Inaugura CinemAmbiente 2014, la bicicletta protagonista nella lotta contro gli interessi del petrolio che minaccia anche i gorilla.
Inaugura CinemAmbiente 2014, l’edizione numero 17 si apre con un omaggio alla bicicletta ed ai ciclisti.
Dopo il bike gala fino al red carpet posto all’ingresso del cinema Massimo, a Torino, la serata comincia con un breve ma illuminante documentario riguardante il rapporto tra gli olandesi e questo mezzo di trasporto.
J. Von Vundenberg ci accompagna attraverso le via di Amsterdam, dove la bicicletta è l’estensione naturale degli abitanti, almeno quanto l’automobile lo è per i torinesi.
Fantascienza? Costi delle infrastrutture troppo elevati per essere affrontati? Al contrario.
La bicicletta è, invece, un accurato investimento, il cui ritorno economico è immediato e vario. Oltre a spendere meno per depuratori e combattere costantemente contro l’inquinamento atmosferico, questo mezzo può essere venduto al dettaglio, affittato e comprato, creando lavoro ed opportunità di sviluppo, anche dal punto di vista della viabilità.
Su questo tema interviene poi Enzo La Volta, assessore all’ambiente del comune di Torino, il quale, tra le varie iniziative del comune, segnala il BICIPLAN, un vero e proprio piano urbanistico volto a coprire la rete cittadina ed i comuni limitrofi con la pista ciclabile ed il bike sharing.
Ce la si farà? Per ora, dei 60 milioni di euro necessari, solo 1,5 mln è disponibile, ricavato dalle multe agli automobilisti che commettono infrazioni. Un modo virtuoso per applicare la legge del contrappasso, afferma scherzosamente l’assessore durante il suo intervento.
Proseguendo poi nella serata, la palla passa al film – documentario “Virunga“, proiettato per la seconda volta in Europa e dedicato all’omonimo parco, sito nel Congo Orientale.
Virunga, il parco africano dei gorilla e del petrolio diventa un documentario
Qui, la multinazionale SOCO (per 1/4 italiana) sta verificando la presenza del petrolio per la futura estrazione, mettendo a rischio le popolazioni locali e, soprattutto, la sopravvivenza degli ultimi 800 gorilla di montagna.
Gli interessi internazionali rappresentati dalla SOCO non rovinano solo l’equilibrio naturale e sociale dell’area, ma anche quello politico: i progressi verso la pace a la salvaguardia della zona, faticosi ma costantemente realizzati dal 2008 al 2012, sono andati completamente in fumo quando la guerriglia ribelle della formazione M23 ha intrecciato rapporti di interesse per il petrolio, finendo per invadere l’area del parco e gettando il paese in una nuova guerra civile.
Si può fermare tutto questo? Secondo i rangers del Virunga, il regista del documentario ed Isabella Pratesi – rappresentante del WWF – è ancora possibile.
Tuttavia, per allontanare gli interessi del mondo degli affari dal parco nazionale di Virunga e dagli altri parchi africani, serve l’impegno quotidiano di ognuno di noi.
Ad esempio, stando attenti a ciò che compriamo nei negozi e privilegiando la bici rispetto all’automobile – lo sapevate che il 60% dei nostri viaggi è inferiore ai 5 km? – , evitiamo di finanziare quelle grandi multinazionali la cui trasparenza ed onestà può spesso essere messa in dubbio.
Inoltre, possiamo firmare la petizione del WWF, direttamente attraverso il sito web, oppure fare una donazione per le vedove dei rangers morti per difendere il parco.
Infine, parliamo, diffondiamo l’informazione e facciamo in modo che sia la stessa opinione pubblica a cambiare le cose, boicottando quello stile di vita e pensiero che, presto o tardi, porterà tutti alla distruzione.