Salone del gusto Terra madre, Tutti a bordo dell’Arca del Gusto

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Salone del gusto Terra madre, Tutti a bordo dell’Arca del Gusto ultima modifica: 2014-10-18T08:30:39+02:00 da Veronica Ottria
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Torna il Salone del Gusto e Terra Madre, alla sua decima edizione. Dal 23 al 27 ottobre a Torino è protagonista assoluto l’Arca del Gusto.

Giunge quest’anno alla maggiore età e alla sua decima edizione il Salone Internazionale del Gusto, per la seconda volta affiancato a Terra Madre, che si terrà a Torino Lingotto dal 23 al 27 ottobre 2014. Tra i progetti più importanti segnaliamo l’Arca del Gusto.
Nell’arco di questi diciott’anni (ventotto dalla fondazione di Slow Food) l’evento e il fenomeno non si sono soltanto espansi ad ogni angolo del globo, toccando prodotti – e produttori – che forse ora sarebbero altrimenti perduti. Quello a cui si è assistito è stato in questi anni a un totale ridimensionamento della cosa: i temi quali il consumo consapevole, la sostenibilità ambientale, la conservazione della biodiversità alimentare e delle tradizioni popolari, che nel 1986 sembravano così anacronistici, seppur incombenti, sono ora sulla bocca di tutti.
Vuoi per necessità, vuoi per maggiore consapevolezza o semplicemente – ahimè – per moda, tutto ciò che ci circonda e si crea deve necessariamente ammiccare a una visione eco-friendly, anche se solo apparente. Non per nulla questi sono i temi dell’Expo 2015.
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Alcune varietà di pomodoro
Per chi come Slow Food lo fa da sempre, può sembrare semplice cavalcare quest’onda, complice (o artefice?) anche la sempre più diffusa voglia di mangiare bene. Basti pensare che l’unico settore che arranca con meno fatica in questi tempi di crisi in Italia è proprio il settore alimentare, purché sia di eccellenza: si tiene magari l’automobile un anno in più prima di cambiarla, ma alla cena fuori –  e di qualità – non si rinuncia.
Non si può tuttavia far finta di niente: spesso la consapevolezza della propria scelta alimentare viene meno, soppiantata dalla moda (seppur genuina) del momento. Il “buono, pulito e giusto” sta passando un po’ in sordina, oscurato dall’altisonanza del nome dello chef o del produttore: un cibo buono sì, ma di élite. Un cibo come status symbol, e non importa se ora al posto del caviale c’è la Salsiccia di Bra.
In realtà proprio perché comunicare la sostenibilità è diventato un mestiere apparentemente “di tutti”, è importante per Slow Food, e per il suo evento principale in particolare, riuscire a differenziarsi, dagli altri e da se stesso.
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Un progetto di Terra Madre in Africa
Ogni anno il Salone propone alcune novità in questo senso: un passo importante si è fatto sicuramente nella scorsa edizione del 2012 con l’affiancamento di Terra Madre, che da incontro-confronto riservato agli addetti ai lavori si è trasformato in un’importante occasione per i produttori di farsi conoscere direttamente dai consumatori, scavalcando il “bollino Slow Food”, che ha sempre fatto sì da garante, ma ha tuttavia spersonalizzato un po’ l’esperienza d’acquisto.
È proprio forse uno dei punti di forza maggiori del Salone del Gusto questa opportunità di incontrare, stringere la mano, parlare direttamente con i produttori: una smaterializzazione dell’alimento, che rende più concreta la passione umana che c’è dietro di esso.
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Salone del gusto al Lingotto di Torino
Con il primo Salone del 1996 è stato lanciato il progetto dell’Arca del Gusto: un database in continuo aggiornamento ed espansione in cui sono raccolti prodotti in via di estinzione appartenenti alla storia, alla cultura e alle tradizioni di tutto il Pianeta. L’obiettivo di questo archivio è salvare questi cibi dal rischio di scomparsa, per riscoprirli e riproporli, stuzzicando sì la mente ma soprattutto l’appetito, riabituando la gola ad una maggiore molteplicità di gusti ed esperienze che l’era dei supermarket le ha fatto dimenticare. Basti pensare che a fronte di trentamila piante commestibili presenti sulla Terra e censite dalla FAO (delle quali almeno settemila sono state utilizzate nella storia dell’umanità come alimento ma anche come medicina, come indumento e come energia), il 90% delle calorie assunte ad oggi nella dieta umana comune proviene da trenta colture soltanto.
Quest’anno questo progetto sarà protagonista. Al Salone sarà infatti possibile partecipare attivamente a incrementare il numero (attualmente sono duemila) dei prodotti presenti in questo fondamentale archivio: ogni visitatore potrà recarsi presso il Mercato Internazionale dell’Oval e portare sull’Arca appositamente allestita il cibo che vorrebbe non sia mai dimenticato. All’interno dell’Arca sarà poi possibile degustare cinque ricette da tutto il mondo cucinate con i prodotti salvati.
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Dal chicco alla farina di mais
Belli gli intenti, bello il salone a basso impatto con le posate biodegradabili e l’assenza di passerelle sintetiche, bello agevolare ed esaltare l’agricoltura familiare e le piccole produzioni locali. Sarebbe ancora più bello se una voce così importante nel settore del food manifestasse concretamente un grido d’allarme contro lo spreco di cibo che imperversa nella nostra società attuale, che riempie le discariche e affama l’altra metà del mondo. Sarebbe bello trovare soluzioni, anche drastiche e severe, a questa piaga quasi totalmente taciuta. Allora sì sarebbe proprio bello urlare a squarciagola che il mondo è “buono, pulito e giusto”.

Salone del gusto Terra madre, Tutti a bordo dell’Arca del Gusto ultima modifica: 2014-10-18T08:30:39+02:00 da Veronica Ottria
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Laureata in Comunicazione, un Master in Comunicazione per la Sostenibilità, una dose infinita di dilemmi etici. Con i bambini piccolissimi ha trovato la sua dimensione: baby-sitter da sempre ed educatrice di prima infanzia da poco. Bacchettona della raccolta differenziata, fissata con la cosmesi naturale, attenta lettrice di etichette, esploratrice di erbe, vegetariana, legge molto, cucina e cuce ancora di più... Una donna all'antica, insomma! Ama soffermarsi sulle piccole cose, scoprire odori e gusti nuovi, i flashback improvvisi, le facce delle persone, i bambini e gli animali: quell'empatia che con loro è così naturale. Il mondo che vorrebbe... nella sua testa esiste già!

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