Si sente la paladina dell'ambiente. Per fortuna nella vita privata è mamma di due splendide bimbe che la portano con i piedi per terra. Odia parlare in pubblico e per questo... scrive.

3 Commenti

  1. Just Eat It verrà proiettato martedì 14 aprile 2015 nell’ambito del CineForum Lab della Facoltà di Economia Ambientale dell’Università di Torino, realizzato dal Festival di CinemAmbiente nell’ambito del progetto Cittadinanze. L’ingresso è libero e gratuito. La redazione di eHabitat per i temi trattati ne consiglia la visione. L’appuntamento è alle ore 16,45 presso l’Aula Magna del Campus Luigi Einaudi. A seguire dibattito sullo spreco alimentare con Andrea Segrè e Alessandro Cerutti, esperti di spreco alimentare. Se non potrete esserci seguite e partecipate alla nostra diretta Twitter commentando e ponendo domande.

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