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E io mi mangio il piatto! In arrivo i packaging commestibili

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E io mi mangio il piatto! In arrivo i packaging commestibili ultima modifica: 2015-02-06T08:00:35+01:00 da Annalisa Audino
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Esplode in tutto il mondo la moda dei packaging commestibili e non sembra niente male

Con i packaging commestibili, avere così fame da mangiarsi anche il piatto non sarà più solo un modo di dire! Se il cucchiaino di cioccolato per il caffè della Lindt o la tazzina biscottata della Lavazza ci sembravano originali, ora resteremo davvero a bocca aperta. . Lo spreco di plastica, carta e altri materiali che compongono le confezioni dei nostri alimenti è veramente alto e soprattutto crea un ingombro da smaltire con un costo non da poco.

tazzina-commestibile- Lavazza
La tazzina commestibile

Mangiandoci il pack, tutto cambia. Pensate ad esempio alle catene di fast food di tutto il mondo: montagne di cartoncini e plastica da smaltire ogni giorno. La catena brasiliana Bob’s, ad esempio, ha trovato la soluzione: i suoi hamburger sono avvolti da una pellicola di carta di riso, se non commestibile, almeno completamente biodegradabile!

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E le idee si stanno moltiplicando sul web e non solo e il merito va anche a qualche italiano. Primo fra tutti, il vincitore del premio svedese European Federation of Food Science and Technology, il reggiano Riccardo Di Leo, che ha inventato il Domopack commestibile. Consumiamo ogni anno circa 630 mila tonnellate di pellicole di plastica che hanno altissimi costi di produzione e smaltimento: i “film” di Di Leo invece sono completamente biodegradabili e commestibili e sembra possano proteggere gli alimenti da agenti patogeni e alteranti proprio come i normali fogli di plastica trasparente!

Non è l’unico. Tra le 25 invenzioni più importanti del 2014 c’è anche Wikipearl, una pellicola commestibile che addirittura gioca un ruolo fondamentale nel sapore finale del prodotto che contiene. Al momento vengono proposti gelati e frozen yogurt, ma gli studi della startup WikiFood troveranno sicuramente il modo di proporre altre gustose ricette.

Contenitori commestibili di Diane Leclair Bisson e Gionatan Lassandro
Contenitori commestibili di Diane Leclair Bisson e Gionatan Lassandro

Il progetto Pappami va oltre e propone un piatto da mangiare. Robusto e adatto a contenere e trasportare vivande, è stato studiato per contenere cibi solidi e liquidi anche per lunghi periodi. Ha un gusto naturale, simile al pane, e può persino essere congelato! Anche la designer Diane Leclair Bisson, in collaborazione con l’italiano Gionatan Lassandro, presidente dell’associazione Fooda, ha proposto contenitori alimentari commestibili. Partendo da un semplice pomodoro, sono riusciti a dare forma a vassoi, ciotole, piatti e cestini davvero originali.

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La fecola di patate invece è protagonista del progetto Do Eat: creato da due studenti della scuola superiore di arte di Mons, in Belgio, propone 4 kit di contenitori completamente commestibili e alla portata di tutti, anche nel prezzo.

Contenitore commestibile Do Eat
Packaging commestibili, uno dei contenitori di Do Eat

La biotecnologia sta dunque rivoluzionando la nostra cucina e fra qualche decennio forse nulla sarà più come prima, sia nel campo Ogm che in quello dei cibi naturali e rispettosi dell’ecosistema. Sicuramente la frontiera dei pack commestibili ci piace molto di più, rispetto a quella delle bistecche sintetiche ottenute dalle cellule staminali bovine o dagli spaghetti stampati in 3D o, udite udite, del superlatte che la Coca Cola si prepara a presentare quest’anno: 50% di proteine in più e 30% di zuccheri in meno, per una bevanda più ricca di calcio rispetto al latte vero. Staremo a vedere. Sicuramente in una società sempre più di corsa, mangiarsi il piatto non farà risparmiare solo in fatto di rifiuti, ma anche in tempo ed energie. Niente lavaggi e non ci resta che augurarci buon appetito!

E io mi mangio il piatto! In arrivo i packaging commestibili ultima modifica: 2015-02-06T08:00:35+01:00 da Annalisa Audino
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E io mi mangio il piatto! In arrivo i packaging commestibili ultima modifica: 2015-02-06T08:00:35+01:00 da Annalisa Audino

Laureata in Culture Moderne Comparate e giornalista pubblicista, legge, scrive, ama le passeggiate in montagna, ma anche andare in moto. Visita mostre, ascolta musica e non ne ha mai abbastanza di imparare. Adora le cose fatte in casa e cerca di vivere in modo sostenibile. Attualmente è impiegata presso l'Ufficio Comunicazione di Slow Food.

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