Lo strano e poetico caso del pianoforte a Torino Porta Nuova

in Cultura|Mobilità|Musica
Lo strano e poetico caso del pianoforte a Torino Porta Nuova ultima modifica: 2015-03-12T08:00:54+01:00 da Sara Merlino
da

Il pianoforte alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova dimostra come la musica può migliorare la qualità della nostra vita e la nostra percezione dell’ambiente.

Una musica può fare /cantare lililli o lalalla/Una musica può fare/cambiare nininni o nananna/Salvarti sull’orlo del precipizio/quello che la musica può fare” cantava saggiamente Max Gazzè nella sua “Una musica può fare”.

Ed è quello che mi è capitato di pensare entrando trafelata in stazione l’altro giorno. Mi trovavo a Porta Nuova, stazione centrale di Torino: treno in ritardo, fretta e mille cose da fare. Ma poi una meravigliosa e cristallina armonia che risuonava nell’atrio mi ha rapita. E non ero la sola. Con me decine e decine di persone, ferme ad ascoltare e guardare incantate due ragazzi che stavano suonando un Jazz a quattro mani seduti al pianoforte, proprio nel mezzo dell’atrio.

Quel piano è lì ormai da qualche giorno: un cartello recita “Suonami sono tuo” (Play me, I’m yours).

Pianoforte a Porta Nuova
Il pianoforte della stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova

Ora, il potere di quelle note sulle persone è impressionante. Riesce a fermarle, a renderle consapevoli della loro esistenze (e non è cosa da poco, in giornate in cui si corre per partire, si corre per arrivare o per tornare).

“Rallentate!” sembra ammonire, “Fermatevi un attimo, non cascherà il mondo”.

D’altronde, esiste una disciplina detta “psicologia ambientale” che studia proprio il benessere e il comportamento umano in relazione all’ambiente, non solo come “fisico”, ma anche e soprattutto come “ambiente sociale”.

Treni panoramici, i 10 migliori in Europa per viaggi incredibili immersi nella natura

L’interesse di questa branca della psicologia prende in esame la maniera in cui le caratteristiche di un ambiente vengano percepite dai fruitori e il grado di soddisfazione e di benessere che quell’ambiente procura loro. In sostanza, una stazione che da sempre è un luogo-non luogo, di passaggio, in cui si è spesso di fretta, in ritardo o in estenuante attesa, grazie alla presenza di un pianoforte può cambiare completamente la nostra percezione.

Rende piacevole fermarsi. Ci si prende il tempo di un brano, si fotografano i musicisti.
Insomma, quel pianoforte migliora la qualità della vita in quel luogo, in quell’ambiente.

Alberto Cipolla Emanuele Via
Alberto Cipolla ed Emanuele Via improvvisano un pezzo Jazz

L’ideatore di tutto questo è stato l’artista inglese Luke Jerram. I pianoforti sono da anni “installati” in molte stazioni di metropoli europee e li hanno suonati migliaia di persone. Altrettante hanno ascoltato e si sono fermate, lasciandosi conquistare dalla musica.

Grandi Stazioni ha installato pianoforti nelle stazioni di Venezia Santa Lucia, Firenze Santa Maria Novella, Roma Tiburtina, Milano Centrale e appunto Torino Porta Nuova.

Seiryu Miharashi Eki, la stazione giapponese fantasma ci ricorda l’importanza di fermarsi e ammirare la natura

Un piano nell’atrio di una stazione può migliorare almeno in piccolissima parte la qualità della nostra vita? E la nostra percezione di un ambiente?

La musicoterapia dice di sì e ci insegna che proprio gli strumenti a tastiera (pianoforte, organo) hanno la capacità di far coesistere contemporaneamente, ritmo, melodia, armonia. Producono cioè onde vibratorie attraverso l’amplificazione della cassa di risonanza, che non è altro che la riproduzione del Corpo Vibrante dell’essere umano. Questo tipo di strumenti musicali possono farci “convibrare” attraverso la risonanza corporea perché sono in piena sintonia con noi. Si crea, così, una vera empatia tra noi e lo strumento.

Max Gazzè aveva pienamente ragione.

I due musicisti del video sono Alberto Cipolla e Emanuele Via e hanno improvvisato un pezzo jazz…

Lo strano e poetico caso del pianoforte a Torino Porta Nuova ultima modifica: 2015-03-12T08:00:54+01:00 da Sara Merlino
Tags:
Lo strano e poetico caso del pianoforte a Torino Porta Nuova ultima modifica: 2015-03-12T08:00:54+01:00 da Sara Merlino

Nata a Bra (CN) e da circa 8 anni vive e lavora a Cherasco, piccola città medievale alle porte delle Langhe, con Francesco e tre gatti. Si occupa di cultura e organizzazione di eventi gestendo un piccolo spazio nato per promuovere l'arte contemporanea sul territorio. E' convinta che la creatività sia la risorsa più preziosa; crede nel rispetto per ogni essere vivente e per l’ambiente e si impegna a dimostrarlo anche nei piccoli gesti quotidiani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verra pubblicato

*

Ultimi articolo di Cultura

Go to Top