Roma e il futuro della bici

Quale futuro per la bici a Roma e in Italia?

in Mobilità
Quale futuro per la bici a Roma e in Italia? ultima modifica: 2014-05-18T08:30:19+02:00 da Silvia Musso
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Roma e il futuro della Bici – Andare in bicicletta può salvare il mondo e migliorare la tua vita” è il titolo della tesi di Svenja Golombek

“Roma e il futuro della Bici – Andare in bicicletta può salvare il mondo e migliorare la tua vita” è il titolo della tesi che Svenja Golombek sta scrivendo.

Studentessa tedesca di 29 anni, Svenja si trasferisce a Roma da Berlino tre anni fa per concludere un Master in European Management. Per realizzare il suo progetto di tesi, in collaborazione con ReBike Altermobility, associazione che intende diffondere la cultura della mobilità sostenibile in città, ha creato un questionario rivolto ai Romani, sia quelli che usano la bici sia coloro che non la usano.

Roma e il futuro della Bici
Svenja Golombek, la studentessa che sta scrivendo la tesi dal titolo Roma e il futuro della bici

Svenja, quando hai scoperto l’amore per la bici?

“Vado in bici da quando ho 7 anni. Andavo in bici a Berlino, durante un anno di scambio scolastico in Danimarca e durante l’università in Olanda. A Roma ho cominciato di usarla ancora di più perché è l’unico mezzo affidabile se non vuoi perdere tempo”.

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Cosa ti ha spinto a interessarti di mobilità sostenibile?

“Mi ha incuriosito che in tutta Europa si parla di mobilità sostenibile. Città come Barcellona, Parigi, Londra o Milano stanno investendo nella mobilità sostenibile, però a Roma non si muove niente. Per esempio in questo momento la città partecipa al European Cycling Challenge, una sfida tra ciclisti e città europee durante il mese di maggio. Roma si è iscritta solo dopo la pressione da parte di alcune associazioni, ma la città non fa nessun tipo di comunicazione per pubblicizzare l’evento diversamente a città come Bologna, Padova o Cagliari”.

Svenja Golombek
Svenja Golombek la studentessa che sta scrivendo la tesi sul futuro della mobilità

Com’è nata l’idea della tesi e in modo particolare di questa formula del questionario on line per raccogliere testimonianze?

“Quando sono arrivata a Roma non vedevo nessuno in bicicletta. Dall’anno scorso il numero delle bici è aumentato sempre di più. Da quando ho cominciato il Master ho avuto l’idea di scrivere la mia tesi sulla mobilità. Poi leggendo le azioni sulla ciclabilità a Berlino, Copenhagen, ma anche le ultime iniziative in città caotiche come Parigi e Londra, ho pensato che anche Roma necessita di un piano di mobilità sostenibile. All’inizio della mia ricerca non ho trovato nessuna statistica sulla ciclabilità a Roma. Così è nata l’idea di fare un questionario, per sapere se la gente va in bici o no, quanti km fa, quali sono i motivi per non andare in bici, ecc. Un sondaggio del genere potrebbe, inoltre, essere utile per capire come comunicare e aumentare l’uso della bicicletta. A Londra e Copenhagen hanno per esempio realizzato delle ricerche su quanti soldi si risparmiano (investimento manutenzione delle strade + sanità) per ogni km pedalato e sarebbe interessante sviluppare in futuro una ricerca anche su questo tema”.

Stai raccogliendo un buon numero di interviste?

“Sì! Grazie anche all’aiuto anche di ReBike Altermobility questa settimana sono arrivata a 520 risposte (per la tesi avevo bisogno di 270) … ma più risposte ho più affidabili sono i risultati! Entro il 22 Maggio devo chiudere la ricerca per cominciare a fare l’analisi dei dati ma mancano ancora alcuni giorni e vediamo quanti saranno alla fine!”

Ritieni che una rivoluzione ciclistica a Roma e in Italia sia possibile?

“Assolutamente sì! Già si vede il cambiamento nel tempo di 3 anni a Roma, stessa cosa a Milano. Ho vissuto a Milano 9 anni fa e non andava in bici nessuno, oggi la situazione è cambiata. Poi una rivoluzione ciclista è necessaria: le città producono troppa CO2. Tante persone che ho sentito durante la mia ricerca e che non vanno in bici dicono che Roma non è adatta alle biciclette, ma Barcellona o Parigi lo erano prima? Berlino era una città di ciclisti 20-30 anni fa? No, ma per fortuna le cose cambiano e le cose sono cambiate e spero che cambino anche qui. Anche il Romano o l’Italiano una volta si è abituato ad usare la macchina, ora si dovrà abituare ad usare la bici”.

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Nella speranza che la visione di Svenja possa diventare realtà ricordiamo che la bicicletta sarà l’ospite d’onore di CinemAmbiente. Emblema di una mobilità alternativa e sostenibile sarà al centro di dibattiti, discussioni e film. Per lei sarà addirittura steso un vero e proprio red carpet. Per saperne di più, seguite l’hashtag di questa edizione del festival che è #CA17.

Quale futuro per la bici a Roma e in Italia? ultima modifica: 2014-05-18T08:30:19+02:00 da Silvia Musso
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Una laurea in Antropologia Culturale all'Università Ca' Foscari di Venezia, e un Master in Sviluppo Sostenibile e Promozione del Territorio. Alla guida di AICA (Associazione Internazionale Comunicazione Ambientale) ha portato in Italia la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, coordinandone le prime due edizioni. Giornalista, non solo in campo ambientale ma anche sociale, da quando è diventata mamma del piccolo Ettore è sempre più attenta alla sua impronta ecologica e anche a quella di tutta la famiglia. Convinta dal marito, si è trasferita a Tonco, un piccolo comune nelle colline del Monferrato, dove sta imparando a fare l'orto e ad allevare oche e galline. Per Econote.it cura la seguitissima rubrica “Mamme&Papà green” in cui parla di natura e di bimbi.

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