Dino Scanavino

Introdurre i delitti ambientali nel Codice penale, intervista a Dino Scanavino

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Introdurre i delitti ambientali nel Codice penale, intervista a Dino Scanavino ultima modifica: 2015-01-26T08:00:48+01:00 da Silvia Musso
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Dino Scanavino, presidente della Cia, Confederazione italiana agricoltori, è tra i firmatari della petizione lanciata da Legambiente “Chiediamo al Senato di approvare subito il disegno di legge sull’introduzione dei delitti ambientali nel Codice penale”

Qualità alimentare, tipicità legate ai territori, salubrità degli alimenti: è difficile affermare questi concetti quando l’ambiente in cui si producono non consente di sostenere lo sforzo di garanzia che operano i produttori“.

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Ad affermarlo è Dino Scanavino, presidente della Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, che è tra i firmatari della petizione lanciata da Legambiente “Chiediamo al Senato di approvare subito il disegno di legge sull’introduzione dei delitti ambientali nel Codice penale”.

La lettera indirizzata al presidente del Senato Pietro Grasso, Presidente della Commissione Territorio, Ambiente, Beni Ambientali del Senato, Giuseppe Francesco Maria Marinello e al Presidente della Commissione Giustizia del Senato Francesco Nitto Palma, vuole fare pressione perché si riprenda in mano il disegno di legge approvato dalla Camera dei Deputati a febbraio 2014, e fermo da quasi un anno.

Il disegno di legge porterebbe una svolta nel nostro sistema giudiziario. Non esistono, infatti, nel Codice penale italiano, né il delitto di inquinamento né quello di disastro ambientale. In poche parole chi inquina l’ambiente non viene arrestato visto che nella peggiore delle ipotesi si rende responsabile di reati di natura contravvenzionale, risolvibili pagando un’ammenda quando non vanno in prescrizione. Questo significa impunità per gli ecocriminali e per gli ecomafiosi.

Una nuova legge inserirebbe, invece, quattro delitti ambientali nel nostro Codice penale: inquinamento ambientale, disastro ambientale, trasporto e abbandono di materiale radioattivo, impedimento al controllo. Assicurerebbe, inoltre, strumenti investigativi fondamentali per le forze dell’ordine e la magistratura.

delitti ambientali nel Codice penale

La Cia ha aderito alla petizione perché “Ritiene l’ambiente un bene fondamentale per il mondo agricolo. Un bene che va protetto e da cui dipende l’agricoltura – come afferma il suo presidente – Ritiene inoltre che si debba cambiare pagina, chi inquina ed è cosciente di andare contro le leggi, deve essere perseguito per la gravità del danno che cagiona“.

Insieme alla Cia molte altre sigle del mondo ambientalista e associazionistico: Libera, Coldiretti, Fai, Greenpeace Italia, Lav e WWF Italia sono solo alcuni esempi.

Affermare la possibilità di inserire i reati ambientali nel codice penale è importante perché restituisce all’ambiente l’importanza che merita nella vita di tutti – continua Scanavino – Offrire dei deterrenti seri a chi intende commettere reati che incidono sulla collettività è una garanzia di giustizia e ci pone a livello dei paesi comunitari che queste norme le hanno già. La proposta di legge potrà e dovrà anche garantire che questi delitti possano venir finalmente perseguiti. È importante che la discussione sulla proposta di legge vada avanti e che la discussione porti ad un testo quanto più condiviso tra tutte le parti interessate“.

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In particolare cosa cambierebbe per il mondo agricolo?

Io credo che chi lavora, seriamente e onestamente, non debba temere da una legge che intende punire penalmente chi commette reati coscientemente e sapendo che con tutta probabilità potrà andare incontro ad una contravvenzione. Il mondo agricolo potrebbe essere più tutelato e magari valorizzato da una legge condivisa. L’agricoltura è il maggior settore che garantisce esternalità positive per l’ambiente, le collettività e servizi ambientali che spesso non sono riconosciuti e che invece dovrebbero essere incentivati”.

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Una laurea in Antropologia Culturale all'Università Ca' Foscari di Venezia, e un Master in Sviluppo Sostenibile e Promozione del Territorio. Alla guida di AICA (Associazione Internazionale Comunicazione Ambientale) ha portato in Italia la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, coordinandone le prime due edizioni. Giornalista, non solo in campo ambientale ma anche sociale, da quando è diventata mamma del piccolo Ettore è sempre più attenta alla sua impronta ecologica e anche a quella di tutta la famiglia. Convinta dal marito, si è trasferita a Tonco, un piccolo comune nelle colline del Monferrato, dove sta imparando a fare l'orto e ad allevare oche e galline. Per Econote.it cura la seguitissima rubrica “Mamme&Papà green” in cui parla di natura e di bimbi.

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