Piero Martinetti

Piero Martinetti, i diritti degli animali nella filosofia contemporanea

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Piero Martinetti, i diritti degli animali nella filosofia contemporanea ultima modifica: 2014-12-24T08:00:55+01:00 da Sara Panarella
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Gli animali hanno coscienza? Secondo Piero Martinetti, filosofo morto 70 anni fa, si. Motivo in più per rinunciare ai botti di fine anno.

Dopo 70 anni dalla morte di un autore ciò che è stato pubblicato diventa di pubblico dominio, cioè smette di essere un documento protetto dal diritto d’autore per diventare opera liberamente disponibile. Tra pochi giorni, e cioè il primo gennaio 2015 per altri autori decadranno questi diritti. Ma siamo a fine anno, momento obbligato di bilancio per i mesi trascorsi con un’occhio per quelli che verranno. Tra gli autori deceduti nel 1943, cioè 70 anni fa troviamo nomi importanti come Simone Weil, Piero Martinetti e nel campo della musica Sergej Vasil’evic Rachmaninov.

Piero Martinetti
Piero Martinetti

Perché parlare proprio qui di questi autori e del pubblico dominio? Intanto è bello pensare che opere interessanti possano essere liberamente accessibili. In secondo luogo uno di loro in particolare è stato oggetto d’interesse in questo 2014: si tratta di Piero Martinetti. Infatti grazie ad un progetto dell’Università di Torino sono state selezionate varie sue opere che così adesso risultano liberamente disponibili in rete. Piero Martinetti, nato nel 1872 a Pont Canavese, fu filosofo e docente universitario presso l’Università statale di Milano. Fu anche uno dei pochi docenti universitari che fin dal primo momento rifiutarono di prestare giuramento con la formula che obbligava a un’esplicita devozione al regime fascista, oltre al re e alle leggi, richiesto con la formula precedente. Era il 1931 e dei 1225 docenti solo 12 rifiutarono. Persa la cattedra, si ritirò nel 1932 a vivere nel podere familiare di Spineto a Castellamonte che divenne così la sua principale fonte di reddito e sulla cui porta volle scrivere: “Piero Martinetti agricoltore“.

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Tra i documenti resi pubblici troviamo un volume del 1926 intitolato “Saggi e discorsi“. Al suo interno è contenuto il testo di una conferenza del 1920 tenuta presso la Società milanese di studi filosofici e religiosi. Titolo del testo è la “La psicologia degli animali“. Già dal titolo appare evidente l’interesse di quest’opera che non a caso è stata scelta come spunto per una rappresentazione teatrale promossa a Maggio, all’interno dell’Hackaton promosso dall’Università di Torino. In questo corto, presentato dagli attori della Fondazione Teatro Nuovo, alcune attrici hanno interpretato il ruolo di animali destinati al macello, cantando la paura e il dolore di chi sa di dover morire. Contrapposto a questo i macellai con i luoghi comuni sulla carne e sulla mancanza di coscienza delle “bestie”. Martinetti insieme ad una donna che rappresenta l’influenza della filosofia indiana sul pensiero del filosofo, intervengono per ricordare come una rinuncia alla violenza sugli esseri più indifesi possa e debba essere un passaggio obbligato per evitarla anche fra gli uomini. La questione della coscienza è appunto l’argomento affrontato all’interno di “La psicologia degli animali”.

Sviluppando questioni metodologiche che per brevità non tratto, arriva a concludere che “Gli animali partecipano dunque dell’intelligenza e della ragione, ossia della natura umana…”. Ma soprattutto a pagina 250: “Se le bestie sentono, come si giustifica il loro soffrire? Non vi è nulla che gridi così altamente contro la bontà e la giustizia divina come il dolore animale.” Pensiamo ai botti di fine anno di cui ci siamo già occupati qui. Servono a noi per divertirci di più? Soprattutto se sappiamo di danneggiare qualcun altro?

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[Immagine di copertina @FondazioneMartinetti]

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Vive a Torino, bibliotecaria. Si laurea in Filosofia interessandosi di bambini e multiculturalità e si avvicina alla psicoanalisi e alla cura del pensiero. Ha poi quattro bimbi e un cane che insieme a tanta effervescenza aggiungono interessi nuovi, maggior attenzione per l’ambiente e gli antichi mestieri e saperi, lavorazione dell’argilla, uncinetto, raccolta e utilizzo delle erbe. Una moderna “Strega in famiglia”!

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